The Holy See
back up
Search
riga

 CAPITOLO GENERALE DELL’ORDINE
DELLA BEATA VERGINE MARIA DELLA MERCEDE
(MERCEDARI)

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Domenica, 16 maggio 2010
 

Carissimi Padri capitolari,

desidero esprimere a tutti voi il mio più cordiale saluto. In particolare, saluto il vostro Maestro Generale, Padre Giovannino Tolu, e lo ringrazio per le fraterne espressioni che ha voluto indirizzarmi. Ho accettato con gioia l’invito a celebrare con voi questa Eucaristia, nel contesto dei lavori del vostro Capitolo Generale; la condivisione di questo momento è una preziosa occasione per stringere e ravvivare i legami che uniscono l’Ordine della Beata Maria Vergine della Mercede alla Sede Apostolica. Per questo sono lieto di parteciparvi il cordiale saluto di Sua Santità Benedetto XVI e di assicurarvi che vi segue con la Sua preghiera.

Personalmente, ricordo e confermo anche il mio rapporto ormai antico e consolidato con i vostri Superiori, soprattutto in ragione della mia vicinanza alle Suore di Nostra Signora della Mercede.

Questa Assemblea Capitolare vi vede riuniti per verificare e riflettere sul vostro carisma, cioè sullo stile proprio del vostro Ordine di professare i consigli evangelici. Quel Dio, che ha voluto farsi così vicino alla nostra umanità da diventare in tutto uguale a noi, eccetto che nel peccato, chiama ogni uomo a riconoscerlo e a seguirlo, ciascuno secondo una vocazione specifica. Questa specificità fa parte di un dono misterioso della Grazia divina, per cui ad alcuni è dato di collaborare con il Signore con una missione particolare. Si tratta di un dono totalmente provvidenziale e gratuito ed è per tale dono dello Spirito Santo che possiamo riconoscere e testimoniare l’amore salvifico di Dio; che possiamo anche ricambiarlo, amandolo come Lui ci ha amati, e amando il prossimo con questo stesso amore.

Cari Padri, grande è la vostra responsabilità nell’orientare l’Ordine, perché risponda il più fedelmente possibile alla chiamata divina e realizzi generosamente il compito che gli è stato affidato; c’è bisogno di avere uno sguardo soprannaturale su ogni situazione, di assumere una prospettiva di fede. Occorre affidarsi al Signore nell’abbandono fiducioso e coraggioso ai suoi disegni. Essi tendono al bene dell’umanità che dobbiamo servire ed a cui dobbiamo testimoniare il Vangelo della redenzione. La celebrazione di questo Capitolo è un’occasione privilegiata per ribadire la scelta di non anteporre nulla alla sequela Christi e al suo progetto di amore su di voi.

A questa radicalità richiama oggi la liturgia della Solennità dell’Ascensione del Signore. Essa prospetta e fa intravedere a quale destino di bene è chiamato ogni cristiano: la comunione con Gesù Risorto, con il Re della gloria, con Colui che è venuto nel mondo per vincere il peccato e la morte. Per questa vittoria il Padre lo ha esaltato al di sopra dei cieli tra il coro festoso degli angeli e lo ha fatto sedere alla sua destra. Giudice del mondo e Signore dell’universo, Cristo non è venuto per accusare l’uomo, né per condannarlo, ma per prendere su di sé e togliere il peccato del mondo, giustificando quanti credono in Lui e riconciliando l’umanità intera con il Padre. Nell’unirsi alla condizione umana, Egli ci ha accomunato a sé e ci ha preceduto nella dimora eterna per dare a noi, sue membra, la certezza che saremo glorificati insieme con Lui, nostro capo (cfr. Prefazio dell’Ascensione).

Abbiamo ascoltato il racconto del Vangelo di Luca in cui Gesù costituisce gli Apostoli come testimoni della sua passione, morte e resurrezione; “nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati” (Lc 24,47). Nella sua morte e resurrezione Gesù ci dona lo Spirito Santo e, attraverso lo Spirito, ci riconcilia con il Padre e perdona i nostri peccati, annullando ogni nostro debito. Per il dono dello Spirito Santo ci è dato anche di riconoscere e comprendere quanto il Padre ci abbia amato in Gesù, nel sacrificio di suo Figlio. “Egli è apparso” – dice la Lettera agli Ebrei – “per annullare il peccato, mediante il sacrificio di se stesso” (Eb 9,28): per mezzo del suo sangue, attraverso l’immolazione del suo corpo, della sua carne, Egli ci ha purificato, e pagando il prezzo del nostro riscatto, ci ha liberato dalla schiavitù del peccato. A caro prezzo siamo stati redenti! Quale immensa grazia! Attraverso il sacrificio della sua croce, offrendo la sua vita, Gesù ci ha donato la vera vita.

Nella meditazione di questo mistero, lo Spirito ha animato san Pietro Nolasco ad offrirsi come riscatto per molti fratelli e ha suscitato nel suo cuore “la gioiosa disposizione a dare la vita nel «servizio» redentore, come Cristo la diede per noi” (cfr. Prologo delle Costituzioni dell’Ordine Mercedario del 1272). Pur all’interno di un lungo cammino di preparazione, per l’intervento prodigioso di Maria Santissima - l’apparizione che avvenne la notte tra il 1° e il 2 agosto del 1218 - Pietro si decise a fondare un Ordine religioso, quale strumento di liberazione per i fratelli schiavi. Atto suggellato il 10 agosto, ai piedi dell’icona mariana venerata nella cattedrale di Barcellona, dove ebbe inizio l'Ordine della Vergine Maria della Mercede, per la redenzione degli schiavi. I primi Mercedari si sentirono scelti dal Signore per testimoniare il suo amore a quanti avevano perduto la libertà, e questo in ordine alla preservazione della fede. La loro infaticabile opera e il loro impegno senza riserve a visitare e redimere i cristiani divenuti schiavi dei saraceni, ha così dato forma, in particolari circostanze storiche e sociali, al “carisma di redenzione”, che fondandosi sul comandamento dell’amore, col passare del tempo è giunto ad abbracciare tutte le opere di misericordia corporale e spirituale, in uno spirito di donazione totale di sé ai “fratelli più piccoli” (cfr Mt 25,34-36). Come avvenne per quel primo gruppo, tanti altri, nel corso dei secoli, si sono impegnati con il quarto voto, con cui ogni Mercedario "promette di dare la vita, se necessario, come Cristo l'ha data per noi, per salvare i cristiani che si trovano nell'estremo pericolo di perdere la loro fede nelle nuove forme di schiavitù" (Costituzioni n.14). Questo principio fondamentale, richiamato dalle vostre Costituzioni, orienta anche il discernimento operato da questo Capitolo, perché si ravvivi l’entusiasmo delle origini, non solo nelle zone del mondo in cui l’Ordine è in crescita numerica, ma in ogni suo componente.

Carissimi, l’importante vocazione che è stata affidata ai Mercedari nel disegno salvifico divino, fin da subito e in ogni epoca ha indirizzato il vostro impegno a vivere e testimoniare il vangelo della redenzione. Anche oggi Dio continua ad affidarvi il compito di annunciare la liberazione ai prigionieri, agli uomini e alle donne del nostro tempo, soggetti a vecchie e nuove schiavitù. L’uomo contemporaneo, che talvolta continua ad essere asservito a schemi ideologici, è sempre più ostaggio del secolarismo e del relativismo; rischia di pensare di poter edificare la società senza Dio; ripone la propria speranza in sé stesso, anziché in Colui che solo può soddisfarla (cfr Ef 2,12). Proprio da qui nasce la difficoltà forse più profonda per una vera opera evangelizzatrice: alla radice della sfiducia nella vita c’è infatti una crisi di fiducia in Dio e l’incapacità di riconoscere il suo amore. “L’uomo della strada” ha bisogno di qualcuno che gli faccia intravedere la possibilità di un’esistenza liberata, illuminata dalla Verità di Gesù, da cui non è ragionevole allontanarsi, una volta percepitone il fascino perenne. Evangelizzare ed educare alla fede costituisce oggi una vera opera di liberazione, che domanda una comune sollecitudine: arduo risulta il compito di prendersi cura e accompagnare gli schiavi dei nostri giorni alla riscoperta di Dio, cioè alla comprensione del senso della propria esistenza! Cari amici, siete chiamati a testimoniare all’uomo d’oggi quanto sia avvincente una vita che si sottometta radicalmente a Dio e ai suoi progetti! Avete la missione di far sperimentare, a quanti sono oppressi da schiavitù materiali, morali e spirituali, quella carità per la quale c’è qualcuno disposto a sacrificare la propria vita, quell’ardore che spinge ad accettare di farsi prigioniero al posto di chi è schiavo, perché egli possa continuare a vivere e a crescere affidandosi al Salvatore!

Compito del Capitolo Generale è anche quello di fare un saggio e approfondito discernimento, per operare le scelte più opportune in ordine al cammino dell’Istituto. Per questo, ricordate che esso è anzitutto un cammino di santità, che sempre richiede una adesione incondizionata ai progetti di Dio, accolti gratuitamente e senza calcoli, in un assenso silenzioso. Fate posto a Dio nei vostri cuori, siate docili nell’accogliere la sua volontà per la vostra Congregazione. Le incertezze, le difficoltà, le sfide non rendano vacillanti i vostri propositi. Fatevi continuatori fedeli della testimonianza gioiosa del vostro Fondatore, per realizzare quel progetto di esercizio della carità che Dio vi ha riservato. La “logica” evangelica che ha ispirato e orientato la vita di san Pietro Nolasco e dei numerosi Santi di cui è costellata la vostra Famiglia religiosa, vi spinga a farvi promotori di scelte ispirate agli stessi ideali; sappiate mettere da parte le mode del momento, per realizzare il progetto che Dio vuole oggi affidarvi.

Cari amici, ancora una volta voglio esprimervi sentimenti di viva gratitudine e di profonda riconoscenza per il bene che operate nei 36 Paesi in cui siete presenti in tutto il mondo. Grazie per la quotidiana testimonianza di dedizione generosa al vostro ministero. Auguro di cuore che il vostro lavoro di questi giorni, oltre ad essere una forte esperienza di vita comunitaria, contribuisca ad imprimere rinnovato slancio ascetico e apostolico alla vostra Famiglia religiosa, incamminata a celebrare, nel 2018, l’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine. I Santi e Beati Mercedari veglino su di voi, sui Superiori che verranno da voi eletti e sulle decisioni che insieme assumerete; essi, che vi hanno preceduti nel pieno compimento della volontà di Dio, vi aiutino ad essere fedeli discepoli e apostoli credibili della sua Chiesa nel mondo, veri testimoni dell’amore di Cristo, che ha donato la vita per la salvezza di ogni uomo. Affido alla Vergine Santa, Madre della Mercede, ciascuno di voi e tutti i Mercedari del mondo. Amen!

 

top