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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE
AL DIBATTITO AD ALTO LIVELLO ORGANIZZATO
DALL'ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONE UNITE
SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI
(NEW YORK, 11 - 12 FEBBRAIO 2008)

INTERVENTO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE*

Martedì, 12 febbraio 2008


Signor Presidente,

l'attuale dibattito sui cambiamenti climatici ha contribuito a focalizzare la responsabilità ineludibile di ognuno e di tutti di prendersi cura dell'ambiente, creando quindi un consenso intorno all'obiettivo comune di promuovere un ambiente sano per la generazione attuale e per quella futura.

La recente Conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, svoltasi a Bali, ha mostrato che, mediante un maggiore interesse per il nostro prossimo, in particolare per i più vulnerabili ai cambiamenti climatici, abbiamo migliori possibilità di adottare strategie e politiche che equilibrino le necessità dell'umanità con l'urgenza di una amministrazione più responsabile.

La Santa Sede assicura la propria collaborazione per il raggiungimento degli obiettivi fissati a Bali. A questo fine, l'impegno personale e i numerosi pubblici appelli di Papa Benedetto XVI hanno generato campagne di sensibilizzazione per un rinnovato senso di rispetto per il creato di Dio e per la necessità di tutelarlo. Individui e comunità hanno cominciato a modificare il proprio stile di vita, consapevoli del fatto che il comportamento personale e collettivo influisce sul clima e sulla salute generale dell'ambiente. Sebbene, a volte, questi cambiamenti di stile di vita sembrino irrilevanti, ogni piccola iniziativa volta a ridurre o a rettificare la quantità di anidride carbonica, consista essa nell'evitare un uso non necessario di un mezzo di trasporto o nello sforzo quotidiano per ridurre il consumo di energia, contribuisce a mitigare il degrado dell'ambiente e mostra un concreto impegno per la sua tutela.

Più concretamente, la Santa Sede ha già preso alcune misure per ridurre e rettificare l'emissione di anidride carbonica dello Stato della Città del Vaticano, come l'uso di pannelli solari e la piantagione di alberi. Mediante il proprio coinvolgimento in un progetto di riforestazione in Ungheria, apporterà benefici ambientali al Paese ospite, assisterà alla ripresa di un tratto di terra ambientalmente degradato e fornirà lavoro locale.

Le questioni correlate della tutela ambientale, dello sviluppo economico e dei cambiamenti climatici possono essere concorrenziali rispetto alle nostre priorità e preoccupazioni. Spetta a ogni individuo e a ogni nazione condividere seriamente la responsabilità di elaborare e realizzare l'approccio più equilibrato possibile a questa sfida. Lo sviluppo sostenibile è la chiave di una strategia che prende armoniosamente in considerazione le esigenze della tutela ambientale, del cambiamento climatico, dello sviluppo economico e della necessità umana di base. L'uso di "tecnologie pulite" è un aspetto importante dello sviluppo sostenibile. Per aiutare i Paesi industrializzati a evitare errori commessi da altri in passato, i Paesi altamente industrializzati dovrebbero condividere con i primi le loro tecnologie più avanzate e più pulite. L'unione delle risorse rende le iniziative di mitigazione e di adattamento economicamente accessibili, aiutando i Paesi più svantaggiati a perseguire lo sviluppo, tutelando al contempo l'ambiente. Inoltre, bisogna incoraggiare i mercati a favorire le "economie verdi" e a non sostenere la domanda di beni la cui stessa produzione è causa di degrado ambientale.

I consumatori devono sapere che i modelli di consumo hanno un impatto diretto sulla salute dell'ambiente. Quindi, mediante l'interdipendenza, la solidarietà e l'affidabilità, individui e nazioni insieme saranno maggiormente in grado di equilibrare le esigenze di uno sviluppo sostenibile con quelle di una buona amministrazione a ogni livello.

Infatti, la sfida dei cambiamenti climatici è al contempo individuale, locale, nazionale e globale. Di conseguenza, essa esige una risposta coordinata a più livelli, con programmi di mitigazione e adattamento che siano contemporaneamente individuali, locali, nazionali e globali nella loro idea e nei loro scopi.

La mia delegazione, quindi, loda la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici (UNFCCC) per aver offerto un quadro globale per un'azione internazionale concertata volta a mitigare i cambiamenti climatici e ad adattarsi al loro impatto. La composizione quasi universale della Convenzione non mancherà di facilitare il lancio di strategie nazionali, a cominciare dai Paesi più vulnerabili, come i piccoli Stati insulari e costieri, le aree popolate ubicate a bassa quota, e promuoverà un'unione più equa di risorse e di tecnologie per aiutare i Paesi più vulnerabili che possiedono meno risorse a comprendere e a valutare meglio i rischi che corrono. La "Roadmap di Bali" offre una visione comune, in grado di superare gli egoismi personali attraverso un'azione collettiva. Esige un'alleanza globale per l'adozione di una strategia politica internazionalmente coordinata per un ambiente sano per tutti.

Grazie, Signor Presidente.


*L’Osservatore Romano, 9.3.2008, p.2.

 

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Arzobispo Migliore
Debate temático titulado
“La lucha contra el cambio climático:
 las Naciones Unidas y el mundo en acción
”**

12 de febrero de 2008 
 

 

El debate en curso sobre el cambio climático ha ayudado a centrar la atención en la responsabilidad ineludible de todos y cada uno de proteger el medio ambiente, forjando de esa manera el consenso en torno al objetivo común de promover un medio ambiente saludable para las generaciones presentes y futuras.
La Conferencia de las Naciones Unidas sobre el Cambio Climático recientemente celebrada en Bali ha demostrado que si nos preocupamos más por nuestros vecinos, en particular por aquellos más vulnerables al cambio climático, estamos mejor preparados para adoptar estrategias y políticas que busquen un equilibrio entre las necesidades de la humanidad y la urgente necesidad de contar con dirigentes más responsables.

La Santa Sede asegura a la Asamblea General su cooperación para el logro de los objetivos que se establecieron en Bali. Con ese propósito, el compromiso personal y los múltiples llamamientos públicos del Papa Benedicto XVI han generado campañas de sensibilización con respecto a un renovado respeto por la creación de Dios y la necesidad de salvaguardarla. Las personas y las comunidades han empezado a cambiar sus formas de vida, conscientes de que el comportamiento personal y colectivo tiene efectos en el clima y en la calidad general del medio ambiente. Si bien a veces dichos cambios en las formas de vida pueden parecer irrelevantes, cualquier iniciativa, por pequeña que sea, de reducir o compensar las emisiones de dióxido de carbono, ya sea las medidas encaminadas a evitar la utilización innecesaria de medios de transporte o los esfuerzos cotidianos por reducir el consumo de energía, contribuye a mitigar el deterioro del medio ambiente y demuestra, de manera tangible el compromiso de proteger el medio ambiente.

De manera más pragmática, la Santa Sede ya ha adoptado ciertas medidas para reducir y compensar las emisiones de dióxido de carbono del Estado de la Ciudad del Vaticano, tales como la utilización de tableros solares y la siembra de árboles. Mediante su participación en un proyecto de reforestación en Hungría, brindará beneficios ambientales al país anfitrión, dará asistencia en la recuperación de una extensión de tierra ambientalmente degradada y proporcionará empleos locales.

Las cuestiones interrelacionadas de la conservación del medio ambiente, el desarrollo económico y el cambio climático pueden plantear exigencias que compitan entre sí por nuestras prioridades y preocupaciones. Corresponde a cada persona y cada nación asumir con seriedad la propia responsabilidad de encontrar y aplicar el enfoque más equilibrado posible ante este desafío. El desarrollo sostenible brinda la clave para adoptar una estrategia que tenga en cuenta, de manera armoniosa, las exigencias de la conservación del medio ambiente, el cambio climático, el desarrollo económico y las necesidades humanas básicas.

El uso de tecnologías no contaminantes es un componente importante del desarrollo sostenible. Para ayudar a los países en vías de industrialización a evitar los errores que otros cometieron en el pasado, los países altamente industrializados deben compartir con ellos sus tecnologías más avanzadas y menos contaminantes. La puesta en común de recursos hace que las iniciativas de mitigación y adaptación sean económicamente asequibles para la mayoría, prestando ayuda a los países con menos recursos para procurar el desarrollo al tiempo que se salvaguarda el medio ambiente. Además, se debe alentar a los mercados a promover la economía no contaminante y a no sostener la demanda de productos cuya propia producción causa el deterioro del medio ambiente. Los consumidores deben ser conscientes de que sus pautas de consumo tienen efectos directos sobre la calidad del medio ambiente.

Ciertamente, el desafío del cambio climático es a la vez individual, local, nacional y mundial. Por consiguiente, exige una respuesta coordinada en múltiples planos, con programas de mitigación y adaptación que sean simultáneamente individuales, locales, nacionales y mundiales, tanto en su visión como en su alcance. En consecuencia, mi delegación encomia la Convención Marco de las Naciones Unidas sobre el Cambio Climático porque brinda un marco mundial para adoptar medidas internacionales concertadas a fin de mitigar el cambio climático y adaptarse a sus efectos. La adhesión casi universal a la Convención facilitará la puesta en marcha de estrategias nacionales, comenzando con los Estados más vulnerables, tales como los pequeños Estados insulares y las zonas costeras bajas pobladas, y promoverá una puesta en común más equitativa de recursos y tecnología para ayudar a los países vulnerables con menores recursos a comprender y evaluar mejor los riesgos que enfrentan.


**A/62/PV.84 p.22-23.

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