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PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA DELL'ARCHIVIO SEGRETO VATICANO

DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

Sala Stampa della Santa Sede
Martedì, 5 luglio 2011

 

Signor Cardinale, Eccellenza,
Signor Sindaco di Roma, Signor Soprintendente, Signor Assessore,
Signori giornalisti!

Sono lieto di portare il mio saluto a tutti voi e il mio augurio ad una Mostra, che oggi si presenta alla stampa, certamente molto impegnativa sia nella fase di progettazione, sia in quella organizzativa. Il suo stesso oggetto – l’Archivio Segreto Vaticano – è infatti una realtà complessa, vastissima (fu definito un oceano), che abbraccia tutto il mondo occidentale prima, e il Nuovo Mondo poi, e tutti i Continenti, nei quali la Chiesa Cattolica si è diffusa e radicata.

La ricchezza intrinseca dell’Esposizione è inoltre accresciuta dal fatto che essa è stata allestita fuori dal Vaticano, sul Colle del Campidoglio, che simbolicamente evoca il “cuore” di Roma e il suo rapporto con la città papale lungo i secoli. Si trattava infatti di far convergere le risorse dell’Archivio Segreto Vaticano, con il loro bagaglio di conoscenze scientifiche e di esperienza, con quelle di Roma Capitale, dei Musei Capitolini e della Soprintendenza archivistica e museale del Comune di Roma.

Ancora una volta, abbiamo sperimentato che, nelle difficoltà e nello sforzo comune di mettere insieme prospettive diverse, si cresce: il dialogo, lo scambio di esperienze, la discussione scientifica migliora sempre le finalità alle quali si tende con spinte diverse.

Così ritengo che sia avvenuto anche per la prima fase di progettazione di questa iniziativa, e che avverrà certamente nel prosieguo della sua preparazione e attuazione.

Non spetta a me entrare nei dettagli della Mostra, ovviamente. Colgo però volentieri l’occasione per lodare un progetto culturale di altissimo livello, che supera anche certi stereotipi delle due sponde del Tevere; l’ambito culturale fa spesso giustizia dei luoghi comuni o delle polemiche; l’approfondimento della storia, come ho già avuto modo di dire nelle celebrazioni di Porta Pia dello scorso settembre, fa più sensibili le persone nella ricerca anzitutto della verità e quindi del bene comune.

In questa Mostra si sposeranno, credo assai bene, i documenti vaticani esposti e la sede dell’Esposizione: le magnifiche Sale del Palazzo dei Conservatori, un monumento di storia civile nella Roma dei Papi, come è stato scritto.

Mi piace pensare che questa voluta condivisione dell’iniziativa tra Archivio Segreto Vaticano, Comune di Roma, Roma Capitale e Musei Capitolini possa avere anche il merito di favorire nei visitatori, romani e non, un elevato livello civile e culturale, ricco di stimoli personali; sicché chi salirà per le ampie scalinate sorvegliate dai Dioscuri per recarsi alla mostra, ne possa poi discendere, dopo la visita a tanti preziosi cimeli documentari inseriti in contesti appropriati e suggestivi, anche grazie alle nuove tecniche mediatiche, con animo colmo di ammirazione e riconoscenza tanto alla città di Roma, quanto alla Chiesa Cattolica, che ha salvaguardato, curato, illustrato e messo a disposizione testimonianze così preziose della Chiesa stessa e del mondo della cultura, o, se si preferisce, della cultura diffusa dalla Chiesa nel mondo.

Niente quindi di più appropriato che il titolo scelto per la Mostra: “Lux in arcana”, dove gli “arcana” non sono da intendersi come arcana imperii, ovvero i segreti del governo, ma i reconditi e vasti ambienti degli archivi, per loro natura gelosi, protettivi, vigili nei confronti dei tesori che custodiscono.

Che la luce dunque si diffonda nella Mostra lungo i sette mesi previsti della sua durata, e gli arcana siano pertanto illuminati e il visitatore possa vedere i veri tesori dell’Archivio Segreto Vaticano, che sono le sue innumerevoli carte e pergamene i suoi codici, manoscritti, atti e documenti, posti dai Pontefici di Roma, ormai da quattro secoli, al servizio degli storici e dei dotti.

   

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