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ORDINAZIONE EPISCOPALE DI MONS. DOMINIQUE MAMBERTI 

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO*

Mercoledì, 3 luglio 2002

 

Venerati Confratelli edistinte Autorità,
Cari pellegrini dellaDiocesi di Ajaccio,
Fratelli e Sorelle nel Signore!

In un giorno ormai lontano, il 20 settembre del 1981, il giovane Dominique Mamberti era ordinato sacerdote. Nella bella Chiesa Cattedrale di Ajaccio, il Vescovo Mons. Jean-Charles Thomas gli imponeva le mani, invocava su di lui i doni dello Spirito Santo ed egli diventava ministro del Signore.

Sono ormai passati 21 anni da quella data ed oggi il nostro caro Dominique è chiamato a vivere il suo sacerdozio con una responsabilità più alta, qual è quella di essere Vescovo nella Santa Chiesa di Dio.

Con la generosità di sempre egli ha risposto alla voce del Signore. È una voce che ancora una volta è risuonata nel suo cuore, come lo fu un giorno per il profeta Geremia:  "Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo; prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni" (Ger 1, 5).

1. Il mandato missionario

Oggi, riuniti in preghiera intorno all'altare del Signore, noi abbiamo cantato il "Veni Creator" ed implorato nuovi doni dello Spirito Santo su chi è stato scelto per continuare nel mondo l'opera di salvezza. Una grazia nuova scenderà su di lui ed egli potrà così essere preparato a continuare l'opera degli Apostoli, ai quali Cristo diede il mandato di annunciare il suo Vangelo in tutto l'universo, fino alla consumazione dei secoli (cfr Mt 28, 19-20).

Il rito che mi accingo a compiere ci riporta a duemila anni fa, allorquando, dopo la Pentecoste, gli Apostoli iniziarono ad imporre le mani sul capo dei loro Successori, invocando la venuta di quel vento e di quel fuoco che erano scesi su di loro nella solennità di Pentecoste, rendendoli forti e generosi per iniziare a diffondere nel mondo la parola di Dio.

2. La successione apostolica

È questo il nuovo anello di una catena che ci riporta appunto agli inizi della Chiesa. È la grande realtà della successione apostolica. Se ci fossero a disposizione tutti i documenti storici, potremmo ricostruire la genealogia episcopale di ogni Vescovo. Ciò è possibile per un certo periodo di tempo, e cioè fino a quando riusciamo a trovare nei nostri archivi i documenti relativi. Ad esempio, Mons. Dominique Mamberti riceve oggi l'Episcopato con l'imposizione delle mie mani, così come di quelle di Mons. Robert Sarah, Segretario di Propaganda Fide, e di Mons. André Lacrampe, Vescovo di Ajaccio.

A mia volta, io ho ricevuto l'Episcopato il 15 gennaio 1978 dalle mani del compianto Card. Antonio Samoré, mio antico Superiore nella Segreteria di Stato. Questi era stato ordinato nel 1951 dal Card. Clemente Micara, Vicario Generale di Sua Santità per la Città di Roma, che 31 anni prima, nel 1920, era stato ordinato Vescovo dal Card. Pietro Gasparri, Segretario di Stato. L'ordinazione di questi ci riporta poi in Francia, perché il giovane Mons. Gasparri, nel 1898, si trovava a Parigi come professore di Diritto Canonico nell'Institut Catholique e là ricevette l'ordinazione episcopale da parte di quell'Arcivescovo, il Card. Richard. Questi, a sua volta, era stato ordinato dal Vescovo di Marsiglia, il beato De Mazenod, Fondatore degli Oblati di Maria Immacolata.

E così, di Vescovo in Vescovo, si potrebbe risalire indietro nei secoli, fino a ricongiungerci alle origini della Chiesa.

3. Una missione universale

Oggi la Chiesa ha un nuovo Successore degli Apostoli! Con la grazia che riceverà dall'alto, il Vescovo Dominique dovrà insegnare, santificare e governare il Popolo di Dio, in comunione con gli altri Pastori del mondo intero e con il Romano Pontefice.

Gli orizzonti sono vasti. Sono gli orizzonti del mondo intero. Le responsabilità che lo attendono sono grandi, ma ravvivando la grazia dell'ordinazione, egli troverà sempre la forza per perseverare nella sua missione.

In realtà il ministro di Dio non può mai dimenticare che se Dio lo ha chiamato ad una missione, non lo lascerà mai solo. Significative sono a tale riguardo le parole rivolte da Dio al profeta Geremia e che abbiamo ascoltato nella prima lettura di questa Santa Messa:  "Ti ho stabilito profeta delle nazioni... va' da coloro a cui ti manderò ed annunzia ciò che ti ordinerò... io sono con te per proteggerti!" (Ger 1, 5-8).

4. Il lavoro del Nunzio

Il ministero del nuovo Vescovo non si svolgerà direttamente all'interno di una singola Diocesi, ma avrà come campo d'azione due intere Nazioni, il Sudan e la Somalia, Paesi nei quali egli svolgerà la missione di Rappresentante Pontificio. In concreto, egli dovrà mantenere, a nome del Santo Padre, i contatti con quelle Comunità cristiane e favorire un dialogo costruttivo con quelle Autorità civili.

La recente beatificazione del Papa Giovanni XXIII ha messo poi in grande luce lo spirito con il quale deve operare un Inviato del Papa. Come è noto, Mons. Roncalli fu per 28 anni Rappresentante Pontificio prima in Bulgaria (1925-1934), poi in Turchia e Grecia (1935-1944) ed infine in Francia (1945-1953) È questo lo spirito con il quale intende lavorare il Nunzio Apostolico che fra poco inizierà la sua missione episcopale. Noi gli saremo vicini con la nostra fraterna solidarietà.

5. In terra africana

Presto Mons. Mamberti partirà per il Sudan. Si troverà in un Paese molto esteso, grande otto volte l'Italia, con una Chiesa locale molto attiva, generosamente impegnata nel campo dell'evangelizzazione e della promozione umana. Giungendo a Khartoum, il nuovo Nunzio Apostolico potrà rinnovare a tutti i sudanesi il saluto che il Papa Giovanni Paolo II rivolse loro, al suo arrivo in quella Capitale, per la visita che vi compì il 10 febbraio del 1993:  "As-sallmu 'aleykom", "la pace sia con voi"! E di pace quel Paese ha tanto bisogno. È una Nazione con differenti popoli, lingue e culture. Insieme alla religione tradizionale, da secoli vi coesistono le due maggiori religioni, il Cristianesimo e l'Islam. Oggi è essenziale recuperare il senso del mutuo rispetto e della cooperazione, per il bene di un Paese che ha già tanto sofferto.

Quelle Comunità cristiane, da sempre impegnate a contribuire al progresso materiale e spirituale della popolazione, rivendicano per sé solamente il diritto alla libertà religiosa, e cioè il diritto di poter annunciare apertamente quel Vangelo di Cristo, che è Vangelo di gioia e di speranza per il mondo intero.

6. Con l'aiuto di Dio

Caro Monsignore, inizi la tua missione nella festa di un Apostolo, dell'Apostolo Tommaso. Lo zelo missionario che, secondo una ben fondata tradizione, lo portò ad annunziare il Vangelo di Cristo in vari Paesi dell'Asia, spinga anche te per le strade dell'Africa.

Dal cielo ti sia accanto Maria Santissima, la Regina degli Apostoli. Interceda per te il grande missionario dell'Africa Centrale, il beato Daniele Comboni, che consacrò la sua vita a quel caro Continente, sì da donarci già nel 1864 il suo famoso "Piano per la rigenerazione dell'Africa".

Dal paradiso vegli su di te anche la santa Giuseppina Bakhita, primo fiore di santità sbocciato in terra sudanese ed eloquente testimone della nobiltà di quel popolo e della potenza redentrice della grazia divina.

Intercedano per te anche i tanti missionari e missionarie che hanno consumato la loro vita per l'Africa ed ora in cielo contemplano quel volto di Cristo che tanto hanno amato qui in terra.

Da parte nostra, uniremo le nostre umili preghiere perché il Signore renda fecondo di bene il tuo ministero episcopale.


*L'Osservatore Romano 5.7.2002 p.4.

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