Nota della Santa Sede al Consiglio per gli Aspetti del Diritto della Proprietà Intellettuale relativi al Commercio (ADPIC/TRIPs)
The Holy See
back up
Search
riga

  NOTA DELLA SANTA SEDE AL CONSIGLIO
PER GLI ASPETTI DEL DIRITTO
DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE
RELATIVI AL COMMERCIO (ADPIC/TRIPS)
DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE
DEL COMMERCIO (OMC/WTO)*

20 giugno 2001

 

1. La crisi scatenata dall'AIDS, insieme al preoccupante insorgere e diffondersi di vecchie malattie infettive quali malaria e tubercolosi, costituisce un disastro mondiale di enorme entità.

La maggior parte delle persone povere colpite da queste malattie riceve un'assistenza sanitaria molto inadeguata. In moltissimi Paesi poveri, la mancanza di medicinali insieme alle infrastrutture sanitarie carenti, impedisce una risposta adeguata alle urgenti necessità pubbliche. Il pesante fardello costituito dalla malattia sortisce considerevoli effetti negativi sullo sviluppo economico. Una riduzione delle malattie, invece, promuove il benessere umano, con un conseguente miglioramento della qualità di vita di quelle persone che sono la forza propulsiva essenziale di quella che dovrebbe essere la posizione dell'OMC, fondamentalmente  a  favore  dello  sviluppo.

2. La Santa Sede è consapevole del fatto che la disponibilità di medicine non è la sola via di accesso alla salute. Tuttavia, ne è un aspetto essenziale. Senza accesso ai medicinali di base non c'è alcuna guarigione! L'accesso ai medicinali di base dipende da una serie di fattori, fra i quali infrastrutture e logistiche efficienti, scelta e assunzione informate delle sostanze, produzione controllata adeguatamente, ricerca e sviluppo di farmaci per curare malattie specifiche. Inoltre, una politica di prezzi accessibili resta sempre una fattore determinante.

3. Pare che il prezzo elevato delle nuove sostanze sia determinato dagli oneri della ricerca e dello sviluppo del prodotto stesso e dal ruolo che ogni medicinale svolge nel mantenimento di una ricerca complessa e di una struttura di sviluppo. Non è tuttavia possibile giustificare eticamente la scelta di fissare il più alto prezzo possibile per attrarre investitori e mantenere e rafforzare la ricerca, tralasciando fattori sociali fondamentali.

Bisognerebbe giustamente considerare un crimine il condizionare la reazione internazionale a qualsiasi disastro naturale o provocato dall'uomo (terremoti, inondazioni, incidenti o atti di terrorismo) alla capacità delle vittime di pagare i medicinali e di contribuire alla ricerca e allo sviluppo di nuovo farmaci.

4. La tutela legale della proprietà intellettuale, in particolare attraverso le licenze, dà a chi possiede queste ultime, diritto di monopolio sul prodotto e sul processo, durante tutto il periodo di validità della licenza. Questo diritto permette di produrre e fornire il prodotto solo quando e dove sia possibile coprire, attraverso politiche di determinazione del prezzo, i costi di investimento relativi alla sua produzione, e garantire le entrate previste, trascurando chi non può permettersi di pagare il prezzo del prodotto. In un sistema di libero commercio, il diritto della proprietà intellettuale costituisce un eccezionale regime di monopolio. Quale eccezione in seno a un regime legale, il suo uso va interpretato in modo restrittivo. Inoltre esso va necessariamente subordinato ad altri importanti principi.

Infatti, la teoria legale della proprietà intellettuale e la sua pratica hanno creato regimi, quali quello delle licenze obbligatorie, per frenare abusi sociali e legati alle licenze stesse. Le licenze obbligatorie sono state quindi incluse fra gli Aspetti del Diritto alla Proprietà Intellettuale relativi al Commercio, per essere utilizzate come rimedi in situazioni di emergenza nazionale o in altre circostanze di estrema necessità, sempre nel rispetto delle norme di legge e nella tutela di alcuni diritti essenziali del proprietario della licenza.

5. Bisogna riconoscere che non sono solo i prezzi a contribuire alla mancanza di accesso alla salute, e che la tutela della proprietà intellettuale è necessaria al progresso e alla giusta remunerazione dei ricercatori e dei produttori. Tuttavia, per far fronte a una emergenza sanitaria mondiale, i regimi di Proprietà Intellettuale vanno inseriti in un contesto più ampio. L'unità dell'umanità e l'universalità dei diritti umani (fra i quali quello alla salute) richiedono che tutti gli agenti economici e politici coinvolti (organizzazioni internazionali, governi, fondazioni private, compagnie e ONG) collaborino, unendo le loro diverse responsabilità per risolvere la crisi mondiale, accantonando interessi settoriali o individuali.

6. Nel caso dei medicinali, i fornitori (istituzioni scientifiche, società farmaceutiche e governi di Paesi in via di sviluppo) dovrebbero collaborare per garantire una fornitura adeguata di farmaci immediatamente necessari a prezzi adeguati al costo della vita in un particolare Paese, soprattutto in quelli meno sviluppati o poveri e fortemente indebitati. Dovrebbero anche essere aperti e flessibili nell'equa concessione delle licenze richieste volontariamente per l'importazione, la produzione e la distribuzione di medicinali di base. Non dovrebbero creare ostacoli alla produzione nazionale di farmaci in Paesi terzi. Se possibile, dovrebbero aiutarli a sviluppare tale produzione secondo i loro doveri legati alla Proprietà Intellettuale. Le licenze obbligatorie e altre tutele, come formulato negli Aspetti del Diritto della Proprietà Intellettuale relativi al Commercio, andrebbero sempre mantenute, perché sono una tutela nazionale contro eventuali imperfezioni nell'attuazione della Proprietà Intellettuale.

7. Un accesso totale ed efficace ai medicinali di base richiederà probabilmente la messa a punto di un innovativo sistema differenziale di prezzi, che possa ancora mantenere l'incentivo alla ricerca e allo sviluppo. Prodotti farmaceutici di lusso e non essenziali, per esempio alcuni cosmetici, potrebbero condividere gran parte del peso della ricerca e dello sviluppo di farmaci essenziali.

8. Un grande impegno di solidarietà è il modo migliore per impedire ai Paesi poveri di cadere nella tentazione di indebolire la struttura del Diritto della Proprietà Intellettuale.

9. La soluzione al problema dell'accesso ai medicinali di base va ben oltre il mandato e lo strumento del Consiglio per gli Aspetti del Diritto della Proprietà Intellettuale relativi al Commercio. Ne sono responsabili molte altre organizzazioni internazionali, governi nazionali, e nella giusta maniera, anche il settore privato. Tuttavia, il Consiglio per gli Aspetti del Diritto della Proprietà Intellettuale potrebbe rendere un contributo fondamentale, per mezzo di un'interpretazione autorevole delle norme del Consiglio,
- coerente con una visione unificata della legge,
- basata sul rispetto per i diritti dell'uomo
- e che applichi quegli articoli del trattato dell'Organizzazione Mondiale del Commercio che auspicano un'interpretazione a favore dello sviluppo di tutto il corpo legale.

10. Questa interpretazione legale potrebbe affermare

- che qualsiasi clausola degli aspetti del Diritto della Proprietà Intellettuale relativi al Commercio non venga interpretata in modo da divenire un ostacolo concreto all'accesso universale, efficiente e rapido, ai medicinali di base da parte di quanti sono vittime di un autentica e grave emergenza sanitaria, e

- che nessun elemento degli Aspetti del Diritto della Proprietà Intellettuale relativi al Commercio impedisca ai Paesi, inclusi quelli piccoli con una capacità di produzione interna limitata, di realizzare sane politiche sanitarie.

Ciò contribuirebbe a un'interpretazione ampia e non restrittiva degli articoli 30 e 31, che permettono di fissare il prezzo delle licenze in base al reale potere di acquisto dei Paesi più poveri, bilanciando questo con un sistema che blocchi la riesportazione nei mercati originari dei prodotti brevettati.

11. La Santa Sede, coerente con le tradizioni del pensiero sociale cattolico, sottolinea che c'è un'"ipoteca sociale" su tutta la proprietà privata, ed esattamente, che il motivo dell'esistenza stessa dell'istituzione della proprietà privata è di garantire che le necessità di base di ogni uomo e di ogni donna vengano soddisfatte e sostenute. Questa "ipoteca sociale" sulla proprietà privata deve applicarsi anche oggi alla "proprietà Intellettuale" e al "sapere" (Giovanni Paolo II, Messaggio ai Sostenitori della "Jubilee 2000 Debt Campaign", 23 settembre 1999). La legge del profitto da sola non può essere applicata a ciò che è essenziale per la lotta contro la fame, la malattia e la povertà. Per questo, quando c'è un conflitto fra diritti di proprietà, da una parte, e diritti fondamentali dell'uomo e preoccupazioni per il bene comune dall'altra, i diritti di proprietà dovrebbero essere moderati da un'autorità appropriata per raggiungere un giusto equilibrio fra i diritti.


*L'Osservatore Romano 23.6.2001 p.2.

 

top