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VISITA ALL'OSPEDALE BAMBINO GESÙ DI ROMA
IN OCCASIONE DEL SANTO NATALE

DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Martedì,16 dicembre 2008

 

Signor Presidente,
Signori Membri del Consiglio di Amministrazione,
Illustri professori e dottori,
Stimato personale paramedico e infermieristico,
Cari amici,

nell’atmosfera spirituale dell’ormai imminente Natale, questo nostro incontro assume il significato di una breve, ma intensa riunione familiare. Non è la prima volta che vengo a farvi visita, ma è in queste occasioni che incontrarsi assume, in un luogo dove ci sono molti bambini e bambini ammalati, un valore ancor più sentito. Grazie al vostro Presidente per avermi invitato; grazie pure per le sue gentili parole e per gli auguri che mi ha fatto a nome vostro. La mia presenza tra voi è innanzitutto una rinnovata occasione per ringraziarvi del servizio prezioso che quotidianamente rendete ai piccoli degenti e alle loro famiglie; la mia visita è poi occasionata dal sincero desiderio che avverto di un cordiale e sincero scambio di auguri per il prossimo Natale e per il Nuovo Anno che si affaccia all’orizzonte.

La mia gioia è ancor più grande perché vengo a trasmettervi gli auguri del Santo Padre Benedetto XVI, che segue con affetto il vostro lavoro e le importanti attività che l’Ospedale porta avanti con coraggio e generosità. Egli vi assicura, per mio tramite, la sua preghiera e uno speciale ricordo nella Notte Santa, quando trepidanti contempleremo l’evento sorprendente della nascita di Gesù a Betlemme. So che voi, qui, al Bambino Gesù, vi state ben preparando al Natale sotto la guida dei Cappellani, che ringrazio per la loro assistenza spirituale e per il sostegno che quotidianamente offrono ai bambini e ai loro familiari, affiancandoli in momenti difficili e spesso di forte trepidazione, facendo sentire a ciascuno l’amorevole presenza del Signore.

In questi giorni mi è capitato tra le mani un breve pensiero del Servo di Dio Paolo VI, questo grande pontefice del quale ricorre quest’anno il 30° della morte. “A Natale tutti diventiamo bambini – egli scrive - e gustiamo un momento delizioso…La meraviglia è una caratteristica della festa del Natale. Siamo sorpresi, siamo incantati..” Nelle sue parole troviamo sinteticamente racchiusi il sapore umano di questa festa e la sua ricchezza spirituale. Natale non è la sagra delle luminarie e il commercio dei doni; il Natale cristiano è la memoria che si rinnova dell’evento centrale della nostra salvezza: Gesù Cristo, il Figlio di Dio, si è fatto uomo nel grembo di Maria Vergine; è venuto per abbattere ogni muro di divisione e per spronarci a coltivare la solidarietà. Con la sua nascita a Betlemme ha annullato le distanze, si è abbassato, si è fatto uno di noi, condividendo la stessa nostra vita. Si è presentato a noi nella spoglia grotta di Betlemme con la tenerezza e la debolezza di un neonato. Si capisce allora perché sia la meraviglia, come dice Paolo VI, una caratteristica della festa di Natale. Uno stupore che diventa contemplazione e porta alla preghiera. “Siamo sorpresi, siamo incantati”, scrive Papa Montini, esprimendo con questa sua breve frase l’incanto del mistero e la sorpresa di una novità che non conosce eguali.

Ma è così il Natale per tutti; è così per noi? Quale messaggio questa festa comunica agli uomini della nostra epoca travagliata da tante inquietudini e contraddizioni? Noi sappiamo, e lo ripetiamo, che il Natale è un “Vangelo”, una buona notizia di pace e di salvezza annunciata dagli angeli ai pastori: “Oggi nella città di Davide, - scrive l’evangelista Luca - è nato il vostro Salvatore, il Cristo, il Signore” (Lc 2, 11). Il bambino povero, che dorme nella mangiatoia di una squallida stalla – perché non s’era trovato per lui altro posto – è il Salvatore, il Messia annunciato dai profeti, il Figlio di Dio venuto a liberarci dalla lebbra del peccato, dalla droga dell’egoismo, dal tunnel buio e freddo della morte. Se ci lasciamo raggiungere da questo messaggio, anche noi come i pastori veniamo investiti dal canto degli angeli che risuona sulla grotta di Betlemme: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore!” (Lc 2, 14).

Pace agli uomini amati dal Signore! Siamo amati dal Signore: questa è la vera, grande e buona notizia del Natale. E l’amore di Dio genera in noi la pace e ci rende strumenti di pace. Sia così per ciascuno di noi, cari amici. Questo è l’augurio che di cuore formulo per voi che lavorate in questo luogo di cura dove sono indispensabili persone che si distinguano non solo per riconosciuta professionalità, ma anche per un senso spiccato di umanità, di comprensione, di amicizia e di amore. Continuate a lavorare così, unendo i vostri sforzi per venire incontro alle necessità dei bambini degenti con vero spirito di servizio e con atteggiamento di generosa dedizione. È importante infatti lavorare insieme, con spirito di comunione, nel rispetto delle singole competenze e nello sforzo di valorizzarle al massimo. Questi auguri li affido alla materna intercessione di Maria, mentre invoco la benedizione di Dio per l’intera famiglia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e per quanti in esso sono accolti. Buon Natale!

 

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