The Holy See
back up
Search
riga

CELEBRAZIONE EUCARISTICA
IN OCCASIONE DELLA FESTA DI SAN FILIPPO NERI

OMELIA DELL'ARCIVESCOVO JEAN-LOUIS TAURAN

Sabato, 25 maggio 2002


Carissimi,

di fronte al mistero di Dio, non ci sono da una parte i sapienti e dall'altra gli ignoranti, ma gli uomini, tutti uguali, contemplando una realtà che li supera e li acceca. Tutti, come Mosè sulla montagna, prostrati fino a terra, non possiamo che dire: "Tu sei il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà" (Es 34, 5).

Quando l'uomo, lasciato alle sue sole forze, osa cercare di capire com'è fatto Dio si ritrova di fronte ad un mistero totale! Ed ecco che, in tale sforzo, Dio stesso viene in nostro aiuto: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3, 16). È lui che ci rivela il vero volto di Dio. Cosa ci dice?

Che Dio è Padre, è Figlio ed è Spirito Santo:  mistero insondabile della Santissima Trinità che oggi celebriamo. A dire il vero, le parole Padre, Figlio e Spirito (nel senso di respiro) appartengono al vocabolario corrente dell'uomo perciò c'è bisogno che qualcuno ci sveli il senso di questi termini quando vengono applicati a Dio. È proprio ciò che ha fatto Gesù!

La Rivelazione cristiana ci dice che Dio non è solitudine ma "società". Certo, "non si può aggiungere niente a Dio", recita il Corano, ma Dio non è una immobile e chiusa realtà. Lo vediamo dalle prime pagine della Bibbia che ci presentano Dio come comunicazione, scambio.

L'Antico Testamento ci parla di verbo, soffio, sapienza. Per esprimere questa "circolazione interiore" si usano termini quali "vita" e "amore". Non c'è vita che non sia scambio ed amore nella reciprocità. Ovviamente, si può correre un rischio:  immaginare tre dei! Per noi cristiani, Dio è uno ed unico, ma tale unità non è statica e morta, ma viva! Si potrebbe dire che Dio è sì uno, ma anche che egli è comunione, nel senso che tutto ciò che si trova nel Padre si trova nel Figlio e lo Spirito Santo ha tutto del Padre e del Figlio.

Per amare ed essere amati bisogna essere in due:  Dio è Padre perché è fonte eterna di vita che genera il Figlio. Il Padre ed il Figlio si amano di un amore che ha un nome:  Spirito Santo. Un solo Dio, tre Persone, tre modi di amarsi e di donarsi reciprocamente. Ecco ciò che ci ha insegnato Gesù e che nessuna mente umana avrebbe mai potuto indovinare.

Ovviamente, tutto questo ha delle conseguenze molto concrete sulla nostra vita dato che siamo stati creati ad immagine e somiglianza della Santissima Trinità. L'ultima verità sull'uomo, il senso stesso della nostra storia e la nostra libertà non risiedono nel culto di una individualità gelosa, ma nella nostra capacità di amare l'altro. Noi, popolo dalla dura cervìce, siamo chiamati ad essere uomini e donne per gli altri. Se Dio, fondamento di tutta la realtà umana, è scambio, comunicazione e società siamo chiamati anche noi a cercare di imitare tale modello in ogni nostra attività. Il cristiano è costituzionalmente uomo per gli altri.

Certamente, una persona che è riuscita in modo mirabile a rispondere a tale vocazione è san Filippo Neri. Quando si legge la sua biografia, si resta colpiti nel vedere come ha saputo essere, già da laico, un grande contemplativo, destinatario di grazie mistiche singolari e, allo stesso tempo, essere l'apostolo di Roma sentendosi a proprio agio tra i ricchi ed i poveri, tra gli aristocratici ed il popolino. Sempre presente lì dove l'uomo vive, lavora, soffre e muore. Lo troviamo presso gli incurabili, in mezzo ai giovani della strada, nel confessionale, presso i moribondi, tra il clero come accanto ai prelati ed alla nobiltà dell'Urbe. Il suo esempio è una lezione per tutti noi. Dio Amore, nel quale abbiamo ricevuto la grazia di credere, ci spinge a comunicare quanto Egli ci ha dato, mossi dall'amore comunicativo della Trinità, per dare o ridare a tanti altri fratelli il senso della vita che ci è stata donata.

Come Filippo Neri, dobbiamo essere attenti ad accogliere chi ci è vicino ma pure chi ci è lontano, a motivo della religione o della cultura per esempio, per dare ma anche per ricevere, perché c'è sempre da arricchirsi con i tesori altrui. San Filippo aveva una capacità comunicativa eccellente. Sul suo esempio dobbiamo essere attenti a farci prossimo del più povero, del meno colto, dei più deboli. Noi che crediamo alla Santissima Trinità non possiamo chiuderci in noi stessi!

Ad imitazione dell'apostolo di Roma, dovremo anche noi scegliere alcune forme concrete di solidarietà con lo straniero, il malato, l'anziano... pur riconoscendo che, negli ultimi anni, già si è fatto molto nel campo del volontariato, soprattutto nel mondo giovanile.

Infine, direi che l'esempio di san Filippo Neri ci sprona anche ad essere critici nei confronti della società in cui viviamo. Non tutto è buono, ma tutto è lecito! Nella varietà delle situazioni che la vita ci riserva, il cristiano deve scegliere ciò che più piace a Dio, pronto a denunciare ciò che Lo offende. Il cristiano deve essere coraggioso, per esempio, quando l'uomo è manipolato o disprezzato nella sua dignità, come seppe fare Filippo nella Roma del 1500, basta ricordare quanto si adoperò affinché i pellegrini dell'Anno Santo del 1550 fossero accolti dignitosamente.

Domenica scorsa abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, dolce ospite dell'anima, che ci fa capaci di comprendere il senso delle cose di Dio, ma anche Spirito di Fortezza, che ci aiuta a vivere assieme convinti che, contemplando il Mistero di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, pure noi possiamo essere, lì dove viviamo, donne e uomini di comunione. S. Filippo Neri ci aiuti ad essere cristiani coerenti e gioiosi ed a saper ringraziare, tutti i giorni della nostra vita, per esempio ponendo particolare attenzione quando ci segniamo con il segno della croce, il nostro Dio che si è degnato di svelare la sua vera natura grazie al suo Figlio e nostro fratello: "Per lui, con Lui ed in lui a Dio Padre Onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, sia resa gloria e onore nella Chiesa e nel mondo oggi e nei secoli dei secoli". Amen!

   

top