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MESSA PER LA FESTA DEL CORPO DELLA GUARDIA SVIZZERA

OMELIA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO

Basilica di San Pietro, 6 maggio 2013

 

Signor Cardinale,
Signor Presidente e distinte Autorità,
Venerati Fratelli,
cari fratelli e sorelle!

Sono molto lieto di iniziare con voi, intorno all’altare del Signore, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, questa giornata che è di festa per il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia. A ciascuno rivolgo il mio saluto cordiale insieme con il benvenuto del Santo Padre il Papa Francesco.

Nella prima Lettura abbiamo sentito parlare di una donna di nome Lidia. Questa donna era una imprenditrice, una commerciante di porpora, proveniente da una città vicina a Filippi.

A Filippi arriva Paolo per la prima volta, durante il suo secondo viaggio missionario. E’ il suo primo ingresso nel territorio del continente europeo. In questa città della Macedonia l’Apostolo incontra un gruppo di donne, che si ritrovavano discretamente fuori città, ogni sabato, giorno di riposo e preghiera dei giudei, per sentire parlare della fede d’Israele e per pregare l’unico Dio, vivo e vero, che stavano scoprendo...

Tra queste donne, di stirpe pagana ma credenti in Dio, c’è anche Lidia; persona che si distingue sotto il profilo professionale e sociale, ma soprattutto dotata di un cuore aperto e generoso. Appena Lidia sente il discorso di Paolo sul compimento delle Scritture in Gesù, la sua anima intuisce, mossa dalla grazia di Dio, che l’Apostolo dice il vero, che Gesù è veramente il Signore. E chiede di essere battezzata insieme con tutta la sua famiglia.

La casa di Lidia, nella città di Filippi, divenne così la prima chiesa domestica del continente europeo. Presso di lei si sono radunati ogni domenica i primi cristiani d’Europa!

Cari fratelli e sorelle, oggi ricordiamo il sacrificio eroico delle 147 Guardie Svizzere che hanno dato la vita per salvare quella del Papa Clemente VII. Prendendo spunto dalla vicenda di Lidia nel racconto degli Atti degli Apostoli, di questa donna che ha avuto un ruolo determinante per l’evangelizzazione dell’Europa, vorrei rendere omaggio al ruolo eminente delle donne, anche per voi, Guardie Svizzere.

Il 6 maggio 1527, la consorte del comandante Kaspar Röist, Elisabetta Klingler - per citare solo un esempio storicamente attestato - dovette purtroppo vedere come il marito, ferito e portato a casa dai suoi soldati, venisse infine crudelmente trucidato sotto i suoi occhi. I nemici infatti erano riusciti a penetrare anche nel quartiere svizzero e nelle case delle guardie. Ella sopravvisse, ma fu gravemente ferita nel cercare di difendere il marito dalla violenza degli uomini.

Ma anche in tempi di pace, tante sono state le donne, mogli e figlie, sia degli ufficiali e poi anche dei sotto-ufficiali che ottennero il diritto di sposarsi, tante donne dunque che, attraverso i secoli, hanno reso semplicemente possibile, a costo di tanti sacrifici, l’impegno fedele dei loro mariti.

Tante sono le donne che incoraggiano il loro fidanzato o il loro marito a rispondere all’appello del Papa, prendendo su di sé anche tutte le conseguenze che questo può comportare per la vita della coppia o della famiglia.

Tante sono le mamme e le nonne che hanno saputo e sanno trasmettere la fede e la venerazione per il Successore di Pietro ai loro figli e nipoti, suscitando e custodendo in loro l’interesse per questa particolare vocazione.

Tante anche le Suore che con la loro femminilità consacrata sono state, e sono ancora oggi nella persona delle Suore Albertine, una bella testimonianza della tenera vicinanza del Signore nella vita di ogni Guardia.

Tante anche le donne che nel ruolo di insegnanti di italiano, o come personale ausiliario, hanno contribuito in questi ultimi anni alla crescita umana e cristiana delle giovani Guardie.

Sì, possiamo dire, senza esagerare, che nella storia della Guardia Svizzera Pontificia, come nella storia dell’evangelizzazione del continente europeo, c’è anche il ruolo indispensabile di tante “Lidia”! Sono le numerose donne che, con una discrezione pari alla loro efficienza, hanno segnato il servizio reso dalle Guardie, dagli inizi e fino a oggi!

Cari fratelli e sorelle, in questo Anno della fede, non possiamo celebrare e approfondire il grande dono che è la fede, senza prendere coscienza e senza rendere grazie per il ruolo delle donne nella trasmissione e nella custodia della vera fede, quella testimoniata con la vita.

Gesù, nel Vangelo di oggi, promette il Consolatore, lo Spirito Santo, ai discepoli che verranno perseguitati come se fossero traditori di Dio, perché non venga meno, in questa dura prova del loro essere credenti, la loro fiducia in Gesù e la perseveranza con Lui nella verità. Egli darà anche a voi, care giovani Guardie, nel momento del vostro giuramento, la consolazione dello Spirito Santo, perché abbiate sempre la certezza di essere nella verità essendo “con Pietro” e dunque con Gesù.

Per questo, il vostro giuramento non si conclude con le parole impegnative e ferme che pronuncerete tenendo la bandiera con la mano sinistra : “Giuro di servire fedelmente, lealmente, onorevolmente, di dedicarmi con tutte le forze, sacrificando ove occorra, anche la vita...; prometto rispetto, fedeltà, ubbidienza…”. Questo è l’impegno, sì, che voi prenderete. Ma la formula del vostro giuramento si conclude con queste altre parole, che accennano alla fragile realtà del nostro essere cristiani, quando, dopo aver detto: “lo giuro”, aggiungerete: “che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano”.

Di questo realismo dell’umiltà fiduciosa, fiduciosa perché basata sulla fede in Dio che ama e perdona senza fine, abbiamo forti e saggi incoraggiamenti dal nostro Papa Francesco. Fin dal primo giorno del suo pontificato, infatti, non cessa di indicarci la via della fiducia, della misericordia e dell’impegno a rendere ragione della nostra fede nella quotidianità della vita. Penso e spero che siate convinti di arricchire con la pratica di queste esortazioni la vostra storia personale.

Affidiamo a Maria, Vergine e Madre, Stella dell’evangelizzazione, la vostra testimonianza al servizio del Successore di Pietro, il Santo Padre Francesco, che mi chiede di farmi interprete della sua gratitudine e dei suoi incoraggiamenti.

San Martino, san Sebastiano, san Nicola della Flue, ma anche santa Lidia, e l’esemplare Dorotea, sposa di san Nicola: pregate per le Guardie che presteranno giuramento di fedeltà in cristiana umiltà! Amen.

 

 

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