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INCONTRO CON LE RECLUTE
DELLA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Cappella dell’Annunziata
Mercoledì, 2 marzo 2011

 

Fratelli carissimi,

ho accolto con gioia l’invito a presiedere la celebrazione eucaristica con le 11 nuove reclute della Guardia Svizzera nell’ambiente caloroso di questa Cappella. Ringrazio di cuore Mons. Alain De Raemy, vostro Cappellano per l’iniziativa e saluto cordialmente il Signor Comandante e tutti voi qui convenuti per celebrare il rendimento di grazie al Signore.

La mia riflessione toccherà brevemente tre punti che oggi sottopongo alla vostra considerazione: la missione di Cristo in opposizione alla vanagloria degli uomini; chi vuol essere il primo si faccia il servo di tutti; infine i tre “bianchi amori” della nostra fede.

a) La missione di Cristo e la vanagloria degli uomini

La liturgia della Parola del mercoledì della VIIIa settimana del Tempo Ordinario ci presenta una pericope del capitolo 10° dell’evangelista Marco. Questo brano è caratterizzato da un contrasto stridente tra quanto dice Gesù e quanto invece chiedono i due Apostoli Giacomo e Giovanni. Mentre infatti Gesù istruisce gli Apostoli sul Regno di Dio che Egli è venuto a realizzare attraverso la sua morte in croce, i due Discepoli, pensando alla gloria di un regno umano, gli chiedono di sedere uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. È qui evidente la contrapposizione tra il pensare di Dio e il pensare degli uomini. Per Dio infatti il potere è sempre equivalente a maggior servizio e maggior carico di responsabilità. Per questo lo stesso termine ecclesiastico di “ministri”, nella sua etimologia, non designa dei potenti ma dei servitori. Nel modo di vivere e di pensare degli uomini, invece, il miraggio del potere nasconde sempre l’ambiguità del proprio tornaconto, della sopraffazione dell’altro e della gloria personale.

Nella risposta Gesù fa comprendere ai due Discepoli che essi non avranno la possibilità di accedere alla gloria del potere umano, ma – se lo vorranno - solo al “calice divino”, cioè alla croce, a cui Egli stesso sta per andare incontro salendo a Gerusalemme. Il Regno di Dio perciò corrisponde al Regno dell’amore che si costruisce attraverso la croce e il sacrificio e si contrappone al Regno degli uomini, frutto del compromesso, della autoaffermazione e, a volte, del sopruso sui propri simili.

La missione della Chiesa è rendere presente in ogni tempo la stessa missione del Cristo, indicando nella croce il segno più autorevole della logica dell’amore di Dio, che supera le ristrette vedute della giustizia umana e quelle ancor più anguste del potere e della gloria. Ciascuno nel suo stato di vita, noi da ministri ordinati, voi da laici, è chiamato a partecipare all’unica missione di Cristo nella realtà odierna, assumendo la logica di Dio, contrapposta a quella umana. Nella preghiera possiamo così ripetere con umiltà: “Non a noi Signore, ma al tuo nome dà gloria”.

b) Chi vuol essere il primo si faccia il servo di tutti

La seconda parte del brano del Vangelo spiega ancora meglio il criterio d’amore di Dio, che noi cristiani siamo chiamati a mettere in pratica in ogni circostanza di vita: la scelta del servizio, nonostante le difficoltà legate alla realizzazione in concreto di questo criterio cristiano per eccellenza. È grande agli occhi di Dio infatti, proprio chi si mette al servizio degli altri.

Dice l’Evangelista: “Tra voi non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (10, 43-44).

La vita militare è contrassegnata da gradi di comando e di gerarchia, marcati come è ovvio da rispetto e obbedienza. Ogni sistema ordinato prevede dei superiori dediti alla guida. Così è anche nella Chiesa, vista nel suo aspetto istituzionale. Tuttavia, nostro compito è comprendere che nella logica di Dio chi più comanda è colui che più serve, e chi serve ed ama davvero gli uomini è il vero “superiore”.

Continuiamo, cari fratelli, a familiarizzare con i paradossi del Vangelo. Fate a gara non nel primeggiare tra gli uomini, bensì nel servire: sarete così primi allo sguardo attento di Dio.

c) I tre “bianchi amori” della cattolicità

Nell’identità cattolica vi sono tre elementi costitutivi che ci distinguono marcatamente e che possono offrire un buon criterio di appartenenza anche nel servizio di guardia che voi vi accingete ad iniziare alla persona del Santo Padre. Questi elementi caratteristici sono i cosiddetti “tre bianchi amori”: per l’Ostia consacrata, per la Vergine Maria, per il Papa.

Innanzitutto l’amore per l’Eucaristia: essa nutre e alimenta l’anima di ogni cristiano, così che tutto, pensieri, parole e azioni, sia indirizzato a Cristo, meta della nostra esistenza terrena. L’Eucaristia è l’alimento essenziale per chi intende percorrere la strada del Vangelo: è l’ausilio e la medicina indispensabile per vivere l’itinerario della croce di Cristo.

In secondo luogo l’amore per Maria, la Madre di Cristo e di tutti i credenti. Da sempre la Chiesa indica in Maria il modello principe della nostra fede, perché il suo itinerario di fede e di obbedienza a Dio è esemplare e insuperabile per vivere in rapporto con Dio. Anche affettivamente il nostro cuore riceve nuova linfa nel rapporto di preghiera con la Madre celeste, perché non solo la nostra mente, ma anche il nostro cuore e i nostri sentimenti siano indirizzati a Dio.

Infine l’amore per il Papa. Da secoli la Guardia Svizzera è custode dell’incolumità del Vicario di Cristo in terra. Se quindi ogni cristiano nutre sentimenti di venerazione e ossequio verso il Santo Padre, per voi che iniziate il vostro servizio questo discorso vale ancora di più. Amarlo, servirlo, custodirlo, proteggerlo è il vostro compito principale. Rendendo questo servizio al Papa voi servite Cristo: amando il Papa amate Cristo, proteggendo il Papa proteggete Cristo, pronti anche a dare la vita per Lui.

Vi auguro, perciò, di profittare di questo tempo di permanenza nella Città Eterna, per ravvivare sempre di più il vostro amore per Gesù Eucaristia, per la Vergine Maria e per il Santo Padre Benedetto XVI°.

 

 

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