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INTERVENTO DURANTE LA SECONDA SESSIONE
DELLE CONSULTAZIONI PRELIMINARI (CSCE)

INTERVENTO DELL'ARCIV. JOSEPH ŽABKAR

Helsinki - Mercoledì, 17 gennaio 1973



Signor Presidente,

Molti dei suggerimenti e delle proposte ascoltati in questi primi giorni della seconda fase delle Consultazioni ci appaiono di grande interesse. Anzitutto, perché affrontano la sostanza concreta della preparazione alla Conferenza, e ciò dimostra che la pausa di riflessione non è stata inutile; inoltre, perché la franchezza con cui sono stati esposti è un segno della fiducia che la maggioranza di noi nutre che la Conferenza possa veramente porsi degli obiettivi concreti per fare progredire la pace e la cooperazione.

In particolare, mi sembra di aver colto in varie dichiarazioni – e soprattutto stamane in quelle dei Rappresentanti dell’Austria, della Svizzera e della Svezia – uno sforzo sincero di prospettare i problemi su un piano oggettivo, in vista di una cooperazione da costruire gradualmente, fondandola sulla base sicura di princìpii di diritto internazionale validi per tutti.

In tal modo, da una parte si superano le diffidenze reciproche e dall’altra si incoraggia la buona volontà di ciascuno a convergere su ciò che è comune, in vista di promuovere quella ulteriore intesa e quella più stretta cooperazione, che ancora non esistono, ma che abbiamo speranza che possano esistere in avvenire.

Questi due elementi – l’esame oggettivo dei problemi, ancorato a principi di diritto internazionale, e l’apertura verso il futuro, che significa non solo assicurare la pace presente, ma predisporre le basi per una convivenza pacifica e per una cooperazione che valgano anche per le generazioni europee che verranno – sembrano alla nostra delegazione due criteri che potranno ispirare fruttuosamente il nostro lavoro.

Questo ci deve confortare ad operare con fiducia e con intensità, evitando lentezze o sospensioni non giustificate, e cercando di corrispondere alle attese di pace dei popoli di Europa e del mondo.

Grazie, signor Presidente.


 

 

 

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