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INTERVENTO DEL CARDINALE ANGELO SODANO
 ALL'ATTO ECUMENICO DI RINGRAZIAMENTO 
PER IL MILLENNIO DELLA NAZIONE MAGIARA 
SVOLTOSI A BUDAPEST 
NELLA CHIESA RIFORMATA DI PIAZZA SZILÁGYI DEZSO

Sabato 19 agosto 2000

 

A Roma, durante le celebrazioni del Grande Giubileo del 2000, si canta in coro un inno che inizia così:  "Gloria a te, Cristo Gesù, oggi e sempre tu regnerai... Sei speranza solo Tu!".

La stessa lode potrebbe uscire dalle nostre labbra, e più ancora dal nostro cuore, mentre ringraziamo il Signore per la lunga serie di doni concessi alla nazione ungherese nei mille anni della sua storia.

Alle vostre preghiere partecipa anche il Papa Giovanni Paolo II, che qui mi ha inviato quale suo Legato, per testimoniarvi tutta la sua paterna vicinanza in questa solenne circostanza.

In tal modo, egli si inserisce in quel solco di profondi vincoli che sempre hanno unito la Cattedra di Pietro con il popolo ungherese, fin da quando il Papa Silvestro II inviò al Re santo Stefano la celebre corona regale, con la quale egli fu solennemente incoronato.

Con alterne vicende, con periodi gloriosi e dolorosi, la Nazione ungherese ha percorso questi dieci secoli di storia ed oggi può celebrare con grande fierezza il suo Millennio, ringraziando la Provvidenza Divina che ne ha guidato i passi.

"Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo" esclamò Zaccaria, alla nascita di Giovanni Battista (Lc 1, 68). Benedetto il Signore, possiamo ripetere oggi anche noi, perché ha visitato il popolo ungherese!

La luce del Vangelo ha potuto così illuminare il cammino della Nazione. La grazia di Cristo ha così potuto trasformare gli animi di tanti uomini di buona volontà. È stato davvero l'inizio di un corso nuovo per le popolazioni che da tempo erano giunte in questo bacino dei Carpazi in cerca d'un avvenire migliore.

Il cristianesimo è così entrato nella vita della Nazione, diventando come l'anima della sua cultura, promuovendo la dignità della persona umana, la sacralità della vita, il valore della famiglia ed il senso stesso dello Stato, insegnando a dare a Dio ciò che è di Dio ed a Cesare ciò che è di Cesare (Mt 22, 21). Lo stesso cristianesimo ha poi insegnato a rispettare la libertà di coscienza di ogni uomo, anche di chi ha un'altra concezione della vita e della storia.

La maggioranza del popolo ungherese ha fatto proprio il messaggio evangelico. Nel corso dei secoli l'Ungheria ha avuto alterne vicende, con una serie dolorosa di invasioni e di guerre. Dopo l'ultimo conflitto mondiale una pesante persecuzione si è poi abbattuta sui credenti. Nulla però ha potuto spegnere la fiamma della fede. A voi, cari ungheresi, spetta ora il dovere di trasmettere tale fiaccola alle generazioni future.

Con i credenti di tutto il mondo proclameremo insieme che Cristo è lo stesso ieri, oggi e nei secoli futuri (Ebr 13, 8) e che solo in Lui gli individui e le Nazioni troveranno la via della salvezza.
Con i cattolici di tutto il mondo proclameremo poi la nostra fede nella Chiesa, chiamata a continuare nei secoli l'opera redentrice di Cristo.

Che la celebrazione del Millennio della Nazione ungherese porti tutti a riscoprire la sorgente della sua vitalità! L'acqua che è sgorgata da Cristo si è diffusa, con numerosi affluenti, in tutti gli angoli di questa terra benedetta, apportando una fioritura di tante opere buone. Per tutta questa epopea di grazia siano rese grazie a Dio Onnipotente!

                           

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