The Holy See
back up
Search
riga

INTERVENTO DURANTE LA TERZA SESSIONE
DELLE CONSULTAZIONI PRELIMINARI (CSCE) - 1

INTERVENTO DI MONS. ACHILLE SILVESTRINI

Helsinki - marzo 1973






La Santa Sede annette grande importanza a proposte come quella svizzera, che hanno di mira sviluppi positivi dell’ordinamento internazionale;

- In particolare, nel pensiero di recenti Sommi Pontefici, l’istituzione di un sistema vincolante per la soluzione pacifica delle controversie è stata sempre considerata un’esigenza essenziale per il consolidamento di una pacifica comunità internazionale: in due momenti drammatici della storia europea, nell’agosto 1917 e nel Natale 1942, Benedetto XV e Pio XII indicarono questa esigenza come un elemento integrante, accanto agli altri due (disarmo e rinunzia all’uso e minaccia della forza), per un’alternativa non illusoria al ricorso alla guerra;

- Se la consapevolezza di tentare «un passo avanti oltre la Carta dell’ONU» già indica le difficoltà politiche e giuridiche da superare, l’Europa ha i titoli storici e i giuristi insigni per dare, solo che ne abbia la volontà, un simile «buon esempio» agli altri popoli.

___________________________________________________________________________

 

INTERVENTO DURANTE LA TERZA SESSIONE
DELLE CONSULTAZIONI PRELIMINARI (CSCE) - 2

INTERVENTO DI MONS. ACHILLE SILVESTRINI

Helsinki - marzo 1973


«Il rispetto dei diritti umani fondamentali è accolto, in linea di massima, da tutte le Delegazioni, o per lo meno non è escluso. Ciò conferma l’opportunità di un’ulteriore riflessione da parte di tutti, perché si possa arrivare ad una conclusione favorevole». Per quanto riguarda la libertà religiosa, ho confermato che «per la Santa Sede questo è un punto importante che essa ritiene di speciale attinenza per promuovere buone relazioni di amicizia e di cooperazione tra gli Stati. Per questo la mia delegazione vuole rifletterci ancora, e penso che anche altre delegazioni lo desiderino. Prego quindi che la cosa possa rimanere nel testo così com’è per dare luogo alla riflessione di tutti».



*Document de la Secrétairerie d'État.

___________________________________________________________________________

 

INTERVENTO DURANTE LA TERZA SESSIONE
DELLE CONSULTAZIONI PRELIMINARI (CSCE) - 3

INTERVENTO DI MONS. ACHILLE SILVESTRINI

Helsinki - marzo 1973




In coerenza con i costanti riferimenti ai testi internazionali, la nostra delegazione non ha difficoltà a suggerire che, nel testo, si usi la formula «Liberté de pensée, de conscience et de religion» usata dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (art.l8), dal Patto internazionale sui diritti civili e politici (art.18), e dalla Convenzione per la protezione dei diritti dell'uomo del Consiglio d’Europa (art.19). In tali documenti detta formula viene intesa come libertà di professare una religione, una credenza o una convinzione, così come di cambiarla o di non averla.

La Santa Sede, come già dichiarato, non giudica di fare una richiesta di suo esclusivo interesse, ma di apportare un contributo positivo al buon esito della Conferenza, in quanto:

– La libertà di coscienza e di religione tocca la sfera più delicata e più gelosa della vita personale di tutti gli uomini, perché riguarda la facoltà di autodeterminarsi, positivamente o negativamente, senza costrizione alcuna, nella scelta delle convinzioni fondamentali che si riferiscono al senso da dare alla propria vita, e nella possibilità di conformare a tali convinzioni i propri atti e la propria condotta.

– Questa facoltà di autodeterminazione conferisce dignità e valore alle azioni umane, perché è in virtù di essa che le decisioni dell'uomo, e i suoi comportamenti etici, sono veramente liberi, cioè motivati dalla coscienza e maturati in essa. Perciò questa libertà è il fondamento e la radice di tutte le altre libertà, di tutti gli altri diritti.

– Nessun dubbio che la tutela di questa libertà spetti, primariamente, alle costituzioni degli Stati, perché è anzitutto e concretamente, nell’ambito degli Stati che si esplica la vita delle persone e dei gruppi associati; ma è anche vero che essa non si esaurisce del tutto entro questi limiti. C’è un rapporto di solidarietà e di vita che unisce i credenti anche al di là di distanze o frontiere, e c’è una cooperazione tra gli Stati che, come la Carta dell’ONU prevede per la tutela di tutti i diritti umani, è auspicabile che si attui in favore della libertà religiosa con effetti vantaggiosi per la pace e l’amicizia tra i popoli.

– L’affermazione di questa libertà – che interessa non solo i cattolici e i cristiani, ma anche tutte le persone religiose ed anche i non credenti – ha un particolare significato nel contesto morale e storico dell'Europa, in quanto è un elemento fondamentale della cultura e della civiltà europee, il quale: a) fa parte della «common Christian heritage» dell’Europa; b) è un principio etico profondamente sentito e vissuto nella concezione di vita dei popoli europei; c) è uno degli elementi ideali più originali che la stessa civiltà ha chiarito e approfondito, anche dopo lotte e divergenze storiche non lievi, e lo ha partecipato ad altri popoli ed alla stessa comunità internazionale. E’ naturale quindi che l’opinione dei popoli europei sia particolarmente sensibile a tale valore che costituisce una base ideale comune. Richiamarlo con particolare menzione significa rendere omaggio a tale sensibilità europea, e quindi rafforzare un fattore di comprensione, di stabilità, di cooperazione e di pace

 

top