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CONTRIBUTO ALL'ELABORAZIONE DI UN
CODICE MONDIALE DI ETICA PER IL TURISMO

INTERVENTO DELLA SANTA SEDE IN OCCASIONE DELLA 59a
SESSIONE DEL CONSIGLIO ESECUTIVO DELL'O.M.T.*

Ushuaia, Argentina, 2-3 dicembre 1998


 

La Santa Sede riserva una particolare attenzione a tutti i valori che contribuiscono a rafforzare i legami fra i popoli, quali la reciproca conoscenza, il dialogo, gli scambi culturali, il rispetto delle proprie tradizioni culturali e religiose.

Sono questi i valori che garantiscono le condizioni non solo per un turismo sostenibile, ma soprattutto diventano coefficienti di pace e di benessere.

Al di sopra degli interessi economici e commerciali, pur rilevanti, bisognerebbe considerare sempre più nel turismo, gli elementi di aggregazione e di stabilità di cui è naturale portatore.

La crescente globalizzazione di quasi tutti i settori economici, e il cammino dell’uomo verso il Villaggio Globale, ci conduce verso la realizzazione di sistemi di regole uniche e alla difficile elaborazione di sistemi etici condivisibili da tutti.

La presenza di regole etiche nel turismo si impone con urgenza e la Santa Sede è particolarmente sensibile a questa problematica.

Il Creatore ha concesso al nostro pianeta un insieme di bellezze naturali incomparabili, diverse per la varietà del clima e della conformazione geografica. Una ricchezza affidata alla sensibilità degli uomini e dei singoli governi. Il patrimonio da tutelare è inestimabile. Porta l’impronta della mano di Dio Creatore e di quanti hanno tracciato un solco benefico nella storia dell’umanità.

Sembra, quindi, doveroso che i responsabili del turismo europeo, ed in particolare l’O.M.T., ricordino ancora una volta all’opinione pubblica, ed in particolare a chi spetta di provvedere, l’opportunità di non trascurare queste ricchezze. E’ giusto quindi mobilitarsi per creare una cultura del turismo, per far comprendere che il turismo è intrinsecamente portatore di valori quali il rispetto dell’ambiente che ci circonda, delle tradizioni e dei costumi di tutti i popoli.

Attese tali premesse, la Santa Sede auspica la realizzazione di un Codice Globale di Etica Turistica, con cui contribuire alla riflessione ed alla promozione del fenomeno del tempo libero, nella forma particolare del turismo.; in merito si richiama alla Dottrina Sociale della Chiesa ed ai principi giuridici internazionali.

I. a) Nello spirito del primo articolo della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” (New-York 10.12. 1948), si desidera ribadire i valori della persona, raggiungibili anche attraverso il fenomeno del tempo libero e del turismo, così come viene sottolineato dall’Art. 24, della medesima Dichiarazione: ogni uomo ha diritto al riposo, al tempo libero, ad una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e a vacanze periodiche pagate “.

b) In vari continenti, il turismo nasce da una situazione di benessere, che genera conseguenze positive, dove la persona e la società esprimono al meglio le loro risorse naturali e spirituali, in un rinnovato rapporto con il proprio corpo, con la natura, con le diverse culture, e tutto ciò finalizzato alla costruzione dell’uomo secondo le grandi attese della Creazione.

e) Si riconosce l’importanza del turismo per lo sviluppo dell'uomo, per l’incontro tra popoli diversi per la crescita della Comunità Internazionale oltre ogni frontiera, lingua e nazionalità. Consapevoli della missione della Chiesa di annunciare il messaggio evangelico a tutti gli uomini, si dichiara il turismo come un ambito nuovo dell’annuncio e della testimonianza.

Atteso quanto sopra, sembra doveroso fare una distinzione tra etica del turismo ed etica dei turisti.

La valorizzazione del Creato, il rispetto dovuto alle culture, tradizioni e usi locali, appaiono esigenze prioritarie per l’avvenire stesso del turismo e richiedono di essere valutate con intelligenza e con un approccio pedagogico, sia per i turisti che per gli autoctoni.

Quelli che accolgono dovrebbero essere preparati ad affrontare situazioni non sempre prevedibili.

Infatti, come ogni fenomeno sociale, anche il turismo può presentare rischi che lo snaturano dai fini che gli sono propri. Nella concreta attuazione, il turismo tende spesso a far disattendere i valori profondi della spiritualità e della solidarietà, producendo nuove forme di esasperato materialismo.

Quanti richiedono di essere accolti in altri Paesi, cioè i turisti, devono prepararsi a comprendere il mondo nel quale essi chiedono di entrare.

Oggi, i movimenti turistici moderni, permettono di incontrare i grandi monumenti che sono le “pietre della memoria”, sparsi in tutti i continenti. Lungo queste strade si possono riscoprire non solo le tracce preziose dell’arte e della complessità storica del nostro pianeta, ma anche le comuni radici spirituali dei nostri popoli e delle nostre nazioni.

La Chiesa riconosce che nel turismo si realizza il desiderio insito dell’uomo di godere la vita come possibilità di maggiore umanizzazione e di cammino verso i valori trascendenti. La naturale vocazione alla gioia e alla festa fa scoprire nel turismo un tempo di incontro privilegiato con se stessi, con la famiglia e con Dio, per rigenerare legami profondi di amicizia e di convivialità.

I responsabili economici e politici dei Paesi di provenienza e dei Paesi ospitanti, devono predisporre i viaggiatori e le popolazioni locali a trarre il migliore profitto culturale e spirituale, da questi incontri “shock” con differenti culture, non limitando l’incontro a livello solo economico e commerciale.

III. Etica dei Turisti

E’ per questo, che si sollecita l’istituzione di forme di educazione ai valori di umanità. Interpellati dal turismo, si avverte la responsabilità di invitare tutti coloro che lo promuovono a qualificarlo con investimenti adeguati sotto il profilo culturale formativo e professionale.

Così egli non offre, al suo cliente, che l’occasione di incontrare le popolazioni locali senza però avviare un dialogo con queste.

Accogliere il forestiero è lo stile di vita della Bibbia (cfr. Gn 18, 1-5). Il turismo richiede autentiche qualità nell’accoglienza che non si improvvisano ma domandano un ‘approfondita conoscenza ed un ‘adeguata cultura. L’offerta turistica assume il significato di un « invito », come una motivata accoglienza nell’ambito della propria vita personale comunitaria, nel rispetto delle tradizioni religiose e delle culture, ben sapendo che solo un turismo dal volto umano è alla fine vincente.

Anche qui è presente un solo principio: “la terra è di tutti “, ma non alla stessa maniera, essa appartiene anzitutto a quelli che vi risiedono, la coltivano e lì stabiliscono il loro modo di vivere.

Il visitatore, attese queste premesse, non può che essere discreto.

Ciò si chiama rispetto, attento ascolto, educazione alla cultura dell’altro, e nello stesso tempo comprensione delle radici della propria cultura.

Le tendenze prevalenti nel turismo di massa, se da una parte esprimono l’ampia fruizione del “bene-turismo”, dall’altra hanno incentivato l’industria del divertimento in funzione economicistica, a svantaggio dell' autentica promozione dell’uomo.

Questa tipologia del turismo, se non intelligentemente corretta, rischia di portare l’uomo all'autodistruzione.

Ogni viaggio promosso senza un atteggiamento intellettualmente animato da uno spirito di modestia, espone il viaggiatore al pericolo di una valutazione non adeguata dei valori locali. In tal caso l’organizzatore del viaggio rivela una disonestà intellettuale e commerciale.

IV. La crescita culturale di alcuni continenti ha contribuito alla formulazione dei diritti universali dell’uomo. In forza di questa tradizione, il diritto al turismo, non deve diventare occasione di sfruttamento, di nuove schiavitù, in particolare per i lavoratori del turismo e le popolazioni dei Paesi d’accoglienza soprattutto nel terzo mondo.

Vari gruppi etnici, esportatori di civiltà e di benessere hanno spesse volte imposto un primato non tenendo conto delle originalità culturali dei popoli verso i quali si indirizzavano. Un turismo rispettoso delle culture locali può essere un momento di valorizzazione e di arricchimento reciproco.

In sintesi, atteso quanto sopra, l’etica del turismo e dei turisti, interessa gli aspetti fondamentali per l’avvenire dell’uomo:
- lo sviluppo dell’uomo e la mancata crescita dell’economia: tutti i Governi cercano di accaparrarsi la valuta turistica, capace di realizzare enormi introiti monetari, a detrimento della crescita del loro popolo;
- il turismo molto più che l’economia riguarda la cultura, per non dire che egli minaccia le culture dei Paesi di accoglienza, con il rischio di emarginarle e annullarle.

Si riservi una particolare attenzione, poi, alle conseguenze nefaste della mondializzazione dei prodotti mediatici.

La mondializzazione e standardizzazione delle culture per mezzo del turismo è altrettanto pericolosa per l’identità diversificata dell’uomo.

V. Nel tempo del turismo, ognuno deve sentirsi libero di manifestare la propria fede con coerenza nelle convinzioni e nel comportamento, senza alcuna discriminazione o impedimento.

L’accoglienza delle altre fedi domanda a ciascuno il rispetto di quelle tradizioni religiose congiunto all’impegno di comprenderne i significati propri e la ricchezza del messaggio rivelato attraverso la lettura attenta dei culti, monumenti e segni,

La scoperta dell’altra religione , aiuta ad approfondire meglio le ragioni più autentiche della propria fede.

Nella salvaguardia delle discipline vigenti il turismo può suscitare momenti di preghiera ecumenica, la scoperta della fraternità in Cristo e il desiderio dell’unità.

La creazione di tale codice, però, impone molte cautele e la considerazione di molteplici problematiche. Da più parti, negli ultimi decenni, si è parlato non solo di decadenza culturale della società moderna ma anche di disattenzione ai valori religiosi.

Tale rilievo, si può ricondurre a tre aspetti:
- la “supertechnificazione” , cioè l’invasione tecnologica che abbraccia la società e ogni aspetto e settore del vivere dell’uomo;
- la eccessiva e aggressiva competitività;
- la massificazione e la spersonalizzazione che caratterizzano l’odierna società.
Si segnalano i citati aspetti, perché essi si ripercuotono in maniera negativa sul fenomeno turistico; tanto per chi pratica il turismo, che per chi accoglie il turismo.

Il fatto che la tecnologia e l’industria abbiano raggiunto anche il settore del turismo è un fatto senza dubbio positivo per quel che riguarda l’efficienza dei servizi e la professionalità delle prestazioni offerte da agenzie e tour-operator.

Ma la valutazione del fenomeno sarebbe incompleta se non si considerassero i condizionamenti imposti alla libertà religiosa.

VI. Tuttavia, si presentano anche valutazioni negative.

L’attività turistica è trattata come un qualsiasi prodotto, e come tale risponde unicamente a leggi dì mercato: l’unico obiettivo è il profitto. Tutto ciò può determinare una mancanza di attenzione verso le esigenze culturali, spirituali e umane dei turista, al quale vengono spesso offerti pacchetti viaggio, che rispondono più a esigenze economiche che al gusto personale di ciascuno. Si realizzano, in questo modo, spostamenti di masse enormi di persone, che costituiscono spesso una moltitudine di viaggiatori priva di sensibilità e gusto personale.

Il turismo può essere senza dubbio un fattore di sviluppo economico per molti Paesi privi di altre risorse e bisognoso di valuta pregiata, ma considerare il turista solamente come un elemento di un sistema economico, strumentalizzando le sue attese, può essere pericoloso.

Al centro del sistema turismo deve esserci l’uomo, perché è all’uomo che l’offerta turistica si rivolge. Se si dimentica questo elementare dato di partenza l’attività turistica difficilmente potrà essere un contesto propizio per sviluppare le tre dimensioni fondamentali dell’uomo:
- la dimensione verticale trascendente;
- la dimensione orizzontale (comunicativa e delle relazioni umane);
- la dimensione interiore.

VII. Un codice etico mondiale per il turismo, inoltre, non può non considerare il problema del rispetto della presenza delle diverse fedi e religioni locali, che il turista può incontrare durante il suo cammino. La diversità del credo comporta spesso diversità comportamentali e abitudini, che dovrebbero essere tollerate così come la cultura e le tradizioni del luogo visitato.

Allo stesso modo esiste un diritto uguale e inverso, del turista, per il quale deve essere rispettata e tollerata anche la propria religione, pur se diversa da quella locale.

In questo senso la Chiesa auspica, per garantire che il viaggiatore possa fruire dell’assistenza religiosa anche fuori della propria regione.

Nel tempo delle vacanze, i turisti, prendono a volte il tempo per la preghiera e la Messa domenicale o per un incontro con un sacerdote.

VIII. La Santa Sede alla luce del magistero della Chiesa, sostiene ancora una volta il rispetto dovuto all’ambiente naturale e all’esigenza improrogabile di definire regole comportamentali, finalizzate alla realizzazione di un turismo sostenibile compatibile con l’ambiente e rispettoso dell’ecosistema.

Le vacanze, che collocano l’uomo in una situazione eccezionale gli offrono spesso dei momenti privilegiati per riscoprire il suo rapporto con gli uomini e con la divinità.


*Document de la Mission Permanente du Saint-Siège auprès de l’Organisation Mondiale du Tourisme, Rome.

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SAINT-SIÈGE

Contribution à l’élaboration du Code mondial d’éthique pour le tourisme» (à l’occasion de la 59e session du Conseil exécutif de l’OMT**

Ushuaia, Argentina, 2-3 décembre 1998

 

 


La Santa Sede tiene una particular atención a todos los valores que contribuyen a reforzar los lazos entre los pueblos, como por ejemplo el recíproco conocimiento, el diálogo, los intercambios culturales, el respeto a las propias tradiciones culturales y religiosas.

Estos son los valores que garantizan las condiciones, no solo para un turismo sostenible, sino porque se convierten en elementos de paz y bienestar.

Más allá de los intereses económicos y comerciales, sin lugar a dudas importantes, es necesario considerar siempre más el turismo, los elementos de agregación y de estabilidad de los que éste es portador natural.

La creciente globalización de casi todos los sectores económicos y el camino del hombre hacia la "Aldea Global", nos conduce a la realización de sistemas de normas únicas y a las difíciles elaboraciones de sistemas éticos compartidos por todos.

La presencia de normas éticas en el turismo se impone con urgencia, y la Santa Sede es particularmente sensible a esta problemática.

El Creador ha concedido a nuestro planeta un conjunto de bellezas naturales incomparables, diversas por la variedad del clima y por la conformación geográfica. Una riqueza dada a la sensibilidad de los hombres y a los individuales gobiernos. El patrimonio que se debe tutelar es en realidad inmenso. Lleva el sello de la mano de Dios Creador y de todos los hombres que han abierto un surco beneficioso en la historia del mundo.

Parece necesario que los responsables del turismo europeo y en particular la O.T.M., recuerden una vez más a la opinión pública y a quienes les corresponde la promoción del turismo, la oportunidad de no descuidar estas riquezas. Es justo, pues, poner todos los medios a nuestro alcance para crear una cultura del turismo, sobre todo para enseñar que el turismo es intrínseco portador de valores, como es el del respeto al ambiente que nos circunda, a las tradiciones y a las costumbres de todos los pueblos.

Con estas premisas, la Santa Sede recomienda la realización de un Código Global de Ética turística, para contribuir a la reflexión y a la promoción del fenómeno del tiempo libre, en la forma de turismo; para lo cual se debe considerar la Doctrina Social de la Iglesia y los principios jurídicos internacionales.

I. a) En el espíritu del primer artículo de la "Declaración Universal de los Derechos del Hombre" (New York 10.12.1948), se desea reforzar los valores de la persona, alcanzables incluso a través del fenómeno del tiempo libre e del turismo, así como viene subrayado por el Art. 24 de la misma Declaración: "todo hombre tiene derecho al descanso, al tiempo libre, a una razonable limitación de las horas de trabajo y a vacaciones periódicas pagadas".

b) En varios continentes, el turismo nace de una situación de bienestar, que genera consecuencias positivas, donde la persona y la sociedad expresan de la mejor manera sus recursos naturales y espirituales, en una renovada relación con el propio cuerpo, con la naturaleza, con las diversas culturas, y todo esto finalizado a la construcción del hombre según las grandes expectativas de la Creación.

c) Se reconoce la importancia del turismo para el desarrollo del hombre, para el encuentro entre los pueblos más allá de las fronteras, lenguas o nacionalidades. Candentes de la misión de la Iglesia de anunciar el mensaje evangélico a todos los hombres, se declara el turismo como un ámbito nuevo del anuncio y del testimonio.

II. Tomando en cuento lo escrito anteriormente, es necesario hacer una distinción entre ética del turismo y ética del turista.

ETICA DEL TURISMO

La valorización de la Creación, el respeto de las culturas, tradiciones y usos locales, parecen exigencias prioritarias para el futuro mismo del turismo, y tienen que ser acogidas con inteligencia y con una adecuada información y formación de los sujetos interesados, sean estos turistas o autóctonos.

Quienes acogen turistas deberían estar preparados para afrontar situaciones a veces imprevisibles.

En efecto, como todo fenómeno social, también el turismo puede presentar riesgos que lo desnaturalizan de los fines que le son propios. En la actuación concreta, el turismo tiende frecuentemente a descuidar valores profundos de espiritualidad y solidaridad, produciendo nuevas formas de exasperado materialismo.

Quienes, por el contrario, piden ser acogidos -esto es, los turistas- deben prepararse para lograr comprender el mundo en el que quieren ingresar.

Hoy los movimientos turísticos modernos, permiten encontrar los grandes monumen­tos que constituyen las 'piedras de la memoria", esparcidas por todos los continentes. A lo largo de estos caminos se pueden descubrir no solo las huellas preciosas del arte y de la complejidad histórica de nuestro planeta, sino también las raíces espirituales comunes de nuestros pueblos y naciones.

La Iglesia reconoce que en el turismo se realiza el deseo ínsito del hombre de disfrutar la vida, como una posibilidad de mayor humanización y de camino hacia los valores trascendentales. La natural vocación a la alegría y a la fiesta, hace ver en el turismo un tiempo de encuentro privilegiado con uno mismo, con la familia y con Dios, para reforzar los lazos profundos de amistad y de convivencia.

Los responsables económicos y políticos de los países de procedencia y de los países hospitalarios, deben obtener el mayor provecho cultural y espiritual de estos encuentros "shock" con diferentes culturas, no limitándolo solamente a nivel económico y comercial.

III- ETICA DEL TURISTA

Por esto se solicita la institución de formas de educación en valores de humanidad Interpelados por el turismo, se advierte la responsabilidad de invitar a todos aquellos que los promueven a mejorarlo, con inversiones adecuadas, buscando siempre el provecho cultural, formativo e profesional.

Así él ofrece a su cliente una ocasión de encontrar a las poblaciones locales, pero sin la oportunidad de poder empezar un diálogo con éstas.

Acoger al forastero es el estilo de la Biblia (cfr. Gn. 18,1-5). El turismo requiere unas auténticas cualidades en la acogida que no pueden ser improvisadas, sino que demandan un profundo conocimiento y una adecuada cultura. La oferta turística asume el siga cado de una "invitación", como un motivado recibimiento en el ámbito de la propia vida personal comunitaria, en el respeto a las tradiciones religiosas y a las culturas, sabiendo bien que solamente un turismo de rostro humano es, al final, el vencedor.

También aquí parece prevalecer un solo principio: se dice que "la tierra es de todos"; pero no se puede aceptar esta expresión sin un, análisis; la tierra pertenece sobre todo a aquellos que residen sobre ella, la cultivan y han establecido allí sus comunidades.
El visitador, tornando en cuenta las premisas anteriores, tiene que ser discreto.

Esto se llama respeto, escucha atenta, educación de la cultura del olio y al mismo tiempo comprensión de las raíces de la propia cultura.

Las tendencias preponderantes en el turismo de masa, si de una parte expresa la amplia función del "buen turismo", de otra parte han incentivado la industria de la diversión en función economicista, perjudicando la auténtica promoción del hombre.

Esta tipología del turismo no inteligentemente correcto, pone en peligro de llevar al hombre a la autodestrucción.

Cada viaje promovido sin un mínimo de preparación y sin espíritu de modestia, expone al turista al peligro de una apreciación inadecuada de los valores locales. En tal caso, los promotores y los organizadores del turismo demostrarían deshonestidad intelectual y comercial.

IV. El crecimiento cultural de algunos continentes ha contribuido a la formulación de los derechos universales del hombre. Por esta tradición, el derecho al turismo no debe llegar a ser ocasión de explotación, de nueva esclavitud, en particular para los trabajadores del turismo y para las poblaciones de los países recibidores, sobre todo en el tercer mundo.

Varios grupos étnicos, exportadores de civilidad y de bienestar, han impuesto frecuentemente un primado, no teniendo en cuenta las originalidades culturales de los pueblos hacia los cuales se dirigen. Un turismo respetuoso de las culturas locales puede ser un momento de valorización y de enriquecimiento recíproco.

En síntesis, con lo dicho anteriormente, la ética del turismo y la ética del turista tienen que interesarse de algunos aspectos para el futuro del hombre. Cito varios:
-el desarrollo del hombre y el crecimiento de la economía: todos los gobiernos tratan de obtener mayor importancia turística y son capaces de realizar ingentes inversiones monetarias, en perjuicio del crecimiento moral e intelectual del pueblo.
-el turismo, mucho más que la economía, tiene relación con la cultura; subvalorando este factor se corre el riesgo de marginar y anular a las culturas de los países recibidores.
-una particular atención debe ser reservada a las consecuencias nefastas de la mundialización de los productos mediáticos.
- la mundialización y la estandarización de las culturas por medio del turismo es también peligroso, a causa de la identidad diversificada del hombre.

V. En el tiempo del turismo, cada uno debe sentirse libre de manifestar la propia fe, con coherencia en las convicciones y en el comportamiento, sin ninguna discriminación o impedimento.

La acogida de las otras creencias religiosas, interpela a cada uno al respeto de aquellas tradiciones religiosas y al compromiso de comprender su significado propio y la riqueza del mensaje revelado, a través de la lectura atenta de los cultos, monumentos y signos.

El descubrimiento de otra religión, ayuda a profundizar mejor las razones más auténticas de la propia fe.

En la conservación de las disciplinas vigentes, el turismo puede suscitar momentos de oración ecuménica, el descubrimiento de la fraternidad en Cristo y el deseo de la unidad.

La creación de tal código impone muchas cautelas y la consideración de múltiples problemáticas. Desde muchas partes, en los últimos decenios, se ha hablado no solo de decadencia cultural de la sociedad moderna, sino de desatención a los valores religiosos.

Tal observación se puede resumir en tres aspectos:
- la "supertecnificación", es decir, la invasión tecnológica que abraza la sociedad y todo aspecto y sector de la vida del hombre.
- la excesiva y agresiva competitividad.
-la masificación y la despersonalización que caracterizan la presente sociedad.

Se señalan estos aspectos, porque repercuten en manera negativa sobre el fenómeno turístico, tanto para quien practica el turismo, como para el que acoge el turismo.

El hecho de que la tecnología y la industria hayan alcanzado el sector del turismo, es una realidad sin dudas positiva, en lo que se refiere a la eficiencia de servicios y la profesionalidad de las prestaciones ofrecidas por agencias e "tour-operator".

Pero la valoración del fenómeno sería incompleta si, no se considerasen los condicionamientos impuestos a la libertad religiosa.

VI. Sin embargo, se presentan también valoraciones negativas.

La actividad turística es tratada como un producto cualquiera, y como tal responde únicamente a las leyes del mercado: el único objetivo es la ganancia. Todo esto puede determinar una falta de atención hacías las exigencias culturales, espirituales y humanas del turista, al cual se le ofrecen frecuentemente viajes en paquete, que responden más a exigencias económicas que al gusto personal de cada uno. Se realizan, en este modo, desplazamientos de masas enormes de personas, que constituyen a menudo una multitud de viajeros privada de sensibilidad y gusto personal.

El turismo puede ser, sin lugar a dudas, un factor de desarrollo económico para muchos países privados de otros recursos y necesitados de ingresos; pero considerar al turista solamente como un elemento de un sistema económico, instrumentalizando sus expectativas, puede ser peligroso.

Al centro del sistema turismo debe estar el hombre, porque es al éste que el ofrecimiento turístico se dirige. Si se olvida este elemental punto de partida, la actividad turística difícilmente podrá ser un contexto propicio para el desarrollo de las tres dimensiones fundamentales del hombre:
-la dimensión vertical trascendente;
-la dimensión horizontal (comunicativa y de las relaciones humanas)
-la dimensión interior.

VII. Un código ético mundial para el turismo, además, no puede dejar, de considerar el problema del respeto a la presencia de las diversas creencias y religiones locales, las que el turista puede encontrar durante su camino. La diversidad del credo trae consigo frecuente­mente diversidades comportamentales y habitudinales, que deberían ser toleradas, así como la cultura y las tradiciones del lugar visitado.

Al mismo tiempo existe un derecho igual e inverso del turista, por el cual debe ser respetada y tolerada la propia religión, en el caso que sea diversa de la local.

En este sentido la Iglesia desea que exista la garantía que el viajero pueda gozar de la asistencia religiosa incluso fuera de la propia región.
En época de vacaciones, los turistas toman a veces el tiempo para la oración y la Misa dominical, o para tener algún encuentro con un sacerdote.

VIII. La Santa Sede, a la luz del Magisterio de la Iglesia, propugna una vez más el respeto debido al ambiente natural y anima a la decisión improrrogable de definir normas comportamentales, dirigidas a la realización de un turismo que se pueda sostener, compatible con el ambiente y respetuoso del ecosistema.

Las vacaciones, que colocan al hombre en una situación excepcional, le ofrecen a menudo momentos privilegiados para descubrir nuevamente su relación con los hombres y con la divinidad.


**Document de la Mission Permanente du Saint-Siège auprès de l’Organisation Mondiale du Tourisme, Rome.

 

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