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XXV SESSIONE ORDINARIA DEL CONSIGLIO PER I DIRITTI DELL'UOMO

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO SILVANO TOMASI,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
PRESSO L'UFFICIO DELLE NAZIONI UNITE
E ISTITUZIONI SPECIALIZZATE A GINEVRA*

Ginevra
Giovedì, 13 marzo 2014

Sostegno alla famiglia per ridurre le violenze contro i minori

 

Signor Presidente,

I rapporti dei Relatori speciali sulle diverse forme di violenza e di sfruttamento nei confronti dei minori formano una tragica litania di lesione intenzionale della dignità, del benessere e dello sviluppo futuro dei cittadini più innocenti e vulnerabili del mondo. La mia Delegazione è rimasta profondamente preoccupata dopo aver letto, in una relazione dopo l’altra, che la comunità internazionale non ha ben compreso le dimensioni di problemi quali la vendita di bambini, la prostituzione infantile, la pornografia infantile e l’orrenda violenza nei confronti di quanti sono affetti da albinismo. In questi tempi, certamente dobbiamo sviluppare la volontà politica, la capacità analitica e il fermo impegno a favore di un’azione efficace, a livello individuale, comunitario, nazionale, regionale e globale, per affrontare, giudicare ed eliminare tali crimini.

Nel suo recente discorso ai nuovi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede in occasione della presentazione delle loro credenziali, Papa Francesco ha incoraggiato un’attenzione più mirata e intensa da parte dei governi per la «piaga» della tratta delle persone, che ha definito «un crimine contro l’umanità», «una vera forma di schiavitù, purtroppo sempre più diffusa, che riguarda ogni Paese, anche i più sviluppati». Ha lanciato un altro appello: «Quanti sono di buona volontà, che si professino religiosi o no, non possono permettere che queste donne, questi uomini, questi bambini vengano trattati come oggetti, ingannati, violentati, spesso venduti più volte, per scopi diversi, e alla fine uccisi o, comunque, rovinati nel fisico e nella mente, per finire scartati e abbandonati».

I Relatori speciali hanno indicato schemi di vulnerabilità simili, che formano le cause fondamentali degli abusi commessi nei confronti dei bambini. Tra tali condizioni vi sono la povertà abietta, le crisi economiche e sociali, i conflitti civili e politici e la violenza diffusa che nasce da tali disordini. La mia Delegazione ha notato con particolare interesse che la disgregazione della famiglia è stata riconosciuta come un fattore importante che contribuisce alla violenza contro i minori. Per molti anni la Santa Sede si è sforzata di mettere in guardia la comunità internazionale dinanzi al fatto preoccupante che il numero di famiglie divise e lacerate è in aumento «non solo per la fragile coscienza del senso di appartenenza che contraddistingue il mondo attuale, ma anche per le condizioni difficili in cui molte di esse sono costrette a vivere, fino al punto di mancare degli stessi mezzi di sussistenza» (Papa Francesco, Discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 13 gennaio 2014). Per questa ragione, la comunità internazionale deve riconoscere la necessità di attuare politiche adeguate, volte a sostenere, aiutare e rafforzare la famiglia. La promozione di valori familiari forti e la fornitura di un aiuto sociale ed economico alle famiglie particolarmente bisognose si dimostreranno, allo stesso tempo, efficaci nel ridurre la violenza domestica e gli abusi sessuali che, purtroppo, sono tra le cause più frequenti dei danni subiti da donne e bambini.

Signor Presidente, riguardo alla situazione dei bambini nei conflitti armati, la mia Delegazione insiste sul fatto che «è imprescindibile il pieno rispetto del diritto umanitario. Non si può accettare che venga colpita la popolazione civile inerme, soprattutto i bambini» (ibid.). Insieme con tutte le persone di buona volontà, siamo profondamente addolorati dal fatto che i membri più giovani della società vengano tanto spesso derubati della loro infanzia e costretti a diventare soldati, oppure rapiti, feriti e uccisi nei conflitti armati.


*L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n. 71, Ven. 28/03/2014.

 

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