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INAUGURAZIONE DELL’ISTITUTO SALESIANO “RAINERUM” DI BOLZANO

DISCORSO DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

Sabato, 14 maggio 2011

 

Cari amici,

Sono lieto di aver potuto aderire al vostro invito ed essere così presente a questo significativo incontro, per condividere la gioia di un evento – l’inaugurazione del vasto e articolato complesso dell’Istituto Rainerum dei Salesiani Don Bosco, recentemente rinnovato e ampliato – vero gioiello nel contesto della realtà socio-educativa di questa Città e dell’intera Provincia di Bolzano.

Vi ringrazio per la calorosa accoglienza che mi avete riservato e porgo a tutti i presenti il mio cordiale saluto. In particolare saluto l’Ecc.mo Vescovo, Mons. Karl Golser, il Vice Presidente della Provincia Autonoma dottor Christian Tommasini, l’Assessore Provinciale, Dott.ssa Sabina Kasslatter Mur, il Sindaco di Bolzano, Dottor Luigi Spagnolli, tutte le altre autorità civili, militari e religiose che ci onorano con la loro presenza, senza dimenticare l’Ispettore Don Eugenio Riva e il Direttore dell’Istituto, Don Giannantonio Bonato.

Sono latore di uno speciale pensiero di Sua Santità Benedetto XVI, che, da me informato di questa mia visita, mi ha incaricato di portarvi il Suo affetto e la Sua benedizione apostolica. Sono certo che, tornando a Roma, avrò modo di raccontarGli tutto quanto ho visto e udito in mezzo a voi; soprattutto avrò modo di assicurarLo che il Rainerum, fedele alla vocazione di Istituto salesiano, vive e lavora a tutto campo nel vasto progetto educativo della scuola, verso il quale si è orientata la Chiesa. Sappiamo, infatti, che la Chiesa in Italia ha deciso di porre al centro del cammino pastorale dei prossimi anni la scelta esplicita della missione educativa.

Ma, trovandomi oggi in mezzo ad un gran numero di giovani, lasciate che mi rivolga innanzitutto a loro.

Cari giovani, tutto quanto è stato realizzato in questa casa è per voi. E’ a vοi che viene rivolta ogni attenzione nel desiderio di aiutarvi a crescere e nella speranza che diventiate ciò che don Bosco sognava: "buoni cristiani ed onesti cittadini".

Vοi, giovani, siete portatori di promettenti risorse e di nuove opportunità, ma non mancano i limiti; i vostri bisogni e desideri sono carichi di speranze, ma anche di delusioni. Siete alla ricerca della vostra identità e anelate ad una libertà non disgiunta dalla responsabilità; aspirate ad amare e ad essere amati in maniera autentica e, per questo, avvertite il bisogno di un confronto vitale non solo con i vostri coetanei, ma anche con quegli adulti che testimoniano una vita permeata da valori positivi, che si affiancano a voi nel non facile cammino verso la maturità.

In ogni processo educativo voi, giovani, siete i principali protagonisti, mentre tutti gli altri, siano essi genitori, educatori, docenti, pastori, politici, ecc., nel loro specifico compito e ruolo, nel trasmettervi delle conoscenze intellettuali, sono – devono essere – nello stesso tempo degli indicatori della rotta, pronti ad aiutarvi a correggerla nel caso aveste intrapreso quella sbagliata. “Voi giovani – ha detto Benedetto XVI - avete il diritto di ricevere dalle generazioni che vi precedono punti fermi per fare le vostre scelte e costruire la vostra vita, come una giovane pianta ha bisogno di un solido sostegno finché crescono le radici, per diventare, poi, un albero robusto, capace di portare frutto” (Benedetto XVI, Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011, 6 agosto 2010). Ecco perché gli adulti condividono le vostre passioni, dedicano il loro tempo e le loro forze per favorire un armonico sviluppo di tutte le capacità che sono dentro di voi.

Desidero allora evidenziare, di fronte a tutta questa assemblea, che, nei confronti delle esigenze educative dei giovani, i miei confratelli Salesiani si sentono particolarmente interpellati in ragione della loro vocazione e della loro storia, che trae origine da quel grande educatore che fu Don Bosco. Essi donano se stessi con generosità, pur riconoscendo i loro limiti e ben sapendo che non potranno mai raggiungere tutti i giovani, né dare una efficace risposta a tutte le situazioni di bisogno. A loro, e non solo a loro, ma a tutti coloro che operano in questo Istituto, esprimo sentimenti di profonda gratitudine.

Secondo l’avvincente e impegnativo programma educativo del Rainerum, che trova applicazione grazie a questa struttura rinnovata e accogliente, viene offerta ai giovani la possibilità di godere di un ambiente positivo e propositivo; la possibilità di vivere e crescere in un luogo dove si respira l'aria buona delle relazioni cordiali tra giovani ed educatori; un luogo dove poter colloquiare e veder fiorire amicizie serene e sincere; dove poter valorizzate le reciproche diversità come opportunità positive di apertura; dove poter esercitare la solidarietà e la collaborazione.

So che non mancano le iniziative per far sprigionare l’entusiasmo del dono di sé agli altri, tramite l'esercizio di svariate forme di servizio, sia dentro la comunità scolastica che al di fuori, per venire in aiuto a ragazzi e giovani che non hanno le opportunità favorevoli che ci sono qui. Sono a conoscenza dell'impresa "Un pane per Betlemme", dell'impegno per la costruzione d'una scuola in Centro Africa e dell'aiuto che offrite ai ragazzi di Moldavia. So anche – ed è normale in una casa salesiana - che in questo Istituto brilla l’allegria, nelle espressioni e nei linguaggi propri dei giovani, condensata in momenti di festa che vedono la partecipazione di ragazzi, genitori ed educatori.

Vorrei però sottolineare l’importanza di progettare itinerari culturali che dispongano la mente agli interrogativi circa il senso ultimo della vita e che aprano il cuore e l’anima all’annuncio evangelico. Una scuola, per adempiere compiutamente al compito di una formazione integrale, nei suoi vari gradi, ha il delicato e imprescindibile dovere di offrire occasioni di approfondimento della fede, condivisa e celebrata.

Nel pensiero educativo di Benedetto XVI emergono delle indicazioni rivolte ai giovani di grande e profondo significato. Cito un passaggio del messaggio scritto in vista della prossima Giornata Mondiale della Gioventù che avrà luogo a Madrid il prossimo mese di agosto: “Cari amici, vi invito a intensificare il vostro cammino di fede in Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Voi siete il futuro della società e della Chiesa! … E’ vitale avere delle radici, delle basi solide! E questo è particolarmente vero oggi, quando molti non hanno punti di riferimento stabili per costruire la loro vita, diventando così profondamente insicuri. Il relativismo diffuso, secondo il quale tutto si equivale e non esiste alcuna verità, né alcun punto di riferimento assoluto, non genera la vera libertà, ma instabilità, smarrimento, conformismo alle mode del momento”. Non sentite rieccheggiare in queste parole l’esortazione del grande amico dei giovani, il Beato Papa Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Alla Sua salvatrice potestà, aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa c’è dentro l'uomo”.

L'attuale ricorrenza va perciò interpretata come un rilancio dei valori fondanti dell’umanesimo cristiano, come una carica di entusiasmo supplementare nel metterli in pratica, certi che nella fatica di ogni giorno è già presente il risultato che vi siete proposti, che è quello – come dicevo - di assimilare principi sani e robusti per essere operosi e generosi, capaci di contribuire al bene comune della società nella quale vivete.

Don Bosco ci ha insegnato che per questo paziente lavoro occorre aver fiducia in Dio, ma anche fiducia in quel "punto accessibile al bene" presente in ogni giovane, sul quale egli faceva leva per educare anche i ragazzi più difficili; così che, di fronte a difficoltà impreviste e persino a fallimenti momentanei, mai vengano meno il coraggio e l'ottimismo nell'educare. Questa è un'eredità che, per noi Salesiani, è preziosa.

Mi risulta che, qui al Rainerum, tutto ciò viene preso in grande considerazione e si realizza in maniera diversificata nei diversi settori dell’azione educativa. Si tratta di un fronte piuttosto vasto che comprende, come abbiamo visto, la Scuola Superiore di primo grado con tre sezioni; la Scuola Superiore di secondo grado nell'indirizzo di Liceo scientifico con opzione delle scienze applicate; il Convitto per studenti delle scuole superiori; il Collegio universitario con un centinaio di giovani provenienti da diversi Paesi del mondo; l'Associazione Juvenes, che gestisce un centro giovanile interno, promuove iniziative estive a favore dei ragazzi della città, collabora con progetti promossi sia dalla Chiesa locale che dalla Provincia; il teatro cinema che si apre al grande pubblico e offre spettacoli settimanali specialmente dedicati ai bambini e ai ragazzi; l'Associazione Genitori che cura con apposite proposte la formazione delle famiglie e si prodiga per sostenere diverse iniziative condividendole con i propri figli; il Centro Salesiani Cooperatori che, oltre all'aiuto missionario, offre un quotidiano servizio ai ragazzi della scuola con la presenza al bar e alla sala giochi.

Infine, il desiderio di servire i ragazzi di questo territorio in fedeltà agli insegnamenti di don Bosco e ad una consolidata tradizione, si avvale anche della collaborazione di tanti ex-Allievi che operano con l'amicizia, il consiglio e l'aiuto concreto.

Ringrazio Dio per tanta fecondità di opere e per lo zelo che vi anima nei diversi compiti che vi sono assegnati in questo Istituto. Nello svolgimento delle vostre mansioni voi partecipate allo sforzo della Chiesa universale teso a servire, ovunque, la dignità della persona umana, combattendo tutto ciò che si oppone alla verità e alla giustizia, promuovendo la pace in tutte le sue espressioni, compreso il riconoscimento delle diversità etniche e la valorizzazione dei peculiari patrimoni culturali e dando vita, in questo modo, ad una convivenza sempre più armonica, condizione del vero progresso della fraternità universale.

Continuate, giovani e adulti armoniosamente insieme, ad essere discepoli del Signore convinti e coerenti; continuate a portare nella vita pubblica i valori del Vangelo, a costruire comunità accoglienti soprattutto verso i più disagiati, a protendervi con intelligenza e responsabilità sui grandi problemi che travagliano il mondo d'oggi.

II mio augurio è che questa scuola sia davvero un laboratorio di umanità, una palestra di universalità ed una frontiera di evangelizzazione. Lo sguardo è rivolto, quindi, al futuro per un nuovo slancio di fiducia e di impegno.

La benedizione che Benedetto XVI mi ha incaricato di portarVi sia per tutti voi un forte incoraggiamento ad andare avanti con una carica rinnovata e con la gioia nel cuore, perché, siatene certi, con lo sguardo del Papa è giunto a voi il segno del compiacimento di Dio sul Rainerum.

Maria Ausiliatrice, la “Madonna di Don Bosco”, sia sempre riconosciuta e venerata da tutti voi come una madre amorevole e forte, capace di sostenervi nelle lotte quotidiane e di vincere le eventuali discordie che ostacolano il cammino. A Maria Ausiliatrice è dedicato tutto il complesso del Rainerum e per questo possiamo nutrire le migliori speranze, come faceva don Bosco.

  

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