DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE Venerdì, 30 novembre 2007
Signore e Signori, È per me motivo di vivo compiacimento dare inizio a questo Forum, che vede riuniti circa un centinaio di rappresentanti di Organizzazioni Non-Governative (ONG) di ispirazione cattolica, ciascuna delle quali conta con un percorso storico diverso di presenza e di attività presso gli Organismi Internazionali Intergovernativi. L’invito rivolto dalla Segreteria di Stato ha suscitato sicuramente entusiasmo in molti; in alcuni, forse, qualche timore; in tutti sicuramente non poche aspettative. So che diversi tra voi hanno fatto precedere a quest’incontro momenti di riflessione e di scambio, per elaborare proposte concrete in vista di una più efficace collaborazione nell’ambito internazionale. Sono sicuro che l’impegno fin qui profuso, come pure l’indubbia collaborazione che segnerà i lavori del Forum, recheranno frutti abbondanti per il bene della comunità ecclesiale e dell’intera umanità, alla quale la Chiesa è debitrice dell’annuncio del Vangelo, messaggio di salvezza per ogni uomo e per tutto l’uomo. Con questa consapevolezza porgo un cordiale benvenuto a tutti voi, illustri rappresentanti delle ONG di ispirazione cattolica, e vi ringrazio di cuore per la vostra partecipazione. Accanto a voi, questo Forum vede presenti i responsabili di alcuni Dicasteri della Curia Romana che, a motivo della loro competenza specifica, seguono le tematiche di interesse mondiale affrontate in questa vostra riunione. A ciascuno di essi va il mio deferente saluto: penso innanzitutto agli Em.mi Cardinali Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; Stanisław Ryłko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, che hanno voluto presenziare alla sessione inaugurale, come pure agli altri Superiori ed Officiali, nonché ai Rappresentanti Pontifici presso le principali sedi internazionali: le LL.EE. Mons. Migliore, Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite a New York; Mons. Tomasi, Osservatore Permanente presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e le Agenzie Specializzate a Ginevra; Mons. Dupuy, Nunzio Apostolico presso le Comunità Europee a Bruxelles; Mons. Lebeaupin, Osservatore Permanente presso gli Organismi delle Nazioni Unite per l’Ambiente e gli Insediamenti Umani a Nairobi; Mons. Volante, Osservatore Permanente presso la FAO a Roma; Mons. Follo, Osservatore Permanente presso l’UNESCO a Parigi; Mons. Banach, Osservatore Permanente presso l’Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Vienna. A tutti rinnovo sentimenti di sincera stima e affettuosa vicinanza spirituale. Com’è noto, la giornata di oggi è dedicata ad analizzare la presenza, l’impatto, le difficoltà e le sfide che si presentano nell’ambito internazionale per poi, successivamente, riflettere e dialogare insieme sulle possibili modalità di collaborazione tenendo presente l’identità cristiana che vi contraddistingue, e in spirito di fraterna comunione e di corresponsabile partecipazione. Da qualche tempo si era percepita simile esigenza, e non soltanto da parte della Santa Sede. Per tale motivo, anche su richiesta di alcune ONG, la Segreteria di Stato ha pensato di offrire questo spazio di incontro e di scambio, al fine appunto di favorire la mutua conoscenza e un aperto dialogo delle ONG di ispirazione cattolica sia fra di loro che con la Santa Sede a diversi livelli (Segreteria di Stato, Dicasteri, Missioni Permanenti). Chi non è consapevole delle grandi sfide che presenta oggi la Comunità internazionale, e alle quali occorre far fronte con competenza, saggezza e coraggio? In questi anni, la scena mondiale si è arricchita della presenza di nuovi protagonisti sociali, che riscuotono maggiore spazio e rilievo da parte dei Governi e degli Organismi Internazionali Intergovernativi. Nello stesso tempo, è andato accentuandosi il ben noto processo di globalizzazione, che si caratterizza per numerosi aspetti positivi, perché consente, ad esempio, una proiezione mondiale della solidarietà. Ma porta con sé anche il pericolo di subordinare la dignità dell’uomo – valore fondamentale della vita internazionale – ai “contro-valori” del potere, del profitto o dell’edonismo, che tale dignità limitano, mortificano se non addirittura calpestano. In così complessa realtà, per certi versi contraddittoria, come è possibile continuare a salvaguardare e a promuovere i diritti fondamentali dell’uomo, come far sì che siano a suo servizio e non contro di esso i mutamenti e il progresso della modernità? La Chiesa, esperta in umanità, ha il dovere di offrire il suo contributo specifico, affinché le esigenze della giustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili, argomentando a partire dalla ragione e dal diritto naturale, a partire cioè da quanto è conforme alla natura di ogni essere umano. Essa, se è ben consapevole del fatto che non è suo compito far valere politicamente la sua dottrina sociale, intende tuttavia servire la formazione etica delle coscienze e far sì che cresca, insieme alla percezione delle vere esigenze della giustizia, la disponibilità ad agire in base ad esse, anche quando ciò fosse in contrasto con situazioni di interesse personale (cfr Benedetto XVI, Deus Caritas est, 28). La Chiesa, seguendo il suo Signore e Maestro, altro non desidera se non “che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tm 2,4). Essere testimoni di questa Verità è pertanto lo scopo della nostra missione. Missione che la Chiesa realizza in vari modi e la Santa Sede, che ne costituisce il governo centrale, svolge stabilendo rapporti a livello internazionale con le singole Nazioni, e rendendosi presente nei principali Organismi Internazionali Intergovernativi per salvaguardare, in modo particolare, il rispetto della vita umana e la libertà religiosa, condizioni indispensabili perchè cresca la fraternità fra gli individui e tra i popoli. Compete specialmente ai fedeli laici operare per un giusto ordine nella società. Lo ricordava opportunamente il Papa Benedetto XVI anche nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2006, sottolineando come la loro peculiare missione consista nel “configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità”(n. 16). In tale prospettiva, le Organizzazioni Non-Governative di ispirazione cattolica sono chiamate ad intervenire nella società con diversificati progetti e iniziative in ogni campo: dall’ambito dello sviluppo a quello della cultura, dell’aiuto umanitario, della sanità, dell’educazione, della comunicazione, della giustizia e della pace. Attraverso tali molteplici attività, ogni membro di questi organismi, fedele alla propria vocazione di “figlio” della Chiesa e docile alle ispirazioni dello Spirito Santo, con il proprio inserimento nelle istanze internazionali si preoccuperà di parlare alla coscienza degli uomini e delle donne di questo nostro tempo, con l’unica finalità di rendere testimonianza alla Verità e all’Amore. Ricordava infatti, ancora, Sua Santità Benedetto XVI che, per rendere testimonianza alla Verità, occorre condurre “un'esistenza quotidiana ispirata al comandamento dell'amore” (ibid.); occorre essere credibili nel rispondere alle problematiche odierne, ispirandosi sempre al Vangelo e alla Dottrina Sociale della Chiesa. Non si tratta certamente di un compito facile: “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi” (Mt 10,16), aveva annunciato Gesù. Egli stesso, tuttavia, ci incoraggia a non avere paura (Mt 10,26), a predicare dai tetti quello che abbiamo ascoltato all’orecchio (Mt 10,27) e a ricercare i modi più adatti per essere “sale” e “lievito” nella società. Tutto ciò richiede spirito di comunione e sincero sforzo di credibilità. In primo luogo comunione. L’unità di fede e di vita tra tutti i fedeli, fondata su Gesù Cristo, si manifesta nell’adesione al magistero del Papa e dei Vescovi in comunione con lui. Cari amici, soltanto un forte senso di comunione permetterà alla vostra azione internazionale di comunicare agli uomini del nostro tempo, spesso condizionati da visioni riduttive e relativistiche della realtà, quella prospettiva di speranza che scaturisce dalla consapevolezza di essere amati da Dio. Una salda comunione di intenti e di cuori è per voi garanzia di frutti apostolici, che si traduce in cooperazione e condivisione degli obiettivi del Vangelo e della Dottrina Sociale della Chiesa, nel pieno rispetto delle esperienze e responsabilità di ciascuno. Questa comunione porterà all’esercizio della sussidiarietà e favorirà la crescita di altre Organizzazioni simili, tutte ben coscienti delle proprie forze e potenzialità, come pure dei propri limiti, e quindi aperte agli altri e alle loro ricchezze. Porterà, finalmente, a valorizzare la diversità di carismi e la libertà di opinione in tutte le questioni che non intaccano i principi fondamentali della fede e della morale cattolica, mirando sempre ad una integrazione reciproca, ad una maggiore complementarità e ad un efficace coordinamento di tutte le forze in campo. La credibilità è la seconda condizione dell’efficacia di ogni azione apostolica. Di essa ritengo fondamentale sottolineare due aspetti: la convinzione e la professionalità. In primo luogo, la convinzione della Verità sull’uomo e sul suo destino: si è cioè credibili quando si è convinti di quello che si dice e di quello che si fa, coscienti, d’altra parte, che la Verità evangelica contiene di per sé un potere di convinzione capace di toccare i cuori degli uomini. La convinzione, tuttavia, non è sufficiente se non viene accompagnata dalla professionalità, che la rende più comprensibile e attraente. Essendo la professionalità conoscenza tecnica delle materie che sono oggetto di dibattito e dei modi e procedure specifiche con cui esse vengono affrontate nei fori internazionali, essa diventa condizione sine qua non per partecipare al confronto sui principi e sulle strategie, per essere capiti e per poter, in un secondo momento, apportare contributi validi in ordine all’azione. La professionalità offre inoltre spazi e occasioni di dialogo e di cooperazione con gli altri fratelli cristiani ed anche non cristiani (cfr Unitatis Redintegratio, 12, e Nostra Aetate, 1-2). Infine, la professionalità rende possibile, in forza della comunione, un collegamento snello ed efficace tra le ONG e tra esse e la Santa Sede. La creazione di un tale collegamento costituisce uno degli obiettivi di questo vostro importante incontro a cui auguro pieno successo. Suoi vostri lavori invoco la celeste protezione di Maria, Madre della Chiesa, perché il presente Forum segni un nuovo inizio di un cammino di collaborazione e di comunione che faccia crescere la Chiesa a servizio dell’umanità. |
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