The Holy See
back up
Search
riga

PRESENTAZIONE DEL VOLUME “CRISTO LEGISLATORE” DI ONORATO BUCCI

DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Sala Pio X, Roma
Martedì, 14 marzo 2012

 

Cari Amici,

Sono lieto di partecipare a questo incontro alla presenza, non soltanto numerosa ma soprattutto così qualificata, di personalità del mondo istituzionale, accademico ed ecclesiastico. A tutti rivolgo un deferente e cordiale saluto, in particolare ai promotori dell'iniziativa, segnatamente al Presidente e al Segretario del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, agli illustri relatori e soprattutto all'autore del volume che oggi viene presentato, il caro amico prof. Onorato Bucci, autorevole giurista e mio stimato collega per tanti anni nella docenza delle discipline giuridiche.

L'Ordinamento canonico, nella sua tipica originalità e nella sua inconfondibile autonomia, non ha subito condizionamenti sostanziali e influssi determinanti da altri Ordinamenti secolari o civili. La sua genesi è nel messaggio cristiano, il quale consente di connotare il medesimo Ordinamento canonico di un carattere squisitamente soprannaturale, dotato di mezzi spirituali e di grazia divina per raggiungere il proprio fine: la salus animarum. Tale fine è il supremo principio - la suprema lex - (cfr can. 1752) che ispira tutto l'Ordinamento della Chiesa, quale unica depositaria della missione che Cristo vuole perpetuata nel tempo e nello spazio. Il carattere soprannaturale del Diritto canonico è dunque dato dal fatto che Gesù di Nazaret ne è il fondamento ultimo. Da questa verità prende avvio, e ad essa conduce con rinnovata certezza, l'ampio volume dal titolo «Gesù il Legislatore», del prof. Bucci, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e inserito nella collana "Atti e Documenti", promossa dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche. In questa importante opera l'Autore ha analizzato numerose fonti sul Gesù storico, confrontando sapientemente la normativa giuridica dell'Israele antico e delle precedenti scuole rabbiniche. In pari tempo, ha approfondito l'origine e lo sviluppo del patrimonio storico-giuridico della Chiesa in Oriente e in Occidente nel primo millennio, accostando vari testi legislativi e diverse elaborazioni dottrinali, criticamente vagliando ogni riferimento e tutto suffragando con testimonianze qualificate, con copiose annotazioni bibliografiche e rigorosa analisi scientifica. Naturalmente l’impronta dell’autore con il bagaglio della sua formazione e lo spettro delle sue conoscenze e convinzioni è evidente, ma talvolta provocante: ciò non mancherà di suscitare dibattiti e stimolerà ulteriori approfondimenti.

Questo libro, di taglio storico-documentale, offre pertanto un notevole contributo relativo ad un filone specifico delle fonti canoniche, iscritto nel più ampio e articolato contesto della storia del Diritto canonico, disciplina essenziale della storia della Chiesa e del Cristianesimo. La ricostruzione storica del processo formativo dell'Ordinamento canonico deve rivolgersi anzitutto alle origini, perché da allora si è progressivamente plasmata la costituzione fondamentale della Chiesa, crescendo secondo l’evoluzione storica, ma sempre in fedeltà al suo nucleo originario. L'indagine delle fonti primigenie, come ha fatto lodevolmente il nostro Autore, costituisce un'occasione di ispirazione costante, fedele e immutabile per la Chiesa di tutti i tempi che conserva intatta la sua impronta ed origine divina. A questo proposito, mi piace sottolineare un’interessante citazione, presa dal trattato “Il decalogo” di Filone Alessandrino, il quale si chiede perché mai Mosè abbia promulgato le sue leggi non nel mezzo delle città ma in un profondo deserto, e risponde adducendo quattro ragioni: perché le città sono piene di vizi, perché l’anima deve purificarsi prima di ricevere leggi sante, perché ci si deve preparare alla vita cittadina prima di accedervi, e perché quelle leggi non sono invenzioni di un uomo ma oracoli di Dio stesso. Non meno interessante è il motivo che Filone scopre nel fatto che i 10 comandamenti sono privi di sanzioni penali per i trasgressori: egli in ciò vede l’opera di Dio stesso, il quale è buono ed è causa solo del bene, non del male (cfr Vol. pag. 594). Questa citazione la potremmo applicare anche ai Sacri Ecclesiae Canones che nella consapevolezza della Chiesa hanno un’impronta e un’origine divina.

Risultano particolarmente interessanti e cariche di grande spessore ecclesiale le pagine che il prof. Onorato Bucci dedica allo studio della genesi e dell'evoluzione del diritto nella Chiesa dei primi secoli, evidenziando la vita ed il cammino missionario del Collegio apostolico, presieduto da Pietro, e di tutti coloro che dovevano portare al mondo il messaggio storico di Gesù e perpetuarne la predicazione. Finché la Chiesa non ebbe una consistente dimensione numerica e visse intorno al suo Maestro e Capo, non ci fu bisogno di un diritto e di una struttura organizzativa; bisogno invece che emerse quando le comunità cristiane presero consistenza e si diffusero. Esse cominciarono allora, sotto la guida dei vescovi, assistiti dai presbiteri e dai diaconi, ad affrontare molteplici esigenze di carattere organizzativo e disciplinare. Vi erano problemi concreti, concernenti le funzioni degli organi della Chiesa, il mantenimento e la vita dei sacerdoti, l'ammissione e l'espulsione dalle comunità, i diritti e gli obblighi che ognuno, chierico o laico, avesse. Di tutto questo vario e differenziato divenire storico della Chiesa del primo millennio, il prof. Bucci ci ha offerto una ricerca scrupolosa e una ricostruzione di rilevante pregio. Il suo è un sostanzioso contributo alla storia del diritto, quindi alla storia della Chiesa, e ce lo ha offerto con l'approfondimento analitico e criticamente condotto con la serietà dello studioso e l'amore del fedele discepolo di Cristo.

D'altro canto, le tematiche trattate susciteranno l'interesse non solo del canonista, ma anche del biblista e dello storico del Cristianesimo. Lo possiamo già scorgere dai due interessanti studi, quali il saggio introduttivo del Cardinale Velasio De Paolis, e la post-fazione (“Alcune puntualizzazioni bibliche” di Monsignor Romano Penna). La molteplicità dei riferimenti fontali e l'analisi che ne fa l'autore, qualificano il libro come un saggio di alto valore scientifico e lo rendono strumento utilissimo per quanti vogliono comprendere la validità dell'Ordinamento canonico. Nessun altro Ordinamento è antico come quello della Chiesa e, nel contempo, nessun altro diritto ha in sé la forza e la capacità di rendersi interprete dei bisogni umani, apparendo così attuale e sempre nuovo. Tale indole peculiare risiede al di là della portata di qualsivoglia potere legislativo statuale, e si colloca nella visione soprannaturale del fattore religioso nella società degli individui.

L'ossequio del popolo di Dio all'Ordinamento canonico, espresso nell'osservanza delle sue norme, contribuisce alla crescita della comunione ecclesiale, la quale raggiunge la sua pienezza quando i battezzati sono congiunti a Cristo «mediante i vincoli della professione di fede, dei sacramenti e del governo ecclesiastico» (Lumen gentium, 14; can. 205). Quest'ultimo, attraverso il corpo delle leggi canoniche, regola la vita e la missione della Chiesa, i diritti e i doveri dei suoi membri e quanto è necessario all'intera compagine ecclesiale. Nasce da qui l'esigenza, tradotta dai vigenti Codici in obbligo, che «tutti conservino sempre, anche nel loro modo di agire, la comunione con la Chiesa» (can. 209 § 1 del Codex Iuris Canonici latino). Così concepito, strutturato e applicato, il Diritto canonico, oltre a giovare alla Chiesa nell'adempimento della sua missione, acquista una dimensione di esemplarità per le società civili, inducendole a considerare il potere e i loro ordinamenti come un servizio alla comunità, nel supremo interesse della persona umana. Come al centro dell'Ordinamento canonico c'è l'uomo redento da Cristo e divenuto con il Battesimo persona nella Chiesa (can. 96), così le società civili sono invitate dall'esempio della Chiesa a porre la persona umana al centro dei loro ordinamenti, mai sottraendosi ai postulati del diritto naturale, per non cadere nei pericoli dell'arbitrio o di false ideologie. I postulati del diritto naturale sono infatti validi in ogni luogo e per ogni popolo, oggi e sempre, perché dettati dalla recta ratio, nella quale, come spiega S. Tommaso, sta l'essenza del diritto naturale: «Omnis lex humanitus posita intantum habet de ratione legis, inquantum a lege naturae derivatur» (Summa Theol., I-II, q. 95, a. 2).

Tuttavia, vorremmo fare nostra l’affermazione del filosofo martire Giustino del II secolo, fatta nel corso di un confronto con un ebreo del tempo: “La nostra speranza non è affidata a Mosè e alla Legge, altrimenti avremmo seguito la vostra stessa prassi… La Legge data sull’Oreb è superata ed è solo vostra… A noi è stato dato Cristo come legge eterna e definitiva e come patto/alleanza fidata, dopo la quale non c’è altra legge o comandamento o precetto” (Dialogo con Trifone 11,1.2; cfr Vol. p. 601)

Formulo pertanto le mie sincere congratulazioni al caro prof. Onorato Bucci, la cui opera che oggi presentiamo riveste un'importanza notevole e di elevato interesse sia per la conoscenza delle fonti canonistiche, sia per la storia del Diritto canonico.

  

top