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 ORDINAZIONE EPISCOPALE DI MONS. AMBROSE DE PAOLI

OMELIA DEL CARDINALE AGOSTINO CASAROLI*

Miami - 20 novembre 1983


 

 
Uniti nella fede e nell'amore di Cristo, noi celebriamo oggi una grande festa della Chiesa: la Chiesa «edificata» sul fondamento degli «Apostoli e dei Profeti», ma che ha «come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù» (Ef 2,20).

Cristo, Re del secolo futuro, quando tornerà, vincitore glorioso, a giudicare i vivi e i morti, e il suo Regno non avrà fine; ma Re anche del secolo presente. Re mite, paziente, misericordioso, ma Re, anche, che con mano ferma e con pienezza di autorità indica all'umanità le vie della salvezza e propone ad essa la sua Legge di giustizia. Re umile e che può, a volte, apparire debole e impotente di fronte a quelli che ne rifiutano la sovranità; eppure, egli «ha vinto il mondo» (cfr Gv 16,33).

Ma la Chiesa che è in Miami e la Chiesa universale hanno oggi un'altra speciale ragione di festa. Oggi, in questa Cattedrale di Santa Maria, un nuovo Vescovo si aggiunge alla schiera dei successori degli Apostoli, che nel corso dei secoli si rinnova e si arricchisce senza interruzione, mediante l'effusione dello Spirito, invocato dalla Comunità dei fedeli e chiamato dall'alto, per la forza sacramentale della imposizione delle mani di altri Vescovi, riempiendo della sua presenza l'intera estensione della terra.

1. Un Vescovo! Un cristiano anche lui, come i suoi fratelli nella fede. Redento dal sangue di Cristo; rinato, nel battesimo, alla vita divina; confermato dal sigillo dello Spirito Santo nella cresima; continuamente purificato dalle colpe e sollevato dalle manchevolezze quotidiane della fragilità umana mediante il sacramento della riconciliazione; nutrito del Corpo e del Sangue del Signore nell'Eucaristia. Egli, però, per un dono particolare, conferitogli da uno speciale Sacramento, possiede, come solo lo hanno i suoi confratelli nell'Ordine sacerdotale, il potere – dolcissimo e tremendo – di trasformare il pane e il vino, dono di Dio e frutto del lavoro dell'uomo, in questo Corpo e in questo Sangue, rinnovando misticamente il Sacrificio redentore di Cristo sulla Croce, e di rimettere, in virtù di questo stesso Sacrificio, i peccati dei suoi fratelli. Ma, in più, al Vescovo, come agli Apostoli dei quali è successore, Cristo conferisce non soltanto la facoltà ordinaria di far discendere sui fedeli, come in una nuova Pentecoste, lo Spirito divino (Quella facoltà che tanto aveva suscitato l'ammirazione e la cupidigia di Simon Mago), ma soprattutto l'esclusivo potere di costituire nella Chiesa nuovi Sacerdoti e, previo il «mandato pontificio», nuovi Vescovi.

Il Collegio episcopale, unito nel vincolo fraterno di comunione gerarchica con il Papa, successore dell'Apostolo Pietro, è perciò come la struttura portante del Corpo Mistico, che ha Cristo come Capo e che è vivificato dallo Spirito.

Lo Spirito è come l'anima, la quale assicura l'unità interna e profonda di questa grande fraternità, organizzata in società visibile. Esso l'arricchisce dei suoi doni e dei suoi carismi, distribuendoli generosamente come, nel suo misterioso disegno, stabilisce, per il maggior bene dei singoli fedeli e della comunità ecclesiale.

2. Del Vescovo, della sua missione, delle sue responsabilità, voi avete sentito certamente parlare, più di una volta. Invece, per molti di voi, sarà, forse, la prima volta che si trovano ad assistere all’Ordinazione di un Vescovo chiamato, non a svolgere il proprio ministero in una diocesi, ma ad esercitare l'ufficio di Rappresentante del Papa. In realtà, credo sia anche la prima volta che un'Ordinazione del genere si svolge negli Stati Uniti.

Tuttavia, questa figura di «Servitore della Chiesa» non può esservi sconosciuta: tanto più che proprio un Rappresentante Pontificio, che lavorò non pochi anni, in tale veste, nella Nunziatura Apostolica in Jugoslavia, fu poi Vescovo di Saint Augustine, diocesi che abbracciava allora, praticamente, tutto lo Stato della Florida: S.E. Mons. Joseph Hurley, il quale fra i Vescovi e i Sacerdoti iugoslavi ha lasciato un buon ricordo che ancora non si è spento. Fu lui a ricevere nel Seminario diocesano il giovane Ambrogio De Paoli.

Eretta, ormai quasi esattamente 25 anni or sono, la diocesi di Miami, il suo primo Vescovo, Mons. Coleman Carrol, fece dono alla Santa Sede del giovane Sacerdote che sta ora per ricevere la dignità episcopale: a ciò, certo, incoraggiato anche dal fratello Mons. Walter Carroll, anch'egli al servizio della Sede Apostolica e che un'inattesa morte tolse troppo presto all'affetto e alla stima di superiori e colleghi.

3. Per comprendere quale sia la missione di Rappresentante Pontificio occorre ricordare quali sono la missione e le responsabilità di Colui che egli deve rappresentare, il Papa: nella Chiesa e nel mondo.

Per la Chiesa, il Papa è «il principio e fondamento visibile» dell'unità e della comunione ecclesiale: Vicario di Cristo, che di tale unità è il vero visibile fondamento. Vescovo di Roma e, come tale, suo Successore nell'ufficio di capo del Collegio apostolico, composto dei Vescovi del mondo intero in comunione con lui.

Pastore supremo della Chiesa, a lui, successore di Pietro, Gesù continua a ripetere la consegna: «Pasci i miei agnelli!, pasci le mie pecorelle». Maestro della fede, colui che è via, verità e vita, ancor oggi gli affida la missione di confermare i suoi fratelli (cfr Gv 21,15s; Lc 22,32).

La sua autorità è potere ed insieme dovere di servizio. Il titolo più solenne del Papa è: «servo dei servi di Dio»!

4. Un servizio dì amore è anche quello che il Papa deve rendere al mondo che vede in lui – anche chi non è cattolico cristiano – uno dei più grandi leaders mondiali.

Questa natura, questo prestigio – basati su secoli di storia e sulla natura stessa del Papato autorità essenzialmente spirituale e religiosa, ma, appunto perciò, interessata in tutto ciò che tocca i molteplici aspetti morali della vita umana – rappresentano una continua e straordinaria responsabilità.

Nulla di ciò che tocca la vita e l'attività dell'uomo come tale, essere libero e ragionevole, e le relazioni con i suoi fratelli, può lasciare indifferente chi ha fra i suoi compiti quello di indicare quale sia la volontà del Creatore nei riguardi dei comportamenti della sua creatura nelle cose che interessano la sua dignità e le sue responsabilità di padrone delle proprie azioni.

Moralità, privata e pubblica. Giustizia nei rapporti tra esseri umani e nazioni. Pace e cooperazione fra i popoli, per il comune e generale progresso, materiale e morale. Rispetto della vita e dei diritti di tutti. Sono tanti capitoli – e l'elenco non è certo completo – che suonano come programma del doveroso rapporto del Papato con il mondo, anche non cattolico, non cristiano, non religioso.

5. Missione dei Rappresentanti Pontifici, inviati in ogni parte del mondo, è appunto – come dice il loro stesso nome – di rendere presente nel miglior modo possibile il Sommo Pontefice, là dove si estendono la Sua autorità e le Sue responsabilità.

Il Papa deve conoscere la realtà della situazione della Chiesa, dovunque, i suoi problemi, le sue speranze, le sue difficoltà, per potere così meglio esercitare il Suo mandato di sostenere, aiutare, confermare i suoi fratelli nell'Episcopato, non solo nella loro fede, ma anche nella quotidiana fatica di consolidare e di estendere il Regno di Dio sulla terra.

Il Papa ha bisogno di essere presente dovunque con la Sua parola di incoraggiamento, di orientamento, di guida.

Ha bisogno di essere presente con la sua partecipazione alle gioie ed alle pene della Chiesa, con i vescovi, i sacerdoti, le anime consacrate nella vita religiosa, i fedeli tutti: e a tutti dimostrare il suo amore fraterno e paterno.

Tale la missione del Rappresentante Pontificio: essere interprete fedele, tramite vivente del pensiero, dell'autorità, dell'amore del Papa per tutti i fratelli nella fede, supplendo a ciò che né il rapporto diretto e personale con i vescovi, né gli incontri con sacerdoti, religiosi, religiose, fedeli riesce a rendere possibile in quel modo continuato ed organico che è necessario per poter essere davvero, per tutti, «Pietro vivo ed operante nei nostri giorni».

Voi vedete quali capacità e quali virtù esige questa specie di «identificazione» spirituale del Rappresentante pontificio con colui che egli deve rappresentare, e che noi, con tanta affettuosa confidenza chiamiamo «il Santo Padre».

A ciò non bastano le buone qualità, né la preparazione diplomatica a trattare con i governi, e neppure la comune, buona preparazione sacerdotale.

Perciò abbiamo invocato ed invocheremo la speciale assistenza dello Spirito di Dio.

6. En esta circunstancia tan solemne y tan significativa de la Ordenación episcopal de un hijo de esta arquidiócesis de Miami, siento el deseo y casi el deber de dirigir unas palabras, en su hermosa lengua, a los numerosos católicos de origen latinoamericano aquí presentes y, por mediación de ellos, a sus hermanos de fe y de sangre. Ellos han traído a esta tierra acogedora, junto con sus problemas y no pocas veces con sus tragedias, las huellas de una cultura que, enraizada en la plurisecular tradición hispánica, se ha desposado con antiguas civilizaciones indígenas del Nuevo Mundo. Han traído la vivacidad de su inteligencia, su voluntad de vivir, su fuerza de trabajo, y sobre todo la antorcha de su fe cristiana.

Esta llama fue encendida en sus Países, desde hace ya casi cinco siglos, por los misioneros católicos venidos de Europa. Ellos siguen llevándola bien alta, con valentía y orgullo, como el más preciado de sus tesoros: una riqueza que los sostiene en las pruebas y en las dificultades que inevitablemente acompaña su inserción en un nuevo País; una riqueza que ellos comparten con tantos otros, diferentes por la estirpe o por la lengua, pero unidos en un solo amor y en una sola esperanza.

Entre las cosas a vosotros más queridas, junto con la devoción al Señor Crucificado y con el tierno afecto a su Madre, la Virgen, vosotros conserváis inalterables en el corazón la veneración y la fidelidad hacia Aquel, que Cristo dejó a la Iglesia como Vicario suyo, principio y fundamento perpetuo y visible de la unidad de la gran familia católica esparcida por todas las partes del mundo: el Sucesor del Apóstol Pedro, el Sumo Pontífice, el Santo Padre.

Hoy, todos lo sentimos cercano a nosotros de manera especial, porque el Obispo que está para ser ordenado, no es solamente un hermano suyo en el episcopado y, como él, sucesor de los Apóstoles, sobre los cuales el Señor ha fundado su Iglesia; él está destinado a ser Representante del Obispo de Roma ante la Iglesia de Cristo que vive en Sri Lanka y ante el Gobierno de este lejano País. Representante del Papa: de su solicitud de Pastor universal, de su premura de custodio y Maestro de la fe, de su amor de «Presidente de la caridad».

Misión grande y llena de responsabilidad.

Nosotros debemos acompañar sus comienzos y seguir su desarrollo, con nuestras oraciones: para que Mons. Ambrose De Paoli se muestre siempre digno del honor que hoy se le confiere y sepa responder plenamente a la confianza que el Vicario de Cristo ha puesto en él, llamandolo a ser colaborador especial suyo en el ejercicio de su misión pastoral en el mundo entero.

7. Vous aussi, mes frères dans la foi, qui continuez ici, dans cet archidiocèse fraternellement accueillant, à vous adresser à Dieu dans la langue de vos ancêtres comme l'ont fait au cours des siècles tant de générations de chrétiens en France et dans d'autres pays d'Europe, au Canada, à Haïti, vous aussi, je veux vous saluer particulièrement en cette fête de l'Eglise qui est à Miami et de l'Eglise universelle.

En tant que catholiques, aucun de vous ne saurait se sentir étranger ici, dans la Maison de Dieu. Si vos problèmes, spécialement pour nombre d'entre vous, sont tout à fait particuliers et parfois singulièrement difficiles, et s'il vous est plus facile de les exposer à notre Père qui est aux Cieux et de Lui demander aide et réconfort avec les mots qui vous sont plus familiers depuis votre enfance, cela ne crée aucune barrière vis-à-vis des autres: un tel fait trouve au contraire chez eux compréhension et sympathie.

C'est dans cette atmosphère de fraternité que je voudrais vous inviter à vous unir à l'ensemble de l'archidiocèse de Miami dans une joyeuse action de grâce à Dieu pour le don qu'il lui a fait en choisissant l'un de ses fils pour l'élever à l'honneur et à la charge de l'épiscopat.

Etre évêque veut dire être successeur des Apôtres. Devenir évêque signifie entrer dans cette grande famille des Pasteurs de l'Eglise auxquels est confiée la mission de perpétuer au cours des siècles, en toutes les parties de la terre, avec l'autorité du Collège apostolique, la prédication de l'Evangile, la sanctification des âmes, le gouvernement spirituel du troupeau du Seigneur en marche vers la patrie céleste.

A la tête du Collège des successeurs des Apôtres, comme immédiatement après l'ascension du Seigneur au ciel d'où il reviendra à la fin des temps, se trouve aujourd'hui encore Pierre, présent dans la personne de son successeur, l'Evêque de Rome, le Pape: Pierre auquel Jésus a confié la charge de tout son troupeau: «Pais mes agneaux! Pais mes Brebis!». Pierre pour lequel le divin Maitre a prié en un moment qui se prolonge jusqu'à la conclusion de l'histoire humaine – afin que sa foi ne défaille jamais et pour que lui, homme fragile mais soutenu par la force d'en haut, il puisse confirmer ses frères dans leur foi.

L'évêque qui, à son tour, va recevoir d'en haut la force surnaturelle de l'Esprit, aura pour mission épiscopale spécifique de représenter Pierre auprès des évêques, des prêtres, des fidèles d'une portion déterminée de l'Eglise universelle de Jésus-Christ. Représenter le Pape voudra dire rendre présentes l'action et, d'une certaine façon, la personne même du Vicaire du Christ sur la terre, et cela également auprès des autorités de l'Etat où il est envoyé.

En ce qui nous concerne, nous devons aider par notre prière notre frère ici présent, membre comme vous de l'archidiocèse de Miami, car sur ses épaules, fragiles elles aussi, vont peser une dignité sublime et en même temps une responsabilité qui pourrait devenir effrayante si elle n'était accompagnée de la certitude de la grâce divine que nous allons invoquer et que nous continuerons à demander pour lui.

8. Caro Monsignor De Paoli, che per tanti anni io ho avuto modo di conoscere e di apprezzare da vicino: la via che ora si apre al suo zelo di sacerdote di Dio, di Vescovo della Chiesa è bella ed insieme difficile; ricca di consolazioni – come noi le auguriamo ma non senza difficoltà e sacrifici.

In essa La accompagni e La sostenga sempre, insieme con la luce e con la forza dello Spirito, la coscienza che, nell'esercizio della particolare missione affidataLe dalla fiducia del Santo Padre, Ella lavorerà, come i suoi confratelli vescovi, sacerdoti, fedeli, al sospirato avvento del Regno di Cristo: Regno di verità e di grazia, Regno di santità e di vita, Regno di giustizia, di amore e di pace!.


*Archivio dell’Associazione – Centro Studi Card. A. Casaroli, Bedonia. 

 

 

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