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LETTERA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE
AL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE
PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI
IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO
DELL’ENCICLICA "FIDEI DONUM"

21 Aprile 2007

A Sua Eminenza Reverendissima
il Sig. Card. IVAN DIAS
Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
CITTÀ DEL VATICANO

Signor Cardinale,

ricorre oggi, 21 aprile, il 50° anniversario della Lettera Enciclica Fidei donum del Papa Pio XII, di venerata memoria (cfr AAS XLIX 1957, 225-248). Con quel Documento il Sommo Pontefice intese orientare gli sguardi dei Pastori della Chiesa verso l’Africa, nell’ora in cui il Continente si apriva alla vita del mondo moderno e attraversava gli anni forse più gravi del suo destino millenario (cfr ivi, 227). Trattando, nel terzo capitolo, del triplice impegno missionario della Chiesa (preghiera, aiuti concreti e invio di persone), Pio XII accennava tra l’altro ad un nuovo tipo di cooperazione missionaria, diverso da quelli tradizionali. Egli scriveva: "Un'altra modalità di aiuto, certo più onerosa, è adottata da alcuni Vescovi, i quali, benché ne sentano il peso, autorizzano l’uno o l’altro dei loro sacerdoti a partire dalla diocesi e per un tempo determinato a collaborare con gli Ordinari del luogo in Africa. Questo infatti contribuisce moltissimo affinché là si stabiliscano, con saggezza e ponderazione, nuove e specifiche forme di esercizio del ministero sacerdotale, come pure a supplire al clero di dette diocesi nelle mansioni dell’insegnamento ecclesiastico e profano, cui esso non può far fronte. Volentieri incoraggiamo queste opportune e fruttuose iniziative, ancora da perfezionare. Preparate e messe in atto con prudenza, potranno essere di grande utilità alla Chiesa cattolica in Africa, in quest’epoca ricca di difficoltà e di speranza" (AAS, cit., 245-6).

Da quell’appello rivolto dal Sommo Pontefice in favore della missione in Africa, prese origine un nuovo "soggetto" missionario, che dall’Enciclica prese appunto il nome di "fidei donum". Il Documento papale gettò un seme che trovò terreno fertile e si sviluppò, grazie alla profonda riflessione ecclesiologica e missiologica del Concilio Vaticano II e del magistero missionario post-conciliare. Pertanto risultano ormai acquisiti, sia a livello di principio che di prassi, alcuni elementi essenziali, che contribuiscono a definire l’identità e la configurazione dei missionari "fidei donum". Tali elementi si possono così formulare: la Chiesa è per sua natura missionaria; la Chiesa universale si concretizza e sussiste nelle Chiese particolari; le Chiese particolari fin dalla loro costituzione sono missionarie; esse sono responsabili dell’evangelizzazione in solido e in comunione con tutte le altre Chiese.

Sono trascorsi da allora 50 anni, durante i quali le Chiese particolari, prima quelle di antica fondazione e poi quelle più giovani, hanno continuato ad inviare preti e laici diocesani in altre Chiese per la missio ad gentes, per la nuova evangelizzazione o semplicemente per venire incontro ai bisogni di personale e di mezzi delle Chiese più povere. E’ questa una modalità che con il tempo potrebbe diventare la norma della corresponsabilità missionaria. Attraverso tale cooperazione, infatti, tutta la Chiesa diventa effettivamente missionaria, in quanto la missio ad gentes è considerata un compito e una responsabilità di tutte le Chiese particolari.

In occasione di questo importante anniversario, la Pontificia Unione Missionaria, anche dietro insistente richiesta dei Direttori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, ha organizzato a Roma un Convegno con due principali scopi: anzitutto ripercorrere il cammino compiuto, con un’analisi critica delle luci e delle ombre che lo hanno segnato; in secondo luogo, contribuire a conferire una rinnovata e più autentica identità ai missionari "fidei donum", alla luce delle indicazioni provenienti dall’esperienza, dal magistero del Papa e dai documenti delle Conferenze Episcopali. In particolare, è opportuno ripensare la comunione e la corresponsabilità delle Chiese per la missione, come pure le implicazioni metodologiche, quali l’esigenza di una progettualità comune, l’inserimento dei missionari "fidei donum" con compiti e ruoli specifici, il reinserimento nelle Chiese d’origine, lo scambio vicendevole di persone, mezzi e metodologie apostoliche, i percorsi formativi per i missionari, la necessità di istituire a livello nazionale centri di formazione missionaria per i partenti e di coordinamento per rispondere adeguatamente alle richieste di personale e di mezzi. Ulteriore obiettivo è quello di mettere in condizione le giovani Chiese, che attualmente devono affidarsi al soccorso degli Istituti missionari, di formare e inviare i loro missionari "fidei donum".

Il Santo Padre ha apprezzato tale iniziativa e guarda ad essa con fiducia, auspicando che contribuisca a rilanciare l’impegno missionario promosso cinquant’anni or sono dal Papa Pio XII con l’Enciclica Fidei donum. A tal fine Egli assicura fin d’ora il Suo speciale ricordo nella preghiera, affinché il Convegno possa raggiungere le finalità prefissate e, mentre esprime viva gratitudine a Vostra Eminenza Reverendissima, ai collaboratori e a quanti lo hanno promosso e organizzato, ben volentieri invia Loro, come pure ai Direttori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, agli incaricati delle Conferenze Episcopali e a tutti i missionari "fidei donum" una speciale Benedizione Apostolica.

Mi è gradito profittare della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio

dell’Eminenza Vostra Reverendissima
dev.mo nel Signore

Tarcisio Card. BERTONE
Segretario di Stato

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