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PRIMO CENTENARIO DEL NUOVO SANTUARIO MARIANO
DEDICATO A MARIA "PORTA PARADISI"

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO

Asti
Domenica , 1° settembre 2002

 

Cari Concelebranti, distinte Autorità,
Fratelli e Sorelle nel Signore!

"Te Deum laudamus"! O Dio, noi Ti lodiamo! È questo l'inno che sgorga spontaneo dal nostro cuore in questa solenne circostanza, per ringraziare il Signore d'aver suscitato nella nostra città questo bel Santuario Mariano.

Un secolo è passato da quel lontano 5 maggio del 1902, allorquando il Vescovo di Asti, Mons. Giacinto Arcangeli, poneva la prima pietra di questo Tempio. Sull'architrave della Porta di S. Marco, che introduceva i viandanti in città, un cristiano anonimo aveva dipinto Maria Santissima come assisa su di un trono, con ai lati San Secondo, Patrono della città, e San Marco, Patrono del borgo. Qui i nostri padri avevano poi costruito una chiesetta, che con il tempo divenne richiamo potente di fede per i cattolici astigiani.

1. Il nuovo santuario

La devozione popolare esigeva però un luogo più spazioso per raccogliere il popolo orante, che qui accorreva numeroso per affidarsi alla Madre di Dio.

Sorse così questo grandioso Santuario, che nel corso di questi ultimi cent'anni andò poi abbellendosi sempre più.

Venne poi l'ora solenne della consacrazione della nuova chiesa, da parte del Vescovo diocesano, che nel frattempo era succeduto al compianto Mons. Arcangeli, e cioè da parte di Mons. Luigi Spandre di venerata memoria. Ciò avvenne esattamente 90 anni fa, il 30 agosto del 1912, con una cerimonia solenne che resterà a lungo impressa nel cuore dei cattolici astigiani.

Da allora il culto della Madonna del Portone si diffuse sempre più rapidamente fra la gente delle nostre contrade. Nel 1946, il Vescovo Mons. Umberto Rossi, che tanti di noi ancora ricordano in benedizione, implorava poi dal Papa Pio XII che Maria SS.ma "Porta Paradisi" fosse dichiarata Patrona della città e della Diocesi, insieme al martire San Secondo.

In tal modo, questo Santuario sviluppava sempre più la sua missione, diventando un faro di devozione mariana per tutta la nostra terra piemontese.

2. Un centro di preghiera

Anche molti di noi, fin dai più teneri anni dell'infanzia, sono qui convenuti attratti da un amore filiale verso la Madre di Gesù.

Anch'io ricordo che qui giunsi per la prima volta con la mia parrocchia di Isola, accompagnato dal compianto Don Giacomo Melano. Facevo allora la quinta elementare e come premio per il servizio reso come chierichetto, ero stato annoverato fra i pellegrini che venivano a questo Santuario. Era il maggio del 1938. Da allora quante volte sono poi venuto ai piedi di quest'icona benedetta, soprattutto negli anni della guerra e nel periodo degli studi in Seminario. Ricordo ancora il volto affabile del Can. Maurizio Barosso, la voce possente di Don Cesare Vasania, come le melodie che sapeva far sprigionare dall'organo il compianto Don Angelo Benenti. Dal cielo essi gioiranno nel vedere il progresso compiuto da questo Santuario ed il bene che esso ha suscitato fra la nostra gente.

3. La visita del Papa

Un momento storico nella vita di questo Tempio è stato poi costituito dalla visita che vi compì il Papa Giovanni Paolo II il 26 settembre del 1993. Egli volle qui inginocchiarsi dinanzi all'immagine gloriosa della "Porta del Paradiso", affidando nelle sue mani misericordiose tutta la Santa Chiesa di Dio. In quell'occasione il Santo Padre volle anche recitare la preghiera composta dall'allora nostro Vescovo, Mons. Severino Poletto, dicendo per tutti noi:  "O Vergine Maria, che in questo Santuario diocesano noi veneriamo come Porta del Paradiso, oggi, ancora una volta, noi vogliamo metterci sotto la tua protezione!". Fu un momento d'intensa e commovente preghiera, che rimarrà a lungo impresso nel nostro cuore.

4. L'ora del ringraziamento

Cari amici astigiani, in questo primo Centenario del nostro bel santuario, noi dovremo, adunque, elevare un inno di ringraziamento, per aver fatto sorgere nella nostra città questo splendido luogo di preghiera. Sotto queste volte sono passate nel corso di un secolo grandi folle di credenti. Qui oggi siamo venuti anche noi sospinti dal desiderio di cantare le glorie di Maria, nostra Madre e salutandola con le parole dell'arcangelo Gabriele nel giorno dell'Annunciazione:  "Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te!". È questo il saluto che da duemila anni la Chiesa rivolge alla Madre di Gesù. È questo l'inno che sale anche oggi dalle nostre labbra, mentre contempliamo l'effigie gloriosa che risplende nel nostro santuario. Ave, o Maria, piena di grazia. Il Signore è con te. Tu sei benedetta fra tutte le donne!".

5. L'ora della supplica

Fratelli e sorelle, il Vangelo d'oggi ci ha poi riportato alla scena del Calvario, allorquando Gesù dalla croce si rivolse a Giovanni dicendogli:  "Figlio, ecco tua Madre!". In queste parole c'è tutta la spiegazione della fede mariana della Chiesa:  Maria ci è stata data come Madre dello stesso Gesù!

È giusto, quindi, che i figli cerchino le braccia amorose della Madre, per riversare nel suo cuore le gioie e i dolori dell'esistenza quotidiana. Così intendiamo oggi fare anche noi, affidando a Maria la nostra vita, quella delle nostre famiglie e delle nostre comunità, come l'avvenire della Chiesa e del mondo.

Novant'anni fa, a conclusione del decennio necessario per la sua costruzione, questo Santuario veniva solennemente consacrato. Ma era soprattutto la nostra comunità diocesana che veniva consacrata a Maria con una nobile preghiera, che era stata composta per l'occasione dal Card. Agostino Richelmy, Arcivescovo di Torino, presente al sacro rito. Era una preghiera con cui tutta la Diocesi si affidava a Maria, con un patto di fedeltà che è giunto fino a noi.

6. La preghiera del Centenario

Nel solco tracciato dai nostri padri, noi oggi abbiamo voluto ripetere il gesto del Card. Richelmy, rivolgendoci alla nostra celeste Patrona ed affidandoLe la nostra vita.

Dal suo trono di gloria il suo sguardo materno si posa su di noi in questo solenne Centenario del suo Santuario e pare ripeterci quelle parole della Sacra Scrittura, che la Chiesa a Lei ha voluto applicare: "Venite ad me omnes qui concupiscitis me - venite a me tutti voi che mi desiderate" (Eccle., 24, 26). Sono le parole del libro dell'Ecclesiastico (o del Siracide), tante volte riecheggiate nelle nostre chiese da parte di tanti cori polifonici. "In me gratia omnis vitae et veritatis... Venite ad me omnes concupiscitis me" (Ibidem).

Sì, accogliendo l'invito di Maria, noi continueremo a ricorrere a Lei, nostra comune speranza, tributandoLe l'omaggio che Le rendeva il nostro sommo poeta Dante Alighieri, quando di fronte a lei esclamava:  "sei di speranza fontana vivace" (Paradiso, canto XXXIII).

7. Conclusione

Cari astigiani, il Centenario del nostro bel Santuario segni, infine, una tappa importante nel rinnovamento spirituale della nostra comunità. A nulla, infatti, servirebbero tante conquiste materiali, se la nostra civiltà fosse priva dell'anima che la vivifica.

Sia sempre la nostra fede a dare un senso alla nostra esistenza, finché il Signore venga a chiamarci all'altra sponda.

In quell'ora suprema della nostra vita meriteremo così che Maria, nostra Madre, venga incontro a noi, per dischiuderci per sempre la Porta del Paradiso. E così sia!


Preghiera del centenario

Testo dell'Orazione a Maria Santissima "Porta del Paradiso" composta dal Card. Sodano in occasione del centenario della costruzione del nuovo Santuario della "Madonna del Portone" nella città di Asti (1902-2002): 

Ai tuoi piedi, o Maria, Porta del Paradiso, noi oggi accorriamo, ripetendo il saluto che un giorno l'Arcangelo Gabriele Ti rivolse nel momento dell'Annunciazione:  "Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te!". È questo il saluto che sgorga dal cuore di tutti noi, convenuti dinanzi alla Tua effigie miracolosa, posta dai nostri padri sulla porta di S. Marco della città, per ricordare a tutti i viandanti di questo mondo che Tu sei la Porta d'ingresso nella patria celeste.

Salve, o Madre di Dio! Salve, o Madre della Chiesa! Salve, o Madre di questi tuoi figli, che oggi accorrono numerosi al tuo bel Santuario, per cantare in coro le Tue glorie. Con le parole della liturgia, noi oggi vogliamo esaltarTi, o Maria, ripetendo il canto del "Tota pulchra":  "Tutta bella sei, o Maria... Tu gloria, Tu letizia, Tu onore del nostro popolo!".

Inoltre, o Maria, noi oggi siamo venuti dinanzi alla Tua icona, per ringraziarTi della protezione che sempre ci hai accordato, nell'ora della gioia come in quella del dolore. Per questa cara comunità astense Tu hai ottenuto nel corso dei secoli abbondanti tesori di grazia, facendo anche maturare fra noi dei frutti di santità eroica, per la maggior gloria di Dio e per la diffusione del suo Regno nel mondo. Per tutti questi doni noi Ti ringraziamo, o Madre Nostra!

Guardando poi al futuro, noi ci affidiamo a Te, o Maria, e ci abbandoniamo fra le Tue braccia misericordiose.
Rivolgi in particolare il Tuo sguardo materno verso chi soffre nel corpo e nello spirito, ottenendo per tutti il dono della speranza cristiana.
Ai giovani fa' scoprire la bellezza delle Beatitudini evangeliche, che ci chiamano a seguire Cristo nell'austerità della vita, nella purezza di cuore, nell'esercizio della misericordia e nell'impegno ad essere artefici di pace.
Per le nostre famiglie implora, o Maria, il dono della fedeltà e della concordia, insieme alla grazia della generosità nell'accogliere la vita dei figli, con l'impegno poi ad educarli ai grandi ideali della fede cristiana.

O Regina degli Apostoli, ottieni per i ministri di Dio, come per tutte le persone a Te consacrate, la forza di lavorare con generosità per la diffusione del Vangelo di Cristo nel mondo di oggi. In modo particolare, o Maria, noi Ti preghiamo per il Santo Padre, che pure è venuto qui pellegrino ai Tuoi piedi e che sempre ha proclamato di essere "Tutto Tuo". Sii Tu la sua forza e la sua consolazione!

Ai popoli ancora provati da guerre fratricide, concedi, o Regina della pace, il sospirato dono della concordia. Tu che sei invocata come la Madre del bell'amore, prega per noi, perché possiamo vivere uniti nel santo vincolo della carità, come figli dello stesso Padre che sta nei cieli, e perché collaboriamo tutti alla costruzione della civiltà dell'amore.

Infine, o Maria, quando giungerà l'ultima ora della nostra vita, accorri sollecita in nostro soccorso, per dischiuderci la Porta del Paradiso ed introdurci nel gaudio di quel Regno, che Dio dall'eternità ha preparato per i suoi servi fedeli. Amen!

       

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