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CERIMONIA DI APERTURA DEL XXXVI CONGRESSO
DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE “PUERI CANTORES”

DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

Aula Paolo VI
Martedì, 28 dicembre 2010

 

Dear Friends,
Cari giovani amici!

I am very pleased to be here with you today as you gather in Rome, the city of the Apostles Peter and Paul, for your Thirty-Sixth International Congress.

La vostra presenza mi riempie di gioia ed è per me motivo di soddisfazione potervi oggi ascoltare. Un affettuoso e caro saluto a ciascuno di voi, come pure, con un elogio e un incoraggiamento, a coloro che vi dirigono e vi istruiscono nel canto sacro. Vi do il benvenuto anche a nome del Santo Padre Benedetto XVI, che avrete modo di incontrare tra due giorni, accogliendo la Sua parola e ricevendo la Benedizione Apostolica.

Chers Pueri Cantores, votre venue à Rome est chargée de signification! L’occasion du trente-sixième Congrès International de la Fédération, qui se tient justement cette année dans la ville du Pape, vous permet de vous rendre sur le tombeau de l’Apôtre Pierre pour y prier celui que le Seigneur a choisi comme un roc sur lequel fonder son Église. Comme vous le savez, dès les premiers siècles de l’Église, les chrétiens ont pris l’habitude de se rendre en pèlerinage en Terre Sainte, sur les lieux où Jésus avait vécu. Désireux de mieux comprendre l’Évangile, les pèlerins visitaient les lieux saints et ils en retiraient un nouvel enthousiasme pour suivre le Seigneur. Lorsque, pour des raisons politiques et de sécurité, il ne fut plus possible de visiter la Palestine, les fidèles, animés par la même foi, commencèrent à se rendre sur les tombeaux des Apôtres qui avaient vécu avec Jésus et, de manière toute spéciale, auprès des reliques de l’Apôtre Pierre.

[Carissimi Pueri Cantores, questa vostra venuta a Roma è carica di significato! L’occasione del XXXVI Congresso Internazionale della Federazione, che quest’anno si tiene proprio nella città del Papa, vi consente di recarvi a pregare presso la tomba dell’Apostolo Pietro, colui che il Signore ha scelto come roccia su cui fondare la sua Chiesa. Voi sapete come, fin dai primi secoli della Chiesa, si instaurò tra i cristiani la consuetudine di recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa, presso i luoghi in cui Gesù era vissuto; i pellegrini visitavano i luoghi santi col desiderio di comprendere meglio il Vangelo ricevendo nuovo entusiasmo nel seguire il Signore. Quando poi, per motivi politici e di sicurezza, non fu più possibile visitare la Palestina, i fedeli, mossi dalla stessa fede, incominciarono a recarsi presso le tombe degli Apostoli, coloro che avevano vissuto con Gesù; e tra di essi, in modo del tutto speciale, presso le reliquie dell’Apostolo Pietro].

So besucht auch ihr, liebe Freude, die ihr durch die Gestaltung der Gottesdienste aus nächster Nähe am Wirken der Kirche teilnehmt, während eures Aufenthaltes in Rom das Grab des Apostels Petrus, um dort zu beten und auf diese Weise eurem Glauben konkret Ausdruck zu verleihen. Was heißt aber Glaube? Der Glaube ist zunächst eine Gabe, ein wertvolles Geschenk, das der Herr uns gemacht hat. Wie in einem Garten Samen gepflanzt wird, so hat Jesus den Glauben in unser Herz gepflanzt, damit er in uns wachse und reiche Früchte des Guten bringe. Um aber zu wachsen, muß der Glaube gepflegt werden! Nach Rom zu kommen bedeutet genau das: konkret den Wunsch zu zeigen, daß dieser Glaube genährt und entfacht wird und so reifen und Frucht bringen kann. Damit bringt ihr euren Willen zum Ausdruck, euren Glauben auf den Glauben des Apostels Petrus zu gründen. Euer Kommen nach Rom ist ferner eine wichtige Gelegenheit, um Zuneigung und Verbundenheit gegenüber dem Nachfolger des Apostels Petrus, Papst Benedikt XVI., zu zeigen, den der Herr zum sicheren Leiter der Kirche in dieser Stunde der Geschichte auserwählt hat.

[Così anche voi, cari amici, che attraverso l’animazione delle funzioni liturgiche collaborate così da vicino all’azione della Chiesa, durante il vostro soggiorno a Roma, vi recherete a pregare presso la tomba di san Pietro, esprimendo in questo modo concretamente la vostra fede. Che cos’è la fede? Innanzitutto, la fede è un dono, un regalo prezioso che il Signore ci ha fatto. Come si pianta un seme nel giardino, Gesù ha piantato nel nostro cuore la fede, perché cresca in noi e porti rigogliosi frutti di bene; ma per crescere, essa ha bisogno di essere coltivata! Venire a Roma significa proprio manifestare concretamente il desiderio che questa fede sia alimentata e ravvivata e così possa maturare e portare frutto. Con questo gesto, voi esprimete la volontà di fondare la vostra fede su quella dell’Apostolo Pietro. Inoltre, il vostro venire a Roma è una importante occasione per manifestare affetto e stima per il successore dell’Apostolo Pietro, il Papa Benedetto XVI, colui che il Signore ha scelto come guida sicura della Chiesa, in questo momento storico].

Per tutti questi motivi, la vostra presenza riveste un grande significato. Nel ringraziare la provvidenza divina che ha guidato i vostri passi fin qui, chiedete a Gesù la grazia di avere una fede ferma in Lui, assieme al dono di una consapevolezza certa che Egli vi vuole davvero bene. Cari amici, questa è la questione centrale, che vi deve stare a cuore più di tutto nella vostra vita: Gesù vi vuole bene e vuole essere il vostro amico più grande! Per questo, Lui che è Dio, ha voluto nascere in una grotta e farsi uomo: per farci conoscere la bellezza della sua amicizia. Questo è ciò che anche san Domenico Savio aveva scoperto fin da piccolo, frequentando il catechismo: aveva imparato che, nel ricevere la Comunione durante la Santa Messa, poteva accogliere dentro di sé Gesù-Eucarestia; aveva capito che questo era un grande privilegio, poter passare del tempo in compagnia di Gesù; egli sentiva che questo gli dava una felicità profonda e gli infondeva il coraggio di compiere ciò che è bene, e di riconoscere e combattere ciò che è male. In altre parole, Domenico sperimentava in sé la viva presenza di Gesù come quella di un amico vero con il quale consigliarsi; sentiva che gli insegnamenti di Gesù erano qualcosa di importante e decisivo per la vita. Come ha fatto Domenico così fate anche voi: avete una vita sola e vale la pena di spenderla bene. Seguendo coraggiosamente gli insegnamenti di Gesù, si edifica nel mondo una piattaforma di amore e di fratellanza dove tutti possono stare bene.

Queridos muchachos, vosotros tenéis la ocasión de dar lo mejor de vosotros mismos a través de vuestros cantos, con los cuales animáis las celebraciones litúrgicas, prestando así un servicio muy importante. Pues bien, sabéis que se puede cantar por muchas razones: se puede cantar movidos por el deseo de divertir a los demás, o para suscitar la admiración de quien nos escucha; o también, como hacéis vosotros, para hacer más hermoso el culto litúrgico. Pero hay una razón todavía más profunda por la cual debéis cantar bien: porque amáis a Jesús, lo queréis honrar. El apóstol Pablo, en la Carta a los Efesios que acabamos de escuchar, nos ha exhortado con estas palabras: «Buscad lo que agrada al Señor... Dejaos llenar del Espíritu... Cantad y tocad con toda vuestra alma para el Señor» (Ef 5, 10-19). Si tomáis en serio esta invitación, también vosotros, como santo Domingo Savio, aprenderéis a poner a Jesús en el centro de vuestro corazón y os llenaréis de esa alegría que encuentra en el canto su expresión más bella y sublime. Seréis mensajeros de paz y belleza a través de la suavidad del canto.

[Cari ragazzi, voi avete l’occasione di dare il meglio di voi attraverso il vostro canto, con il quale animate le celebrazioni liturgiche, facendo con ciò un servizio molto prezioso. Ebbene, voi sapete che ci possono essere molte ragioni per cantare: si può cantare perché si è mossi dal desiderio di divertire gli altri, o anche per ottenere l’ammirazione di chi ci ascolta; oppure, come fate voi, si può cantare per rendere più bello il culto liturgico. Ma c’è una ragione ancora più profonda, per cui dovete cantare bene: perché voi amate Gesù, e volete fargli onore. L’apostolo Paolo, nella Lettera agli Efesini che abbiamo ora ascoltato, ci ha esortato con queste parole: “Cercate di capire ciò che è gradito al Signore…. siate ricolmi dello Spirito, … cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore…” (Ef 5, 10-19). Se prenderete sul serio questo invito, allora anche voi, come san Domenico Savio, imparerete a porre Gesù al centro del vostro cuore e sarete pieni di quella gioia che trova nel canto l’espressione più bella e sublime. Sarete messaggeri di pace e di bellezza attraverso la soavità del canto].

Cari Pueri Cantores, offrite al Signore il dono della vostra voce e dei vostri sforzi per coltivarla e renderla sempre più degna di cantare le sue lodi; Gesù accoglierà l’offerta del vostro impegno e siate certi che Egli non si lascerà vincere in generosità. Egli vi aiuterà nel cammino della vita e sarà con voi a realizzare quel mondo futuro nel quale sperate di vivere e di amare.

Queridos amigos, acolhei dentro de vós a força de vida que há em Jesus. Esta força de vida é o seu Espírito, que Ele nos dá para dizermos «creio». Deixai a sua voz assomar aos vossos lábios. Proclamai a glória de Deus com o vosso canto e com a vossa vida santa.

Following the example of Saint Dominic Savio, develop a real personal friendship with Jesus and offer him your hearts, your singing and the whole of your lives.

 

 

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