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VISITA IN POLONIA
DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

SANTA MESSA IN OCCASIONE DELLA
FESTA DI MARIA SANTISSIMA,
REGINA DELLA POLONIA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE

Jasna Góra
Domenica, 3 maggio 2009

 

Sia lodato Gesù Cristo!

Signori Cardinali, Arcivescovi e Vescovi,
Reverendo Padre Generale dei Monaci di San Paolo Primo Eremita con i suoi Confratelli,
Cari Sacerdoti, Religiosi e Religiose,
Carissimi fratelli e sorelle pellegrini!

Sono veramente onorato di presiedere la celebrazione della Santa Messa in questo giorno dedicato a Maria Santissima, Regina della Polonia, venerata a Jasna Góra, e di predicare dal “pulpito della nazione”, come viene definito questo luogo santo. Spesso, in passato, lo stesso Cardinale Karol Wojtyła celebrò la Santa Messa in occasione di questa solennità, tanto che alcuni mesi prima di essere eletto al soglio di Pietro, il 3 maggio del 1978, qui tenne uno stupendo sermone, nel quale spiegò perchè la Chiesa in Polonia si era consacrata come “schiava d’amore” alla Madre di Dio. Non è poi superfluo sottolineare che, con la sua elezione a Vescovo di Roma, la dottrina mariana tipica di Jasna Góra, marcata in profondità dalla cultura e mentalità slava, è diventata, potremmo dire, eredità della Chiesa universale.

Ulteriore motivo di gioia per me è ricordare il Cardinale Stefan Wyszyński e la sua incomparabile opera mariana, che qui trovò un solido fondamento. Nei 33 anni del suo ministero come Primate, egli fece di Jasna Góra un segno luminoso della presenza della Madre di Dio nella vita della Chiesa e della nazione polacca. Insieme a lui, l’Episcopato e l’intera Chiesa si affidarono alla Vergine del Soccorso, Signora di Jasna Góra, certi che, per mezzo del suo aiuto, la Polonia sarebbe stata protetta e difesa. E proprio grazie al Primate Cardinale Stefan Wyszyński, sostenuto dall’amico, il Cardinale Karol Wojtyła, questo Santuario è diventato un riferimento reale per la vita nazionale. E quante volte è risuonata in questo luogo la preghiera che abbiamo pronunciato all’inizio della Messa: “O Dio, Tu hai dato al popolo polacco nella Santissima Vergine Maria un meraviglioso aiuto e difesa, concedi propizio, per l’intercessione della nostra Madre e Regina, che la religione goda la libertà e la nostra patria si sviluppi nella pace”.

Carissimi, il Vangelo che è stato proclamato ci ha riproposto la scena del Calvario, quando ai piedi della croce, Maria, ricevette da Gesù morente Giovanni come figlio, e, nello stesso tempo, affidò a Giovanni Maria come madre. Questa scena evangelica è stata scelta per la festa della Regina della Polonia, la festa della Madre che, durante tutte le prove attraversate dal vostro popolo, non vi ha mai abbandonato. Ha sorretto voi, suoi diletti figli nella fede, e vi ha guidato nei momenti del combattimento e della prova. Non è forse vero che tante volte il popolo polacco, nella sua tormentata storia, ha sperimentato una speciale protezione della Madre di Dio? La Regina e Madre di Jasna Góra è diventata il simbolo della libertà nazionale e dei sentimenti religiosi dei Polacchi, tanto che Papa Pio XI approvò nel 1924 la speciale festa della Regina della Polonia e permise di festeggiarla il 3 maggio, giorno della proclamazione della Costituzione nel 1791. Ed in seguito, Giovanni XXIII, la proclamò principale Patrona della Polonia, accanto ai santi Adalberto e Stanislao.

Vorrei ora soffermarmi a riflettere sul significato profondo che riveste questo santuario dedicato alla Regina della Polonia. Giovanni Paolo II scrisse nella “Redemptoris Mater” che la “presenza di Maria trova molteplici mezzi di espressione al giorno d’oggi come in tutta la storia della Chiesa. Possiede anche un multiforme raggio d’azione: mediante la fede e la pietà dei singoli fedeli (...), mediante la forza attrattiva e irradiante dei grandi santuari, nei quali non solo individui o gruppi locali, ma a volte intere nazioni e continenti cercano l’ incontro con la Madre del Signore, con colei che è beata perché ha creduto, è la prima tra i credenti e perciò è diventata Madre dell’Emmanuele. (...)”. Fra i luoghi di questa geografia della fede, Giovanni Paolo II non poteva non ricordare il Santuario di Jasna Góra, che va considerato non solamente come luogo privilegiato dei sentimenti religiosi nazionali, ma prima di tutto come evento di fede, ove Cristo è presente nelle mani di Maria, in modo tangibile e concreto.

Il santuario di Jasna Góra può essere definito “la Nazaret polacca”, ove i pellegrini imparano a rispondere sempre “si” a Dio e a vivere da autentici suoi figli. Jasna Góra è come Betlemme, dove Maria presenta Gesù a tutti, e dove tutti insieme con la loro Madre cantano l’inno di adorazione del Figlio di Dio presente tra noi. Jasna Góra è, in modo singolare, la “Cana polacca” - come sottolineavano sia il Cardinale Wyszyński che Giovanni Paolo II - dove Maria indica Gesù continuamente e a Lui rimanda tutti i pellegrini. Così fece a Cana di Galilea: “Fate quello che Egli vi dirà” (Gv 2, 5b). Questo santuario è anche il “Calvario polacco”, dove sotto la croce di Cristo e sotto la croce storica dei Polacchi è presente sempre Maria, Madre dalla salda fede, che mai ha abbandonato i suoi figli. Infine, Jasna Góra è il “Cenacolo polacco”, ove la Chiesa pellegrina prega insieme con Maria, invocando l’effusione dello Spirito Santo, che non cessa di rinnovare il volto della terra e della storia.

La storia di questo santuario si intreccia strettamente con quella gloriosa dei Padri Paolini, figli di san Paolo Primo Eremita, che qui svolgono il loro preziosissimo servizio. Cari Padri Paolini, la vostra presenza costituisce un grande dono per tutti, e oggi che si celebra la chiusura delle manifestazioni per i 700 anni del riconoscimento pontificio della vostra famiglia religiosa, desidero salutare con speciale deferenza il Vostro Superiore Generale, P. Matuszewski Izydor.

La vostra storia conta sette secoli ed è ricca di momenti di grande sofferenza e martirio, specialmente nel periodo dell’ invasione turca in Europa; sette secoli di servizio reso alla Chiesa in diversi Paesi, fra i quali il Sudafrica, l’Australia, la Bielorussia, la Boemia, il Camerun, la Crozia, la Francia, la Germania, l’Inghilterra, l’Italia, la Lettonia, la Polonia, la Slovacchia, gli Stati Uniti d’America, l’Ucraina e l’Ungheria.

E’ una storia, la vostra, segnata da un percorso affascinante, che sarebbe bello ripercorrere nelle sue diverse tappe. A noi, oggi, basta ricordare che, dopo non poche vicissitudini, fu il Legato “a latere” del Papa Clemente V, il Cardinale Gentilis de Monte Florido, ad approvare, in nome del Papa, il vostro Ordine, il 13 dicembre 1308, dandovi la Regola di Sant’ Agostino. Un anno dopo, nel 1309 - proprio sette secoli fa - il Papa Clemente V dette la sua approvazione alle vostre prime Costituzioni. E l’Ordine dei Paolini, fino al suo scioglimento, nel 1786, si era esteso in tutta Europa contando più di cento monasteri. All’inizio del XX secolo, ne restavano però solo due: questo ed un altro a Skałka, Cracovia.

Mi piace anche ricordare che di recente il vostro Confratello, Padre Stanislao, è stato ordinato Vescovo della diocesi sudafricana di Umzimkulu. Ecco un segno di come il vostro Ordine si inserisce bene nella missione evangelizzatrice della Chiesa. Sappiamo, inoltre, che la Polonia è una sorgente continua delle vocazioni paoline, e anche ciò è un segno della benedizione del Signore e dell’intercessione della Vergine Madre, Regina della Polonia, che voi servite, con grande amore, in questo Santuario.

Cari Padri Paolini! L’impronta caratteristica del monaco è “vedere il mondo con gli occhi di Dio”, anelando a partecipare alla vita nascosta in Dio, nella Santissima Trinità. Attingendo all’esperienza e al carisma del vostro Patriarca San Paolo di Tebe, e guidati dalla vostra Patrona, la Madre di Dio, cercate costantemente solo Dio e sforzatevi di andare incontro ai bisogni dell’uomo di oggi. Come San Paolo Primo Eremita, vostro Padre, scegliete la strada del silenzio e della preghiera, che permette di ritrovare il proprio cuore in Dio; cuore dove arde eterno il fuoco dell’amore.

Per la protezione della Madre e Regina degli Eremiti e per l’intercessione di San Paolo di Tebe, il Signore vi rafforzi nella fede e nella vostra vocazione, affinché possiate essere strumenti di pace e di riconciliazione nella Chiesa e nel mondo intero. E voi, carissimi pellegrini, accogliete Maria con voi, portatela nella vostra vita quotidiana, e siate suoi discepoli docili e obbedienti! Amen!

 

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