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ALLE RECLUTE DELLA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

Mercoledì, 26 giugno 2013

 

Care Reclute,

abbiamo ascoltato questa parole di Gesù: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci». Gesù vi mette proprio “in guardia”, Gesù ci mette tutti in guardia!

Ma nelle vostre orecchie di future Guardie Svizzere, per voi che state svolgendo un allenamento intensivo con lo scopo di diventare delle buone guardie, questo avvertimento del Signore, questa sua chiara esortazione alla vigilanza, risuona in consonanza con tutto quello che state imparando per svolgere il vostro servizio di sicurezza. Gesù vi parla quasi come fa il vostro istruttore qui presente, quando esorta alla massima attenzione e prudenza: Guardatevi dai truffatori travestiti da preti o da vescovi!

Con le sue parole, Gesù sta quasi allenando i suoi a diventare delle buone guardie! Li sta quasi sgridando: Guardatevi! Guardate di non lasciarvi ingannare! Siate guardiani attenti! Attenti alle false pecore, attenti ai lupi rapaci.

Care Reclute, come voi sapete bene, come ognuno di noi sa, se osserva con realismo i propri sentimenti e le proprie reazioni nell’anima e nel cuore, l’uomo è immagine e somiglianza di Dio, l’uomo è opera di Dio; l’uomo è dunque una meraviglia, sorride, ama, recita un salmo; sì, ma l’uomo è anche profondamente ferito nella sua anima dal peccato originale. Ognuno di noi è dunque purtroppo capace di pensare e fare del male. E il diavolo c’è, e si dà da fare.

Per questa ragione, il vostro servizio per la sicurezza e l’incolumità del Santo Padre sarà sempre necessario: ci saranno sempre «lupi in veste di pecore», ci sarà sempre la possibilità del lupo, nascosto anche nella pecora fatta a immagine e somiglianza del Pastore.

Non stancatevi dunque mai di svolgere il vostro servizio in modo molto vigilante, direi quasi diffidente verso tutti, attentissimo alla sempre possibile minaccia.

Ma la bellezza del Vangelo, quando ci insegna o ricorda queste cose, ci rende anche capaci di un più grande discernimento sulla nostra propria anima: «Dai loro frutti li riconoscerete: un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Se ci vengono dei pensieri cattivi, o violenti, o di grande indifferenza, se il mio atteggiamento diventa dissoluto, o pigro e indolente, se mi sto lasciando andare, vedo lì il segnale che il male sta prendendo possesso di me, i frutti non sono più quelli dell’albero buono, l’anima è dunque inquinata, contaminata...

Perciò, se nel vostro servizio dovete in qualche modo diffidare di tutti, nella vita quotidiana dovete anzitutto diffidarvi di voi stessi!

L’allenamento che state praticando intensivamente in questi giorni per fare di voi delle buone guardie, guardie che non si lasciano sorprendere dal malvagio, deve essere accompagnato da quell’allenamento spirituale che vi permetta di svelare anzitutto il lupo che può nascondersi in voi stessi, un allenamento che vi permetta di non lasciarvi sorprendere dal diavolo.

Come ci sono, in servizio, domande molto utili da porre per capire se una persona è autorizzata, così ci sono tante domande da farsi per capire se veramente svolgo il mio servizio in onestà, lealtà, e con motivata abnegazione per il Santo Padre e per la Chiesa: Faccio veramente tutto per essere sempre in buona condizione fisica e mentale per il servizio? Accetto con gioia di sacrificare il tempo libero previsto con amici per servire il Santo Padre in assoluta priorità? Sono onorato di servire anche quando il mio impegno non è visto né riconosciuto da nessun’altra persona, neanche dai superiori? Prendo anche il tempo di pregare ogni giorno per il Santo Padre e per tutti quelli che incrocerò in servizio? ecc...

Se posso rispondere di sì a tutte queste domande, almeno nella mia salda volontà, allora avrò anche la sicurezza che il mio servizio sarà buono e farà del bene attorno a me. «Ogni albero buono produce frutti buoni», dice Gesù.

Care Reclute, nella prima lettura abbiamo sentito come Abramo abbia avuto veramente tutte le ragioni per non crederci più: era vecchio, senza discendenza, senza avvenire. Per lui era finita! Ma poi venne quella sorprendente promessa di Dio: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle. (...) Tale sarà la tua discendenza. (...) E a questa tua discendenza io darò la terra dal fiume d’Egitto al grande fiume Eufrate».

E Abramo credette al Signore. Ed ebbe finalmente il figlio Isacco; sì, ma non vide mai l’altra discendenza, e non entrò mai nella terra promessa. Eppure l’enorme sua discendenza cristiana c’è, e la nuova Terra Santa, la Chiesa di Gesù, è effettivamente abitata dai credenti fino ai confini della terra.

Dunque avanti! Ricordate questo: né il lupo in veste di pecora che vorrebbe avvicinarsi al Papa, né il lupo che si insinua nella vostra anima, godono di qualche onnipotenza. Solo Dio è Dio.

E come diceva il Santo Padre ai vostri colleghi che hanno partecipato alla sua Santa Messa mattutina a Santa Marta: «Le pecore hanno un grande vantaggio sui lupi e con questo vantaggio sono anzi più forti dei lupi... Quale vantaggio? Come mai? Le pecore hanno un pastore, i lupi no».

Con l’aiuto dei vostri santi Patroni Martino, Sebastiano e Nicola della Flue, affidatevi ogni giorno a Gesù Buon Pastore, comunicate ogni domenica dell’Amore di questo divino Pastore più forte della morte.

Allora non avrete niente e nessuno da temere. I frutti saranno abbondanti. Ne coglierete almeno qualcuno qui in terra, e per sempre tutti in Cielo!

 

 

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