Intervento di Mons. Piero Monni alla 14ma Sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo in corso a Seoul (Corea)
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INTERVENTO DELL’OSSERVATORE PERMANENTE
DELLA SANTA SEDE ALLA
XIV SESSIONE GENERALE
DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO
(23 SETTEMBRE - 1° OTTOBRE 2001)

Seoul (Corea)
Martedì 25 settembre 2001

 

Porgo il saluto della Santa Sede a tutti i partecipanti.

Come ha scritto Giovanni Paolo II, nel Messaggio diffuso in occasione della XXII Giornata Mondiale del Turismo, il tema prescelto permette di riflettere su un dato estremamente significativo: L’industria turistica rivela come è il mondo: sempre più globale e sempre più interdipendente.

Esiste uno stretto legame tra turismo, patrimonio culturale, patrimonio naturale e valori morali, ma forse è la "diversità" il patrimonio essenziale dell’umanità.

L’aspetto più qualificante del turismo consiste proprio nella grande varietà di ecosistemi, tradizioni e costumi presenti sulla terra.

Tutto è ormai più vicino nell’era della globalizzazione, della comunicazione e di Internet; il turismo si inserisce a pieno titolo in questo contesto, come uno dei mezzi fondamentali di approfondimento di questo dialogo interattivo tra i vari continenti.

Occorre tuttavia disporsi al viaggio nel segno del rispetto e della comprensione delle pur differenti e, a volte non condivise, tradizioni culturali e sociali che si incontrano.

Per questi motivi si fa sempre più pressante l’esigenza di una concreta applicazione di una normativa turistica che presenti regole universalmente condivisibili, come quelle contenute nel recente Codice Etico Mondiale del Turismo. È, questa, una tematica che verrà discussa e approfondita in questa Assemblea.

A questo proposito la possibilità di un riconoscimento del Codice Etico Mondiale del Turismo, anche da parte delle Nazioni Unite, diventa una conquista importante.

La Santa Sede ha sempre sottolineato l’importanza e l’utilità delle finalità culturali del settore e il dovere di sostenere e difendere i valori etici, spirituali e religiosi presenti in questo contesto.

In merito, è auspicabile una politica di interesse pubblico che superi il puro interesse privato, spesso troppo prevalente, a danno di un naturale sviluppo del turismo.

Incombono, quindi, doveri etici di particolare rilevanza verso le popolazioni di alcuni Paesi che molto si attendono da un turismo che rispetti i loro diritti.

Così il turista alimenta il dovere di acquisire una "conoscenza consapevole" dei luoghi e delle persone con cui viene a contatto e del contributo che può offrire allo sviluppo dei centri visitati.

Il turismo cambia con il mondo e ne rispecchia la realtà. È questo l’impegno che dovrebbe scaturire da questa Assemblea dove gli interessi di parte e quelli privati, dovrebbero sottostare al bene comune di tutti i Paesi.

Al di fuori della retorica dei temi, si profila una grande realtà: esiste un modello e un termine di confronto, interpretato dal recente Codice Etico Mondiale per il Turismo.

La Santa Sede auspica che da questa qualificata Assemblea possano nascere degli impegni capaci di segnare una svolta decisiva nel mondo del turismo. Il disattendere questi impegni servirebbe solo ad alimentare quelle grandi differenze sociali che sono alla base dei conflitti dei popoli e sviluppare così un mondo di profitti che non possono certo giovare all’affermazione di un sano turismo.

Questa Assemblea ha tutte le possibilità di promuovere queste istanze, le uniche valide per qualificare il turismo come luogo di incontro di varie civiltà.

Grazie per l’attenzione!

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