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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE
AL DIBATTITO DI APERTURA DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE SU:
«LA SITUAZIONE IN MEDIO ORIENTE, COMPRESA LA QUESTIONE PALESTINESE»

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO BERNARDITO AUZA,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO LE NAZIONI UNITE

New York
Martedì, 21 ottobre 2014

  

Signora Presidente,

La mia Delegazione si congratula con lei per la presidenza argentina, questo mese, del Consiglio di Sicurezza, ed esprime il suo apprezzamento per aver indetto questo opportuno dibattito su «La situazione in Medio Oriente, compresa la questione palestinese».

La Santa Sede ha sempre seguito con grande interesse e preoccupazione la situazione in Medio Oriente. Ha sempre chiesto negoziati e dialogo tra le parti coinvolte. Ha sempre cercato di fare tutto il possibile per aiutare le vittime della violenza.

Visto il rapido deteriorarsi della situazione nella regione negli ultimi mesi, Papa Francesco ha intensificato gli sforzi premendo per dei negoziati e invitando tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani fondamentali. Durante la prima settimana di questo mese, il Santo Padre ha convocato in Vaticano i Nunzi Apostolici (ovvero gli ambasciatori del Papa) in Medio Oriente, gli Osservatori Permanenti presso le organizzazioni internazionali e alti officiali del Vaticano per discutere della questione mediorientale. Poi, proprio ieri, il 20 ottobre, il Papa ha tenuto un incontro con i cardinali per discutere della stessa questione. In seguito a tali incontri, la Santa Sede ribadisce la sua convinzione che la pace in Medio Oriente può essere ricercata solo attraverso soluzioni negoziali e non per mezzo di scelte unilaterali imposte con l’uso della forza.

1. Per quanto riguarda la questione israelo-palestinese, la Santa Sede ribadisce il proprio sostegno alla soluzione di due Stati. Israele e Palestina, con il forte sostegno degli organi competenti delle Nazioni Unite e dell’intera comunità internazionale, devono lavorare per l’obiettivo finale, che è la realizzazione del diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato, sovrano e indipendente, e di quello degli israeliani alla pace e alla sicurezza. Nel corso della sua visita in Medio Oriente lo scorso maggio, Papa Francesco ha anche ribadito: «È giunto il momento per tutti di avere il coraggio [...] della pace, che poggia sul riconoscimento da parte di tutti del diritto di due Stati ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti» (Incontro con le Autorità palestinesi, Betlemme, 25 maggio 2014).

2. Per quanto riguarda la terribile situazione in Siria, la Santa Sede invita con urgenza tutte le parti a porre fine alle massicce violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani fondamentali, e la comunità internazionale ad aiutare le Parti a trovare una soluzione. Non c’è altro modo per alleviare e porre fine alle indicibili sofferenze dell’intera nazione, dove metà della popolazione ha bisogno di aiuto umanitario e circa un terzo sono sfollati.

3. Per quanto riguarda il Libano, la Santa Sede invita alla solidarietà internazionale, in questo tempo in cui il Paese è gravemente colpito dalla crisi siriana e dalla massiccia presenza di rifugiati, ed esorta il Libano a trovare al più presto una soluzione alla vacanza della Presidenza della Repubblica. La Santa Sede ribadisce il proprio sostegno a un Libano sovrano e libero. Il Libano è un “messaggio”, un “segno” pieno di speranza per la coesistenza dei diversi gruppi che lo compongono.

4. Per quanto riguarda le gravi violazioni e gli abusi commessi dal cosiddetto “Stato islamico” in Iraq e in Siria, gli organi competenti delle Nazioni Unite devono agire per prevenire possibili nuovi genocidi e assistere il numero crescente di rifugiati. La Santa Sede chiede in particolare la protezione dei gruppi etnici e religiosi, comprese le comunità cristiane, che sono specificamente presi di mira e perseguitati a causa delle loro origini etniche e credenze religiose. La Santa Sede insiste sul rispetto del diritto di queste comunità e di tutte le persone sfollate a tornare alle proprie case e a vivere nella dignità e nella sicurezza.

5. La Santa Sede spera che le Nazioni Unite colgano il crescente e spietato fenomeno del terrorismo internazionale come un’occasione per rafforzare con urgenza il quadro giuridico internazionale di un’applicazione multilaterale della responsabilità di proteggere le persone dal genocidio, dai crimini di guerra, dalla pulizia etnica, dai crimini contro l’umanità e da tutte le forme di ingiusta aggressione. Dopo le lezioni imparate dalla nostra incapacità di fermare i recenti orrori del genocidio, e dovendoci confrontare al presente con violazioni clamorose e massicce dei diritti umani fondamentali e del diritto umanitario internazionale, è il momento di prendere decisioni coraggiose.

6. Infine, la Santa Sede ribadisce il suo invito a tutti i leader religiosi, nella regione e ovunque nel mondo, a svolgere un ruolo di guida nel promuovere il dialogo interreligioso e interculturale, denunciando prontamente ogni uso della religione per giustificare la violenza, ed educando alla comprensione reciproca e al mutuo rispetto.

Signora Presidente, desidero concludere citando alcune parole dette ieri da Papa Francesco durante il suo incontro con i cardinali: «Questa situazione ingiusta [in Medio Oriente] richiede, oltre alla nostra costante preghiera, un’adeguata risposta anche da parte della Comunità Internazionale».

Grazie, Signora Presidente.


*L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n. 248, Giov. 30/10/2014