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CELEBRAZIONE EUCARISTICA
IN OCCASIONE DELLA DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE

 Chiesa di Santo Spirito in Sassia
II Domenica di Pasqua, 30 Marzo 2008


Cari fratelli e sorelle!

Molto volentieri ho accolto l’invito che mi avete rivolto a presiedere la Santa Messa in occasione dell’odierna seconda Domenica di Pasqua, detta Domenica in Albis. Per desiderio dell’amato pontefice Giovanni Paolo II, questa domenica è stata chiamata, anche Domenica della Divina Misericordia. In questi anni, da quando (dal 1 gennaio del 1994) questa bella chiesa di S. Spirito in Sassia è diventata centro di irradiazione del culto alla Divina Misericordia legato a Santa Faustina Kowalska, qui si è andato sviluppando sempre più un vasto e intenso movimento di preghiera e di animazione spirituale. Di questo rendiamo grazie al Signore. Al tempo stesso, mi complimento con don Giuseppe, con le Suore, con i volontari e con quanti quotidianamente si dedicano con tanto zelo all’apostolato della Divina Misericordia, come pure a diffondere gli scritti e la spiritualità di Suor Faustina, annoverata dai teologi fra i mistici della Chiesa.

Si chiude quest’oggi l’Ottava di Pasqua, e si chiude con la Domenica in Albis, che ricorda e rimanda, com’è noto, ad una antica tradizione dei primi secoli. Coloro che nella solenne Veglia Pasquale ricevevano l’inestimabile dono del Battesimo rivestivano una tunica bianca che portavano indossata per l’intera settimana fino ad oggi, Domenica in Albis (deponendis), in cui le vesti bianche venivano solennemente deposte. Le bianche tuniche venivano tolte, ma restava l’impegno di conservare l’immacolato abito interiore della Grazia divina ricevuto con il sacramento del Battesimo. E come poter conservare la Grazia divina resistendo alle innumerevoli difficoltà e tentazioni, se non facendo ricorso al costante aiuto di Dio con la preghiera e la pratica dei Sacramenti? Come vivere nell’amicizia del Signore se non contando proprio sul suo amore misericordioso? Il trittico costituito dalle tre letture bibliche, che sono state proclamate poco fa, ci invita ad attingere al mistero pasquale l’energia interiore per camminare nella via della fedeltà a Cristo; e lo fa presentandoci l’evento della Pasqua come un generoso atto di misericordia di Dio, capace di rinnovare profondamente ciascuno di noi e le nostre comunità.

Sulla Croce si è manifestato l’amore sconfinato di Dio, amore che lo ha spinto ad immolare il suo Figlio unigenito per la nostra salvezza; con la risurrezione avvenuta il terzo giorno conformemente alle Scritture, ci è stata data la certezza che Cristo è sempre vivo e vivo è il suo Vangelo. E così, quasi coinvolgendo in un vasto coro di gratitudine l’intero universo, la Chiesa oggi canta con il Salmo responsoriale: “Celebrate il Signore perché è buono”. Iddio è veramente buono! E’ questo l’annuncio che ripete il Salmista e aggiunge: eterna è la sua misericordia! L’intero Salmo responsoriale si snoda in un intrecciarsi di voci che lodano e cantano l’amore misericordioso del Signore, e si chiude con queste parole che ben traducono il nostro stato d’animo: “Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso”.

Sì, questo è il giorno di Cristo crocifisso e risorto, è il giorno della sua Pasqua di resurrezione che chiama tutti noi a morire al peccato per risorgere con Lui a vita nuova; questo è il Giorno santo in cui siamo stati rigenerati “per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce”. La liturgia ci esorta pertanto alla gioia, invita alla speranza, incoraggia ad amare il Cristo risorto e a seguirlo come fecero i primi cristiani, che vivevano lieti insieme, pregavano uniti, tenevano ogni cosa in comune. Tra loro regnava l’amore.

A questa icona della prima comunità dobbiamo costantemente guardare per rispecchiarci in essa e carpirne il segreto. E quale è in effetti il segreto se non aprire sinceramente il cuore a Cristo e ricevere da Lui il perdono dei peccati? Il suo Spirito Santo rinnova e trasforma anche le umane esistenze più compromesse e deviate. Questo è il dono della Divina Misericordia! La pace, che Gesù dona agli Apostoli apparendo loro, è dunque frutto del perdono divino, è dono della misericordia divina. La pace autentica non può esserci allora senza il perdono e la riconciliazione, ma solo il Signore può realmente pacificare il cuore dell’uomo. Ecco l’annuncio di cui l’umanità ha sempre bisogno! In questo giorno invochiamo Cristo, fonte della pace, perché apra i nostri cuori e ci renda disponibili ad accogliere il dono della sua pace che possiamo ottenere mettendo le nostre mani, come quelle dell’incredulo Tommaso, nel suo costato. Da quel santo costato, nell’ora della morte, scaturì sangue ed acqua, segni e doni della Divina Misericordia per l’intera umanità.

Messaggera della Divina Misericordia nel secolo scorso è stata suor Faustina Kowalska, beatificata il 18 aprile 1993 e canonizzata il 30 aprile del 2000 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, anch’egli apostolo infaticabile dell’amore misericordioso di Cristo. In occasione della beatificazione di quest’umile suora, egli ebbe a dire: “Che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sarà l’avvenire dell’uomo sulla terra? A noi non è dato di saperlo. E’ certo tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma la luce della Divina Misericordia che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio”. L’intera vicenda umana di suor Faustina è un canto alla misericordia di Dio. Ella amava ripetere che “l’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia” (Diario, p. 132). Come Tommaso, anche noi, talora incagliati fra gli scogli delle inquietudini e delle incertezze del nostro tempo, presi dal dubbio o dall’indifferenza che serpeggiano a volte anche tra i cristiani, vorremmo segni tangibili a conforto delle nostre attese, a sostegno della nostra fede. Come lui anche noi qualche volta diciamo: “Se non vedo nelle mani di Cristo il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato non crederò”. Il segno della misericordia divina è ben visibile ed è il costato squarciato del Signore risorto che ha vinto per sempre il male e la morte.

“Gesù, confido in Te!”. Quante volte nei momenti difficili della nostra vita abbiamo ripetuto questa bella invocazione che campeggia nel quadro di Gesù misericordioso! Sulla croce Gesù si è fatto carico del cumulo immenso dei dolori dell’umanità, delle nostre colpe e delle strutture di peccato che opprimono il mondo. In tal modo, il mistero della Croce che continua a risplendere anche dopo la risurrezione del Crocifisso, “parla e non cessa mai di parlare di Dio-Padre, che è assolutamente fedele al suo eterno amore verso l’uomo (…). Credere in tale amore significa credere nella misericordia” (Dives in misericordia, 7).

Gesù non soltanto perdona i nostri peccati ma ci vuole e ci rende apostoli della sua misericordia. Così è stato per suor Faustina che nel suo Diario scrive: “Provo un dolore tremendo, quando osservo le sofferenze del prossimo. Porto nel mio cuore le loro angosce, in modo tale che mi annientano anche fisicamente. Desidererei che tutti i dolori ricadessero su di me, per portare sollievo al prossimo” (p. 365). Ci aiuti santa Faustina a confidare sempre nella Divina Misericordia così da essere anche noi, in ogni ambiente della nostra vita, diffusori di questo messaggio. Possa ogni uomo comprendere che l’intera umanità non avrà futuro certo e duraturo senza quell’intima e comune ricerca di un amore più grande che oltrepassa i limiti umani e i confini della storia personale e mondiale. In questa ricerca dell’amore più grande sta la nostra salvezza. L’incontro con la Divina Misericordia ci apra gli occhi del cuore perché possiamo riconoscere il volto di un Dio che attraverso il sacrificio del suo Figlio, ricapitola, attrae a sé l’intera umanità. Solo l’amore di Dio salverà il mondo! E questa vostra chiesa, che sorge nel cuore stesso della cattolicità, possa essere un’oasi di speranza per tanti uomini e donne alla ricerca della pace, alla ricerca di Dio.

Con questi sentimenti, proseguiamo la Celebrazione eucaristica chiedendo al Signore di sperimentare nella nostra esistenza la potenza rinnovatrice del suo amore misericordioso. Ci ottenga questo dono pasquale la Vergine Maria, che custodì nel suo cuore i segreti di Cristo suo Figlio, e ci accompagni nel pellegrinaggio terreno. Maria, Madre di Misericordia, aiutaci a diventare strumenti docili della Divina Misericordia. Amen!

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