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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE ALLA XIX RIUNIONE INFORMALE
DEI  MINISTRI EUROPEI DELLA GIUSTIZIA
(aspetti amministrativi, civili e penali della lotta contro la corruzione)

INTERVENTO DI MONS. JULIÁN HERRANZ*

La Valetta (Malta), 15 giugno 1994


 

Signor Presidente,
Signor Segretario Generale del Consiglio d’Europa:

A nome della Santa Sede compio in primo luogo il grato dovere di ringraziare i promotori di questa Conferenza per il gentile invito fatto a parteciparvi. Quanto alla perfetta efficienza dell’organizzazione della Conferenza e alla simpatia e cordialità degli Ospiti, sono state fatte giustamente tante lodi che io non saprei veramente cosa aggiungere di più: esprimo la mia completa solidarietà.

Riguardo invece alla ricca storia e alla capacità di accoglienza dell’isola di Malta, mi sembra doveroso aggiungere una cosa che riguarda direttamente il tema della nostra Conferenza. Mi riferisco al fatto che circa duemila anni fa questa bella Isola offrì la salvezza, dopo un naufragio, a Saulo di Tarso, a San Paolo, l’uomo che poi scrisse nella sua Lettera ai Romani le più belle parole che siano state mai dette sulla legge naturale. Quella legge scolpita da Dio nel cuore degli uomini, che dà ad essi il primordiale senso morale del bene e del male, dell’onestà e della corruzione.

La Santa Sede ha accolto con grande interesse l’oggetto di questa Conferenza perché, pur essendo antico il fenomeno della corruzione, tanto vecchio come la debolezza della persona umana (e questo lo sapeva bene S. Agostino, due volte citato in precedenti interventi), questo fenomeno appare oggi come un problema particolarmente grave. La corruzione, infatti, reca gravi danni non soltanto al buon governo degli Stati ed al bene pubblico, ma anche alla stabilità ed alla pace di molte famiglie ed al bene spirituale di innumerevoli persone.

Il Papa Giovanni Paolo II ha accennato a questo concreto fenomeno di corruzione nelle sue due più recenti encicliche sociali. Nell’Enciclica Sollicitudo rei socialis si riferisce alle iniziative dei poveri per difendere “i propri bisogni ed i propri diritti di fronte all'inefficienza ed alla corruzione dei pubblici poteri” (n. 39). Poi nell’Enciclica Centesimus annus afferma che questa corruzione rappresenta “uno degli ostacoli principali per lo sviluppo” (n. 48). E si sa bene che il magistero della Santa Sede intende per sviluppo, non soltanto quello puramente economico ma lo sviluppo integrale, anche culturale ed etico, della persona umana.

Perciò, la nostra Delegazione vorrebbe sottolineare che la corruzione di uomini politici, di pubblici amministratori o di dirigenti di grandi imprese, ha una dimensione non soltanto strettamente giuridica ma anche una primaria dimensione di natura morale. In alcune situazione, infatti, la corruzione assume dimensioni di una vera e propria patologia sociale, in quanto la sua capillare estensione si traduce simultaneamente in una “cultura” della illegalità e dell’immoralità.

Per questo motivo vorrei insistere, riprendendo concetti già accennati dal nostro illustrissimo Presidente, nonché dai Ministri della Giustizia della Germania, della Svizzera, della Repubblica Ceca, di Romania ed altri ancora, sulla necessità che nei “codici di comportamento” che saranno preparati dallo speciale “Gruppo di studio interdisciplinare” da costituirsi in seno al Consiglio di Europa, si tenga conto della inseparabilità del Diritto e della Morale. Ciò anche per esigenze di carattere pragmatico e scientifico. Il fatto più rilevante e positivo, infatti, del progresso della scienza del Diritto è stato quello di mettere al centro della realtà giuridica il suo vero protagonista, che è l’uomo, fondamento e fine della società. Perciò, il Diritto di una sana democrazia dovrebbe sempre tener conto della struttura ontologica della persona umana: cioè, della sua natura di essere non soltanto animale e istintivo, ma intelligente, libero, e con una dimensione spirituale, etica e trascendente, che non può essere legittimamente ignorata e tanto meno mortificata.

In questo senso, vorrei aggiungere un’ultima considerazione. Mi sembra che, per essere efficace, la lotta contro la corruzione non possa esaurirsi sul piano delle sole, pur se utili, misure penali e disciplinari. Sarebbero necessarie anche decise iniziative di carattere educativo, capaci di rafforzare nelle coscienze e nell’attività legislativa – in materia di corruzione ed in altri campi – la necessaria ar­monia che ci dovrebbe essere sempre tra il diritto positivo e la legge naturale.

Un filosofo italiano, Vittorio Possenti, ha ricordato parlando della corruzione che la vita della coscienza è unitaria, che la coscienza umana non la si può tagliare a pezzi come si taglia una frutta o dividere in parcelle come si fa con un terreno. Perciò, quando in una qualche società si approvano leggi permissive. anche contro il fondamentale diritto alla vita, è possibile che —magari non del tutto coscientemente— qualcuno si dica: se è legittimo sopprimere la vita umana nascente, non sarà poi una catastrofe prendere una tangente, fatto morale meno grave (cfr. Avvenire, 14/09/93, p. 17, intervista).

Sono perciò d’accordo con quanti precedentemente hanno parlato sulla necessità di rafforzare la stima e il rispetto delle leggi, ciò che però richiede a sua volta che esse siano sempre rispettose della dignità e unità della coscienza umana. Su questa necessità erano già d’accordo – come Loro ben sanno – anche i classici della cultura europea greco-romana. È infatti ben nota, per esempio, la chiara affermazione di Cicerone riguardo al valore fondante della legge naturale: Esiste una vera legge: è la retta ragione; essa è conforme alla natura, si trova in tutti gli uomini; è immutabile ed eterna; i suoi precetti chiamano al dovere, i suoi divieti trattengono dall'errore (...); nessuno poi ha la possibilità di abrogarla (De re pubblica 3, 22, 33).

Fatte queste riflessioni, che mi sembrano in piena sintonia con i tre valori fondamentali del Consiglio d’Europa (democrazia, preminenza del diritto e diritti dell’uomo), vorrei aggiungere per concludere che la nostra Delegazione apprezza altamente l’utilità e la necessità di tutte le Risoluzioni pratiche sottoposte all’approvazione finale della Conferenza.

Grazie per la loro gentile attenzione




*Document de la Mission permanente du Saint-Siège auprès du Conseil de l'Europe, Strasbourg.

 

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