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SEMINARIO SULLE QUESTIONI RELATIVE ALLA DIMENSIONE UMANA
IN ASIA CENTRALE SUL PUNTO N.2 (MINORANZA,
TOLLERANZA E NON-DISCRIMINAZIONE)

INTERVENTO DI MONS. JEAN-CLAUDE PÉRISSET*

Almaty, Kazakhstan - Giovedì, 21 aprile 1994



In merito ai rapporti tra religioni o attività delle Chiese e minoranze :

1. per quanto riguarda l’uso della lingua di una minoranza

- l’uso della lingua di una minoranza nell’attività di un gruppo religioso, particolarmente per la Chiesa cattolica che è universale di sua natura, non deve condurre ad identificare quel gruppo religioso con la minoranza di cui usa la lingua nella sua liturgia e nell’insegnamento; per es. vi sono paesi dove, per dire «cattolico», si dice «polacco», o «tedesco».

- è un diritto legittimo delle persone membra di una minoranza, di utilizzare la propria lingua, particolarmente per esprimere la propria fede religiosa, quale valore più intimo della persona.

- l’integrazione di una minoranza nella vita sociale dello Stato, secondo le impronte proprie della maggioranza, richiede tempo; perciò, chi vuole mettere in evidenza l’affermazione della maggioranza nazionale considera a volte la Chiesa o le religioni come dei freni all’integrazione, perché non considera i diritti fondamentali – personali e comunitari – segnalati sopra.

2. Per quanto riguarda i limiti messi all’attività della Chiesa:

- v’è un pericolo nel considerare l’attività di un gruppo religioso svolta principalmente per delle minoranze (polacchi, tedeschi, lituani e ucraini nel Kazakhstan), di voler limitarla esclusivamente a dette minoranze, proibendoli di indirizzarsi anche agli indigeni, sotto accusa di proselitismo;

- sarebbe paradossale, particolarmente per la Chiesa cattolica, chiamata ad unire tutti i popoli nella medesima comunità di fede, che sia considerata elemento di divisione tra i popoli;

come superare tali difficoltà ?

a) da parte dello Stato, nel promuovere, mediante le sue leggi, una autentica libertà religiosa e il rispetto effettivo delle minoranze nazionali;

b) da parte della Chiesa o gruppo religioso, nell’evitare tutto ciò che avrebbe anche solo sapore di nazionalismo nelle sue attività, attenendosi il più strettamente possibile alla propria missione spirituale.

 


 

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