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OMELIA DELLÂ’EM.MO CARD. ANGELO SODANO, 
IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE
DEL V CENTENARIO 
DELLÂ’EVANGELIZZAZIONE DEL BRASILE

Porto Seguro, 26 Aprile 2000

 

Fratelli e Sorelle,
Signor Presidente della Repubblica e distinte Autorità,
Venerabili Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio
Cari brasiliani!

«Te Deum laudamus» — Noi ti lodiamo, a Dio!

Sono le parole iniziali dell'inno di ringraziamento che, fin dai primi secoli, il popolo cristiano eleva a Dio, per esprimere i suoi sentimenti di gratitudine per i benefici ricevuti.

Anche noi vogliamo oggi intonare «Te Deum» insieme ai cristiani di tutto il Brasile, per ringraziare il Signore dei doni ricevuti nei cinquecento anni di presenza cristiana in questa terra.

Con l'animo ricolmo di gioia, oggi noi ricordiamo quel 26 aprile dell'anno 1500, quando, a Santa Cruz de Cabrália, fu celebrata la prima Santa Messa. Era la prima volta che il Vangelo di Cristo veniva annunciato a questo popolo, al fine di illuminarne la vita quotidiana. Era la prima volta che Corpo di Cristo veniva a santificare gli uomini di questa terra benedetta, purificandone e santificandone l'esistenza.

1. Un popolo in preghiera

Oggi, con profonda emozione, il nostro pensiero ritorna a quel giorno così importante per il Brasile dei nostri giorni.

In verità, fu qui che nacque l'esperienza civilizzatrice brasiliana e dove Fra Henrique de Coimbra celebrò la prima Santa Messa nella nuova terra, chiamata terra della Santa Croce. Per questo, non poteva esservi intuizione migliore che commemorare quell'avvenimento davanti alla copia della Croce che sovrastava a quella celebrazione eucaristica ed alla presenza del popolo e delle più alte cariche dello Stato. Inoltre, l'invito rivolto al Santo Padre di presiedere questa celebrazione è stato un gesto scaturito dalla convinzione dell'importanza di questa data, anche per la Chiesa universale.

Dal cuore di tutti i cristiani sale oggi spontaneo un inno di gratitudine all'Onnipotente per il dono prezioso della fede ricevuta dalle generazioni passate. «Come non rendere grazie per i frutti copiosi — diceva il Santo Padre nel 1992 a Santo Domingo, nel ricordare i 500 anni della scoperta dell'America — nati dai semi piantati durante questi cinque secoli da tanti e tanto coraggiosi missionari»! (Giovanni Paolo II, Discorso nell'inaugurazione della IV Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-americano, 12 ottobre 1992, 3).

L'anno scorso, l'allora Presidente della Conferenza Episcopale Portoghese, Mons. João Alves, consegnò all'Episcopato brasiliano sedici copie della Croce che, nel 1500, si ergeva sull'altare della prima Messa celebrata nel Brasile. Benedette dal Papa Giovanni Paolo II, quelle Croci percorsero tutto il Brasile, ciascuna per ogni Regione ecclesiastica, per manifestare la comunione nella stessa fede. In modo particolare, esse esprimevano riconoscenza per il significato della morte di Cristo sulla Croce, dalla quale venne il segno supremo dell'infinito amore di Dio per tutta l'umanità, alla quale Egli ha consegnato il suo unico Figlio, Gesù Cristo.

Oggi vogliamo anche rendere grazie a Dio per la profonda azione evangelizzatrice che la Chiesa in Portogallo portò a compimento in questa terra. Se volessimo parafrasare le parole del Santo Padre, si potrebbe dire che «Dio rinnovo la sua alleanza con il Brasile» per opera di tanti coraggiosi missionari. D'altro canto, è giusto estendere questi sentimenti di gioia e di gratitudine verso le notevoli figure del nobile popolo portoghese, le quali fecero grande il Brasile in ogni campo della cultura, dell'ordinamento del Paese e della santità.

2. La presenza della Chiesa

La Croce che oggi sovrasta quest'altare è la pietra fondamentale dell'inizio del cammino del popolo brasiliano. L'Emanuele, il Dio-con-noi, continua a fecondare i sentieri della Terra della Santa Croce attraverso l'annuncio che ci ha redento e salvato.

Non è possibile tracciare il profilo storico di questo Paese senza tener conto della presenza, fin dall'inizio e lungo la sua evoluzione storica, della Chiesa Cattolica. Chi più del lavoro missionario ha aiutato nella civilizzazione delle popolazioni indigene? Chi ha unito nel miglior modo le popolazioni disperse nei piccoli nuclei dell'interno o della costa, quanto il parroco o il sacerdote? Chi ha dimostrato più impegno nel conoscere, visitare, correggere ed animare il popolo quanto i Vescovi ed i loro inviati? Chi più della Chiesa, tramite le sue scuole ed i suoi collegi, ha fatto per l'istruzione del popolo? Chi più della Chiesa ha fatto sforzi per la moralizzazione della famiglia, a favore della pace e della concordia dei cittadini? Come non ricordare qui la Chiesa come promotrice della dignità umana e dei valori culturali dei popoli indigeni, presenti all'epoca coloniale, e la sua ferma opposizione alla schiavitù, nonostante l'assenza del lavoro rimunerato?

Ciò che i brasiliani sono oggi è dovuto alla generosa dedizione di numerosi cristiani, che servirono la causa della fede con un coraggio che li portò, a volte, all'offerta della propria vita, come nel caso dei martiri di Cunhaú e di Uraçú, recentemente beatificati dal Papa.

3. Il grano e la zizzania: ringraziamento e perdono

Nonostante ciò, non è possibile dimenticare che, lungo questi cinque secoli, alcuni cristiani non hanno fatto onore alla loro vocazione di discepoli del Signore. Non si deve dimenticare, anche in questo caso, la parabola con cui il Signore definì il suo Regno. Esso è come un campo dove cresce la zizzania accanto al grano. Il Vangelo di Cristo ci riporta così alla realtà, mostrandoci il carattere complesso della storia umana.

Per questo, nel lodare il Signore con il canto del «Te Deum» per il bene compiuto in Brasile in questi 500 anni di storia, sentiamo anche il bisogno di chiedere perdono per tutte le miserie umane che hanno offuscato e deturpato la testimonianza cristiana dei discepoli del Signore.

Talvolta Cristo non fu annunciato adeguatamente. Questo, però, non significa che l'annunzio del Redentore non sia stato un dono prezioso per questo popolo. In Brasile esistono delle bellissime pietre preziose. Si può anche offrire un topazio o un'ametista su di un piatto rotto o sudicio, ma ciò non vuol dire che la pietra non sia preziosa. Si può anche regalare un diamante con delle intenzioni recondite, ma non per questo il diamante cessa di essere tale.

Così, nell'innalzare oggi a Dio il nostro ringraziamento per il dono della fede, vogliamo, al tempo stesso, chiedergli perdono se, per caso, abbiamo offuscato la bellezza del dono che abbiamo trasmesso ai nostri fratelli.

In verità, in ogni Santa Messa si rinnova il sacrificio di Cristo sulla Croce, con il suo carattere espiatorio, così ben proclamato nella formula della consacrazione: «Questo è il calice del mio Sangue, il Sangue della nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti, in remissione dei peccati» .

Sì, anche la nostra Messa di oggi sarà celebrata per la «remissione dei peccati»!

4. Alla luce della fede

Il Cero che si trova vicino all'altare e che nelle chiese cattoliche è stato acceso durante la notte di Pasqua, è una costellazione di punti luminosi, come stelle di un firmamento immaginario, che illumina le cattedrali e le chiese delle Nazioni dell'orbe cattolico. Il Cero ricorda che la luce di Cristo risorto dissipa le tenebre del mondo ed ora, nella commemorazione della scoperta del Brasile, ci ricorda che Egli è la fonte di speranza e di pace per ogni brasiliano e per ogni brasiliana.

Cari amici, la prima Messa in Brasile fu celebrata nella Domenica «in Albis». Ora che ci troviamo nell'Ottava di Pasqua, viene alla memoria questo Cero: è la luce di Cristo che il Santo Padre addita a voi, o cittadini brasiliani, molti dei quali rappresentate le distinte correnti migratorie che fanno di questo Paese quasi un continente. La significativa rappresentanza dei Vescovi qui convenuti, provenienti dall'Europa, dall'America, dall'Africa e dall'Asia — Paesi che parteciparono alla costruzione della numerosa popolazione brasiliana — è prova tangibile dello stesso spirito che sempre animò la fede cattolica. La vicinanza del Signore della Storia ai nostri ai nostri fratelli delle diverse denominazioni cristiane e non-cristiane ci rallegra ancor più. Essa è al servizio di una maggiore unità fra tutti, con vincoli di fraternità e di mutuo rispetto, nell'edificazione spirituale e morale di questo Paese.

Il Papa è stato invitato a venire fra voi ed a partecipare a questa Celebrazione nazionale di ringraziamento per i 500 anni dell'evangelizzazione del Brasile. Non essendogli stato possibile essere qui per la concomitanza delle celebrazioni giubilari in Roma, ha inviato me come Suo Legato, per essere latore delle Sue speranze riguardo all'intero Continente latino-americano. Speranze di rivitalizzazione della fede e di quell'unità ecclesiale che ha come fondamento la risurrezione di Cristo, «fondamento di ogni promozione umana, principio di ogni autentica cultura cristiana», come il Papa ha ribadito a Santo Domingo (ibid., 25)

5. La gioia del cristiano

Cari amici brasiliani, la gioia dei discepoli del Signore alla notizia della risurrezione segna l'incontro con il Maestro. Il Vangelo odierno ci ha mostrato Gesù che accompagna i discepoli nel cammino di Emmaus. Anche noi, oggi, sperimentiamo che Cristo cammina accanto a noi, illuminandoci con la sua Verità e sostenendoci con la sua Grazia. Per questo, il nostro cuore esulta come quello dei discepoli di Emmaus e si sente lieto di camminare con il Signore.

Oggi, noi ricordiamo quell'avvenimento con enfasi ancor maggiore. Gesù nell'Eucaristia si offre come il pegno sicuro della sua presenza in mezzo a noi. Egli con la sua potenza sostiene il mondo, con le sue promesse di salvezza Egli porta speranza ed aiuta la famiglia umana ad abitare per sempre nella sua casa. Il racconto di questi cinque secoli di storia brasiliana è permeato da quest'azione misteriosa del nostro Salvatore.

Confortati dalla presenza di Cristo, nutriti con il suo Corpo, noi ci impegneremo ad essergli fedeli. In unione con il Santo Padre Giovanni Paolo II e con tutta la Chiesa, contando sull'intercessione di Nostra Signora Aparecida e di tutti i Santi e Sante di questa terra benedetta, noi invocheremo durante la Santa Messa la protezione divina su tutta la Nazione brasiliana e su tutti i suoi figli e le sue figlie; sul Presidente della Repubblica e su le Autorità dello Stato di Baía che ci accoglie. Chiederemo per tutto il popolo, in quest'ora solenne della storia della Patria, un Brasile pacifico, impegnato per una maggiore giustizia sociale, mentre celebra, con la Festa delle Luce, la sua fede nell'avvenire. È la fede in Cristo Signore, nostro unico Salvatore.

Fratelli e Sorelle, oggi più che mai, diciamo tutti ad una sola voce: Sia lodato Nostro Signore Gesù Cristo! Sia lodato per sempre!

 

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