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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE
IN OCCASIONE DELLA 59ª SESSIONE DELLA COMMISSIONE SULLA CONDIZIONE DELLE DONNE
[NEW YORK, 9-20 MARZO 2015]

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO BERNARDITO AUZA,
NUNZIO APOSTOLICO, OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
PRESSO L'O.N.U. A NEW YORK

New York
Venerdì, 13 marzo 2015

 

La mia delegazione è lieta che la Commissione abbia scelto di riflettere sulla Dichiarazione e sulla Piattaforma d’azione di Pechino, nella prospettiva di presentare l’avanzamento e l’uguaglianza delle donne in un’Agenda di Sviluppo post-2015.

Ci sono stati progressi notevoli a favore della causa delle donne in molti Paesi, specialmente negli ambiti dell’educazione, della rappresentanza politica e della partecipazione economica. Le donne, sempre più, stanno anche guidando importanti sforzi pubblici e privati per portare rimedio alla discriminazione, alleviare la povertà e affrontare una miriade di altre sfide con le quali oggi si confrontano le donne.

Tuttavia, nonostante gli ammirevoli sforzi e gli importanti progressi ancora troppe donne continuano a doversi confrontare con la discriminazione e con molte forme di violenza per il solo fatto di essere donne. Pertanto, tutti gli attori devono continuare a dedicare il massimo sforzo per ovviare a tali violazioni.

Signora Presidente,

l’obiettivo di sradicare la povertà, in particolare la povertà estrema, è al centro delle preoccupazioni della Santa Sede. La Chiesa cattolica ha un’esperienza quasi senza eguali per quanto riguarda i bisogni dei poveri, grazie al suo impegno bimillenario e alle centinaia di migliaia di programmi e istituzioni che servono le donne e gli uomini poveri in tutto il mondo. Papa Francesco non si stanca mai di esortare i leader mondiali e tutti noi a dare la priorità alla piaga della povertà e a usare la ricchezza per servire l’umanità, e non il contrario.

La promozione di economie inclusive ed eque ha un impatto profondo sul miglioramento dello status delle donne. Di fatto, le donne vivono disagi economici unici legati a politiche d’impiego ingiuste, stipendi diversi per lo stesso lavoro, negazione dell’accesso a crediti e a proprietà, vittimizzazione nelle situazioni di conflitto e migrazione. Sebbene le donne costituiscano la maggioranza dei poveri e siano colpite dal fardello della povertà in modi molto specifici, esse sono però coraggiosamente in prima linea nella lotta per sradicare la povertà estrema. Da questa prospettiva, la lotta per l’avanzamento delle donne deve anche significare che si assicuri loro uguale accesso alle risorse, ai capitali e alla tecnologia.

Tenendo conto di questi svantaggi che molte donne devono ancora subire, occorre formulare le risposte alla povertà con obiettivi coraggiosi e attuarle con mezzi sufficienti, di modo che possano avere un impatto concreto sulla promozione delle donne.

Diversi studi hanno dimostrato che strutture familiari fragili e il declino del matrimonio tra i poveri sono collegati in modo molto stretto alla povertà tra le donne. Le madri single vengono lasciate sole a crescere i bambini. Molte madri in situazioni di difficoltà non riescono a mandare i figli a scuola, facendoli così entrare nel circolo vizioso della povertà e dell’emarginazione. Sebbene i governi e la società non creino famiglie, hanno però ruoli fondamentali da svolgere nel sostenere famiglie sane e favorire il ruolo genitoriale. Numerose relazioni della Segreteria Generale hanno sottolineato la centralità della famiglia per lo sradicamento della povertà e lo sviluppo sostenibile.

La Santa Sede prende nota della relazione dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani sui problemi e gli attacchi che le ragazze continuano a subire nell’accedere all’educazione. La mia Delegazione è convinta che la lotta per l’uguale accesso delle ragazze all’educazione, specialmente a un’educazione di qualità, sia un elemento indispensabile nella lotta per il progresso delle donne.

Signora Presidente,

Domenica 8 marzo Papa Francesco ha inviato il suo saluto a tutte le donne nel mondo, sottolineando che “[u]n mondo dove le donne sono emarginate è un mondo sterile, perché le donne non solo portano la vita ma ci trasmettono la capacità di vedere oltre”, in altre parole “ci trasmettono la capacità di capire il mondo con occhi diversi”. Il contributo delle donne a un mondo migliore comprende la generosità di servire in modo gratuito e di accogliere, piuttosto che escludere.

La mia Delegazione ribadisce la disponibilità di Papa Francesco a lavorare con tutti coloro che cercano ogni giorno di costruire un mondo che tratti concretamente le donne come uguali, nella diversità dei doni e delle forze, per il bene comune più grande di tutti.

Grazie, Signora Presidente.