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VISITA DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO
 TARCISIO BERTONE IN ARMENIA E AZERBAIGIAN

INCONTRO CON IL CORPO DIPLOMATICO
ACCREDITATO A YEREVAN (ARMENIA)

DISCORSO DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE

Yerevan (Armenia)
Mercoledì, 5 marzo 2008

 

Santità e Reverendissimi componenti del suo Seguito,
Illustri Autorità civili,
Eccellentissimi Membri del Corpo Diplomatico,
Eccellentissimi Arcivescovi,
cari sacerdoti e religiose della Chiesa Armena Cattolica!

Ringrazio il Nunzio Apostolico per questo ricevimento offerto in mio onore e per le parole di benvenuto che ha voluto rivolgermi. Un pensiero di commossa riconoscenza desidero esprimere a Sua Santità Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni. Egli ha voluto onorare con la sua presenza questo momento comune e mi ha rivolto espressioni ricche di affetto e cordialità. Gratitudine esprimo alle Autorità della Repubblica di Armenia, che so particolarmente impegnate in questa delicata fase elettorale. Saluto gli Eccellentissimi Ambasciatori, che rappresentano i Capi dei rispettivi Stati ed i loro popoli, nella loro varietà culturale e religiosa. Ringrazio i Rappresentanti delle Organizzazioni Internazionali con status diplomatico, incaricati di rappresentare consessi internazionali. La loro vocazione è la promozione dei valori comuni per costruire un mondo migliore e più giusto. Un caro saluto rivolto agli Arcivescovi, al clero, ai religiosi e alle religiose della Chiesa Cattolica, tutti generosi e pieni di amore per l’Armenia. Ad essa offrono un apporto costruttivo per la sua crescita e sono al servizio soprattutto dei più sofferenti.

Sono onorato di trovarmi in questa terra di Armenia, che già nel 301 accolse il Cristianesimo come religione ufficiale. Da allora ha vissuto questa scelta con impegno e fedeltà. Impegno e fedeltà che sovente tinsero di sangue proprio queste pietre, facendo della vostra Terra un tempio spirituale per un sacrificio gradito a Dio. Il Popolo armeno con la sua cultura ha arricchito in modo singolare l’umanità. Con la sua esperienza, spesso tragica della diaspora, ha saputo costituire ad un tempo un modello di continuità e di organico sviluppo delle proprie origini e di feconda apertura a popoli con  tradizioni diverse.

Gli Ameni, che qui dimorano e quelli che da secoli o anche di recente hanno intrapreso il loro cammino per le strade del mondo, non possono non proseguire a tessere tra loro una cooperazione sempre più proficua. Questo permetterà a tutta l’umanità di godere dell’esperienza della convivialità tipica del vostro popolo e di gustare il sapore unico dell’armenità.

Certo, rimangono purtroppo aperte alcune dolorose ferite del passato, che costituiscono una memoria indelebile. Ma ciò più che scoraggiare deve suscitare la speranza nelle nuove generazioni. Esse devono guardare avanti traendo lezione dal passato e non perdere mai la fiducia, perché il futuro può riservare tante positive sorprese. So bene che ci sono ancora focolai di contrapposizione, ma la Santa Sede auspica che possano essere estinti il più presto possibile, nel rispetto dei diritti delle persone e dei popoli. La Santa Sede auspica inoltre che siano favorite e promosse soluzioni positive con l’aiuto disinteressato della diplomazia internazionale. Per creare una pace sicura e condivisa vanno sempre rispettati i diritti sacrosanti dei più deboli e di quanti vivono in condizioni precarie, derivanti spesso proprio dai conflitti bellici.

Auspico che la comunità internazionale collabori nel sostenere la crescita e le prospettive dell’Armenia, guardando non solo alla sua importanza strategica. Non solo guardi ad interessi ristretti o parziali, ma si impegni a riconoscerne dall’interno la cultura e a valorizzare al meglio le sue espressioni. Solo da questa condivisione infatti possono venire prospettive stabili di pace.

Formulo l’auspicio che l’Armenia possa trovare in modo efficace ed autentico il giusto posto che ad essa spetta nel concerto delle Nazioni. Ciò è dovuto ad essa proprio per l’antichità e la qualità della sua cultura da tutelare dovunque con attenzione e rispetto. Né si può dimenticare che l’Armenia intende percorrere un cammino deciso e condiviso verso i veri valori della trasparenza e dell’onestà, dell’amore e della collaborazione al bene comune. Vuole superare la spinta ad interessi particolaristici per favorire una più equa distribuzione delle risorse, in modo che tutti i cittadini possano godere di condizioni di vita rispettabili e dignitose.

Santità ed illustri Personalità! Vorrei rendere merito a questo vostro Paese nel quale la Chiesa Cattolica ha trovato un giusto riconoscimento dei suoi diritti. E per il raggiungimento di tale fine, determinante è stato proprio il rapporto di fraternità, di stima e collaborazione con la Chiesa Armena Apostolica. Ad essa va la riconoscenza del Papa Benedetto XVI e di tutti noi. La Chiesa Cattolica è inoltre fiera di aver contribuito, attraverso l’opera di suoi figli e figlie di inestimabile valore umano, cristiano e nazionale, a sostenere e promuovere la cultura degli Armeni, soprattutto in epoche di particolare travaglio. Voglio qui citare solo il nome dell’Abate Mechitar, esempio fulgidissimo di santità, di fedeltà alla cultura nazionale e di promozione dell’educazione della migliore gioventù del suo Popolo.

Per concludere, formulo a nome di Papa Benedetto XVI l’auspicio che l’Armenia possa sempre più valorizzare le proprie risorse culturali e spirituali. Il Papa invoca di cuore su tutti quanti hanno avuto la cortesia di partecipare a questo incontro l’effusione delle benedizioni di Dio. Grazie!

 

 

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