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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE
IN OCCASIONE DEL DIBATTITO GENERALE
DEL PRIMO COMITATO DELL'ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO BERNARDITO AUZA,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO LE NAZIONI UNITE

New York
Martedì, 14 ottobre 2014

 

Signor Presidente,

Essendo la prima volta che mi rivolgo a questo Comitato, mi permetta di assicurare a lei e alla presidenza la piena cooperazione della mia Delegazione per portare avanti l’impegno estremamente importante del Comitato in favore della pace nel mondo.

Ho l’onore di trasmettere a lei e a tutte le delegazioni i saluti di Sua Santità Papa Francesco, che ha espresso chiaramente il suo forte appoggio alla rapida adozione di misure che portino all’eliminazione delle armi di distruzione di massa e a un minor affidamento alla forza armata, da parte del mondo, nel condurre gli affari internazionali. Chiede la non proliferazione delle armi e il disarmo di tutte le parti, a cominciare dalle armi nucleari e chimiche.

Nel corso dell’ultimo anno si è assistito a qualche progresso riguardo l’eliminazione delle armi chimiche; tuttavia, le notizie sull’uso continuato di armi chimiche, compreso il gas cloro, ricordano alla comunità internazionale la necessità di raddoppiare gli sforzi per eliminare una volta per tutte le armi chimiche e ogni utilizzo come armi di sostanze chimiche a duplice uso.

Per quanto riguarda le armi nucleari, la terza conferenza sul loro impatto umanitario, che si terrà a dicembre a Vienna, in Austria, ci richiama a riflettere sia sulla profonda frustrazione della comunità internazionale dinanzi alla mancanza di rapidi progressi sul disarmo nucleare, sia sulle conseguenze disumane e immorali dell’uso di armi di distruzione di massa. L’incapacità degli Stati dotati di armi nucleari di avviare negoziati volti a un’ulteriore riduzione delle scorte esistenti è preoccupante, ma lo sono ancora di più la “modernizzazione” di alcuni sistemi esistenti e l’aumento delle scorte di armi.

Signor Presidente,

Molto presto a New York si terrà la nona Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari. Quasi tutti gli Stati rappresentati in quest’aula sono parti del Trattato. Ci si potrebbe aspettare che un Trattato tanto importante per la nostra reciproca sicurezza venga attuato con più rapidità ed efficacia, e che l’attuazione delle decisioni prese durante le precedenti conferenze di revisione sia ormai avanzata. Purtroppo non è stato così e tuttora non lo è.

La promessa centrale del Trattato di non proliferazione di un disarmo graduale da parte degli Stati dotati di armi nucleari, mentre gli Stati privi di armi nucleari si sarebbero astenuti dall’acquisirle, è a un punto morto. La Santa Sede continua a ritenere che una politica di deterrenza nucleare permanente metta a repentaglio il processo di disarmo nucleare e di non proliferazione. La mia Delegazione, pertanto, esorta questo Comitato, e i preparativi per la nona Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione, a concentrarsi sulla necessità di andare oltre la deterrenza nucleare e di lavorare per instaurare una pace duratura fondata sulla fiducia reciproca piuttosto che uno stato di mera non-belligeranza fondata sulla logica della mutua distruzione.

A tale riguardo la Santa Sede esorta tutti gli Stati a firmare e/o a ratificare il Trattato sull’interdizione globale degli esperimenti nucleari senza ulteriore indugio, poiché è un elemento centrale del regime internazionale di disarmo nucleare e di non proliferazione.

Inoltre, la mia Delegazione ritiene che l’istituzione di zone libere da armi di distruzione di massa sarebbe un grande passo nella giusta direzione, poiché dimostrerebbe che di fatto possiamo andare verso un accordo universale per eliminare tutte le armi di distruzione di massa.

Signor Presidente,

Mantenendo la nostra attenzione puntata sulle armi nucleari e sul rafforzamento del Trattato di non proliferazione, non dobbiamo però trascurare il nostro obiettivo più grande di un mondo meno dipendente dall’uso della forza. L’articolo vi del Trattato di non proliferazione afferma chiaramente che «ciascuna Parte si impegna a concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari in tempi brevi e per il disarmo nucleare, come pure per un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale».

La Santa Sede apprezza i progressi, per quanto modesti, negli ambiti delle armi convenzionali, come quelli relativi all’attuazione della Convenzione di Ottawa e della Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo. Continua però a essere profondamente preoccupata per il fatto che il flusso di armi convenzionali continua a esacerbare conflitti in tutto il mondo. E non dimentichiamo che l’avidità finanziaria alimenta la vendita di armi e che la vendita di armi alimenta conflitti che causano indicibili sofferenze e violazioni dei diritti umani. Fintanto che la quantità di armi in circolazione sarà grande come quella attuale, si riusciranno sempre a trovare nuovi pretesti per dare inizio a ostilità, e il facile accesso alle armi facilita il perpetrarsi della violenza nei confronti di popolazioni innocenti.

La mia Delegazione nutre la più sincera speranza che la sessione di quest’anno possa rispondere a tale sfida e riconoscere le gravi conseguenze della proliferazione e dell’uso di armi convenzionali per la vita umana in tutto il mondo.

Pur consapevoli che il lavoro di questo Comitato è estremamente impegnativo e che è difficile raggiungere accordi, non dobbiamo mai disperare. Possa l’immagine proverbiale della goccia che, con pazienza, scava la roccia più dura ispirare tutti noi ad andare avanti nonostante il lento progresso e malgrado gli stalli e i contrattempi.

Grazie, Signor Presidente.


*L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n. 249, Ven. 31/10/2014