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 PROCESSIONE CON LE CENERI DI SAN GIOVANNI BATTISTA

DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Genova,
Giovedì, 24 giugno 2010

 

Carissimi,

prima di impartire con le ceneri di san Giovanni Battista la benedizione su ciascuno di voi presente a questo incontro di preghiera, sull'intera Città di Genova e su tutti i suoi abitanti e, in particolare, sul nostro porto e sul nostro mare, vorrei proporvi alcune riflessioni.

Con orgoglio la Città di Genova venera Giovanni Battista come Patrono. Egli è l’uomo scelto per aprire la via e predisporre gli uomini alla venuta del Salvatore. La sua nascita è motivo di gioia perché legata a Giovanni c’è la salvezza portata da Gesù. Il popolo, quando fu annunciata a Zaccaria la nascita di Giovanni, stava fuori del tempio, era privo della Parola: da tempo ormai tacevano i profeti, mentre il popolo aveva un vivo bisogno di salvezza. Ma stava per venire la “voce” – Giovanni – che precedeva la parola, Cristo Gesù. Credo che anche oggi, come allora, abbiamo bisogno di questa “voce” perché abbiamo bisogno della Parola di salvezza che è Cristo Gesù. Giovanni è l’indice puntato su Gesù, voce che ne indica la presenza, capace di orientare tutta la vita. L’entrata in scena del Precursore del Messia atteso, inaugura l’alba della nostra èra, l’era cristiana. La predicazione di Giovanni Battista costituisce per così dire la porta di accesso al Nuovo Testamento, che mantiene tutta la sua forza penetrante anche nell’oggi della storia.

Nell’odierna società, che alcuni definiscono “post-cristiana”, nel senso che la fede sembra ormai relegata alla periferia dell’esistenza, occorre ridestare nei cristiani l’audacia della testimonianza evangelica.

La vocazione della Chiesa, della Chiesa che è in Genova e della Chiesa universale, è di essere come Giovanni Battista, voce per la Parola, che è Gesù. Voce a tutti di una presenza parlante che, ove accolta, genera gioia, perché portatrice di senso, di luce, di speranza, di novità di vita.

La crisi che attraversiamo, dal campo economico, al degrado morale, dal progressivo disgregarsi del tessuto sociale, all’emergenza educativa, ci interpellano seriamente e il tema di Dio, centrale nella fede e nella vita della Chiesa, deve diventare centrale per l’intera società, diventare oggetto di una rinnovata attenzione. “Il vero problema in questo nostro momento della storia – ha detto Benedetto XVI - è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l’umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più”.Con Lui o senza di Lui può cambiare tutto. Occorre interrogarsi in profondità, aprendosi al mistero, superando ciò che facciamo passare per ovvio, normale, abituale, frutto semplicemente delle proprie idee.

Già Sant’Agostino, profondo pensatore, Vescovo di Ippona, nella sua opera De civitate Dei parlava di due diversi amori che hanno fatto due città «la prima esalta nella sua gloria la sua testa; la seconda dice al suo Dio "Tu sei la mia gloria anche perché levi in alto la mia testa [Salmi 3, 4]". Si tratta di due istanze che generano l’una l’amore di sé, di chi si ritiene sapiente prescindendo da Dio, l’altra invece fa riferimento a Dio, testimone di ogni coscienza. Occorre allora recuperare le categorie morali di ogni città che voglia costruirsi con i due poli di riferimento: Dio e l’uomo.

Un altro grande santo, Sant’Ambrogio, Vescovo di Milano, parlando della fortuna e della prosperità di una città, affermava che questa è assicurata anzitutto da una moltitudine di uomini giusti («Quam beata civitas, quae plurimos iustos habet!»), «Come dunque tutta la città è consolidata e resa più prospera dalla presenza di persone giuste o è rovinata dalla loro scomparsa” (De Cain et Abel, II,3,12).

Coraggio Genova, città di Santi e di Sante! Qui non mancano donne e uomini saggi su cui fare leva, grazie anche all’azione lungimirante dei Pastori che hanno forgiato un solido umanesimo cristiano, che ancora germina coerenza di vita e impegno solidale.

Invochiamo dal Signore, per intercessione di san Giovanni Battista, per la Chiesa di Genova il dono di essere voce della Parola che è Cristo. Parola che apre ad un futuro di speranza.

 

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