The Holy See
back up
Search
riga

CELEBRAZIONE EUCARISTICA IN OCCASIONE
DEL PELLEGRINAGGIO DELLA DIOCESI DI IVREA

OMELIA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO

 Basilica di San Pietro, 5 settembre 2013

 

Eccellenza,
Cari Confratelli nel sacerdozio,
Cari amici della Diocesi di Ivrea, 
      

sono lieto di iniziare questa giornata celebrando con voi la Santa Messa, prima di ogni altra cosa; prima di immergermi nel lavoro che assorbe le mie energie e, per voi, prima di essere attirati dai tanti interessi che oggi offre questo pellegrinaggio.

Con la Santa Messa noi apriamo la porta al Signore e lasciamo che lui entri in noi con la potenza della sua grazia. Siccome tutta la Chiesa sta vivendo l’Anno della fede, la sua grazia non può non farci provare un amore appassionato per l’ascolto della Parola di Dio che trasmette nel cuore del mondo la verità del suo amore.

“La porta della fede (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma” (Porta Fidei, 1). Questo è l’inizio della Lettera apostolica con la quale Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede.

Anche voi, questa mattina, come tanti pellegrini, avete varcato la soglia della Basilica di San Pietro, compiendo gli ultimi passi verso la Tomba del Principe degli Apostoli, ponendovi così sulla scia di coloro che in ogni tempo e da ogni luogo, santi e peccatori, poveri e ricchi, giovani e anziani, uomini e donne, si sono messi in cammino verso questo tempio perché esso, come uno scrigno, custodisce la tomba di Pietro, ma soprattutto la preziosa testimonianza di fede dell’Apostolo: un vero cammino “ad limina Apostolorum”.

Questo vostro pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli è anche l’invito a varcare un confine, non soltanto fisico, ma soprattutto spirituale. E’ un passo ulteriore di conversione del cuore e della mente (la vita cristiana è un continuo assoggettarsi a questa metamorfosi). E’ un prendere lo slancio verso una fiducia totale nel Signore, che richiede un abbandono senza riserve di se stessi, per darsi a Cristo e al Padre, nello Spirito Santo. E’ un ritrovare semplicità e fiducia; un portare a Lui le attese e le speranze, ma anche i motivi di stanchezza e di sofferenza, o le tante preoccupazioni che costellano la vita.

La Liturgia della Parola che abbiamo appena ascoltato, specialmente il brano del Vangelo, ci aiuta ad entrare ancora più profondamente in questa dimensione spirituale, offrendoci alcuni spunti importanti. Ve ne offro in particolare tre:

1)  Pietro ed i suoi compagni sono stanchi. Hanno pescato tutta la notte, ma non hanno preso nulla! Dunque quando l’uomo lavora da solo, costruisce da solo, senza il rapporto con Dio, alla fine rimane stanco e disilluso. Basandosi sulle sue capacità umane, pensava magari di realizzare molto, di cambiare anche il volto delle cose, di essere perfettamente autosufficiente, di costruire la sua sicurezza su delle strutture di efficienza. Ma alla fine, qualcosa si inceppa e la barca della vita resta vuota!

2)  “Prendi il largo!” Duc in altum!, dice Gesù a Pietro. (Ricordiamo tutti quanto cara fosse al Beato Giovanni Paolo II questa espressione). Questo comando ribalta e ridimensiona i punti di riferimento di Pietro. Come può quello sconosciuto, che non sa nulla del suo mestiere e della sua esperienza, dirgli che deve ritornare un’altra volta a pescare su acque fin troppo conosciute e per lui apparentemente ingenerose? Ma alla fine il cuore di Pietro accetta la sfida del Maestro: “Sulla Tua Parola, getterò le reti!”. Quello di Pietro era un cuore in ricerca, che aveva trovato l’amico di cui fidarsi. Siccome era in attesa di qualcosa di più grande e di più alto che potesse dare senso pieno e nuovo alla sua vita, accettò di prendere il largo: “Duc in altum!”.

3)  “ […] e gettate le reti!”. L’eco di questo invito di Gesù arriva da lontano fino a ciascuno di noi. Anche nella Chiesa di oggi Pietro conduce la barca, ma con altri – e questi siamo noi - si impegna nella pesca; insieme si gettano le reti, perché nella comunità degli amici del Signore, non si lavora mai da soli! Si è parte di un Corpo vivente che, nel suo insieme, porta l’annuncio del Vangelo. La pesca fu miracolosa ed abbondante, tanto che riuscirono a sollevare le reti, chiamando rinforzi ai compagni dell’altra barca, come a dire che non bisogna esitare a coinvolgere tanti uomini di buona volontà nella missione per il Signore.

Ecco, dunque, alcuni dei presupposti dell’Anno della fede: focalizzare in maniera decisa la centralità di Gesù e della Sua Parola e rispondere all’invito di annunciarlo al largo, nelle “periferie dell’esistenza”, come ci invita quotidianamente Papa Francesco.

Questo è stato anche il cammino di Pietro! Quanta strada egli ha percorso da quell’angolo sconosciuto del lago di Galilea per arrivare a gettare al largo le reti della pesca di uomini! I suoi piedi si sono fermati in questo luogo e qui, nel 64 d.C., il Signore l’ha chiamato a donare la testimonianza più alta della Fede, la sua stessa vita! Così dal sangue di Pietro e dei primi martiri è fiorita e continua a svilupparsi la vita di Fede della Chiesa che è in Roma che presiede nella Carità a tutte le Comunità del mondo. Vi auguro di riscoprire ogni giorno di più questo tesoro prezioso di Fede e di Amore che apre i nostri orizzonti a quelli divini della Misericordia e della Santità.

E’ poi particolarmente significativo che stiate compiendo questa visita a Roma, al Successore di Pietro, proprio ad un anno dalla Consacrazione episcopale del vostro Vescovo, Mons. Edoardo Cerrato a cui la Provvidenza ha affidato il compito di farvi da guida e pastore. Con la consacrazione episcopale, il Signore gli ha fatto dono di una singolare paternità nei confronti dei fedeli della Chiesa eporediense e lo ha dotato di uno speciale mandato per orientare l’azione pastorale della Diocesi. Lo ringrazio di vero cuore per il suo impegno instancabile a livello spirituale, sociale e culturale, sempre con il sorriso sulle labbra!

 Per voi tutti, per i vostri sacerdoti, e per quanti servono la Chiesa che è in Ivrea, vale l’esempio dei pescatori che vennero in aiuto di Pietro nel duro lavoro di gettare e raccogliere le reti. Preghiamo insieme perché il Signore benedica il vostro impegno pastorale e susciti abbondanti frutti di bene, specialmente per le vocazioni sacerdotali ed alla vita consacrata, per le famiglie e per i giovani.

Maria, Assunta in Cielo, patrona della Diocesi, con amore vigilante e materno vi aiuti a mettere in pratica i propositi di bene scaturiti da questo pellegrinaggio e mantenga viva in voi la benedizione che avete ricevuto dal Vicario di Cristo, Papa Francesco. Amen.

 
top