PROCESSIONE NELLA FESTA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE Parrocchia di Grottarossa, Roma
Cari fratelli e sorelle, durante questa processione abbiamo rivolto tante volte a Maria il nostro saluto, recitando la bella preghiera del Santo Rosario: “Ave Maria piena di grazia: il Signore è con te”. Questo saluto ci fa entrare nel cuore della festa odierna, che ci presenta Maria, per singolare privilegio, preservata da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. In Maria vediamo realizzato in anticipo quel che a ciascuno di noi è assicurato nella speranza: Maria è il prototipo dei salvati, il modello della Chiesa, sposa santa e immacolata, amata dal Signore. “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Questa frase del Vangelo di Luca, oltre a farci capire il senso e il valore di questa festa, ci indica anche come entrare nel mistero dell’Immacolata Concezione. Maria viene chiamata dall’Angelo: piena di grazia” (in greco kekaritomene). Nel Libro dell’Esodo leggiamo che anche Dio è “pieno di grazia” (cfr 34,6), ma mentre Dio lo è in senso attivo, come colui che riempie di grazia, Maria lo è in senso recettivo come Colei che è stata riempita di grazia e per questo è diventata icona sublime della divina grazia. In che cosa consiste la grazia divina? Il termine grazia indica solitamente bellezza, fascino e amabilità, ma significa pure bontà, favore gratuito, condono di una pena, come si usa ad esempio nel caso di un condannato a morte che riceve appunto la grazia. Pure nella Bibbia cogliamo questi due significati. Nell’Esodo leggiamo: “Farò grazia a chi vorrò far grazia, dice Dio, e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia” (33,19). Al significato di grazia come favore gratuito ed assolutamente benevolo, si unisce poi quello di bellezza e fascino, come, ad esempio vediamo risaltare nel Salmo 44, dove si accenna alla grazia “diffusa sulle labbra” dello sposo regale, che per questo è il più bello tra i figli degli uomini (cfr v.3). In Maria sono presenti entrambi i significati: è piena di grazia perché colma del favore divino e per questo tutta bella, immacolata. “Tota pulchra es Maria - Tutta bella sei Maria”, come abbiamo cantato durante i giorni della novena. In Lei vediamo realizzato il progetto di bellezza, di gioia, di felicità, di amore, in una parola il progetto di santità che Dio ha per ciascuno di noi. Maria è il capolavoro anticipato dalla bontà di Dio a cui noi guardiamo con sicura speranza. Potremmo ora chiederci: quale è il “segreto” di Maria? L’evangelista Luca ci ha ricondotti spiritualmente a quel grande giorno, come scrive Pascoli nella sua lirica l’Angelus, in cui nacque “Dio da un piccolo Ave”. Qual è la risposta della Vergine di Nazaret all’Arcangelo Gabriele?: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”. Maria si professa “serva” e questa parola non sottolinea tanto un’attitudine di umiltà che pure c’è, quanto piuttosto una disposizione di incondizionata fedeltà alla volontà divina. Ecco ciò che ha permesso a Maria di portare a compimento la sua sublime missione di “socia del Redentore”: l’essere “la serva del Signore”, totale docilità e fedeltà a Dio. E tutto ha origine dalla grazia divina, dono della bontà misericordiosa di Dio. L’odierna festa dell’Immacolata Concezione ha pertanto uno specifico messaggio da comunicarci: ci ricorda che nella nostra vita tutto è dono, tutto è grazia; che la grazia è il distintivo del cristianesimo: non è una dottrina o un’idea, ma prima di tutto una realtà che trasforma la nostra esistenza. Senza la grazia di Dio l’uomo non può realizzare se stesso pienamente. Una delle eresie e delle stoltezze più grandi del nostro mondo tecnologico è purtroppo quella di pensare di poter fare a meno della grazia divina, di poter fare a meno di Dio. Ed è un vero peccato perché chi, seguendo l’esempio di Maria, si pone al suo servizio, chi apre il cuore a Cristo non perde nulla; anzi incontra la gioia e l’amore. L’Arcangelo Gabriele invita Maria a “rallegrarsi” e a “non temere” giacché sta per ricevere in dono la pienezza della grazia divina. Anche per noi, cari fratelli e sorelle, la grazia che abbiamo ricevuto nel Battesimo è la ragione principale della nostra gioia e del nostro coraggio. Per quanto grandi siano le difficoltà e le prove che incontriamo, Iddio non ci abbandona mai. Questa fu, ad esempio, l’esperienza di san Paolo, duramente provato – egli parla di una spina nella carne da cui per ben tre volte pregò il Signore di liberarlo sentendosi rispondere: “Ti basta la mia grazia” (2 Cor 12,9). A questo punto ci domandiamo: il messaggio contenuto nel mistero dell’Immacolata Concezione che cosa suggerisce a noi qui raccolti questa sera? Ci suggerisce, ci invita ad essere ripieni di speranza quando ritorniamo nelle nostre case, quando attendiamo alle nostre occupazioni quotidiane, nella nostra condizione di sempre, a volte dolorosa e pesante, ma mai priva della grazia di Dio. E nel tempo presente l’invito alla speranza ci viene rivolto dal Vicario di Cristo, il Papa Benedetto XVI, che così scrive nella sua recente enciclica Spe salvi: «La vita umana è un cammino. Verso quale meta? Come ne troviamo la strada? La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata. E quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza – lei che con il suo « sì » aprì a Dio stesso la porta del nostro mondo; lei che diventò la vivente Arca dell'Alleanza, in cui Dio si fece carne, divenne uno di noi, piantò la sua tenda in mezzo a noi?» (n. 49). L’augurio di questa sera è di continuare a camminare sulla rotta tracciata dalla Beata Vergine Maria Immacolata, insieme, come Chiesa viva, come comunità parrocchiale unita nella fede, nella speranza e nella carità. |
|