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DISCORSO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
DEI MINISTRI ITALIANO, L' ON. BETTINO CRAXI,
AL CARDINALE AGOSTINO CASAROLI, SEGRETARIO DI STATO,
IN OCCASIONE DELLA FIRMA DEL PROTOCOLLO D'APPROVAZIONE
DELLE NORME FORMULATE DALLA COMMISSIONE
PARITETICA PER LE ISTITUZIONI ECCLESIASTICHE IN ITALIA
*

 Roma, Villa Madama -  Giovedì, 15 novembre 1985

 

 

Signor Cardinale, si chiude oggi, con la firma del Protocollo di approvazione, nello stesso spirito di amichevole collaborazione nel quale è stato firmato l'Accordo del 18 febbraio, la complessa questione degli enti e dei beni ecclesiastici.

Come ebbi a dichiarare in questa sede in occasione della conclusione dell'Accordo di modificazioni del Concordato lateranense, il Governo italiano sottoporrà sollecitamente all'approvazione del Parlamento della Repubblica le norme sugli enti ecclesiastici, in modo che sia possibile discutere il relativo disegno di legge contestualmente a quello per l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo del 18 febbraio 1984 e del Protocollo di approvazione oggi concluso. Il Senato della Repubblica, com'è noto, ha già avuto occasione di esprimersi con larghissimo favore sui principi posti a base della normativa dalla Commissione paritetica in occasione del dibattito e del voto sulla ratifica dell'Accordo medesimo.

Nel lungo e complesso procedimento per la revisione bilaterale degli Accordi Lateranensi, l'elaborazione della riforma nella materia degli enti. e dei beni ecclesiastici, con i connessi problemi degli interventi finanziari e dei controlli sulla gestione patrimoniale da parte dello Stato, è stata tra le materie che hanno presentato maggiori difficoltà. Ma possiamo dire che oggi, al fine, le travagliate vicende risorgimentali e post- unitarie della disciplina della proprietà ecclesiastica trovano definitiva, concorde conclusione. Le trasformazioni istituzionali seguite alla rinascita democratica dell'Italia e le impegnative riforme dell'assetto patrimoniale ecclesiastico delineate dal nuovo Codice di diritto canonico hanno imposto alla Commissione paritetica prospettive di lungo periodo, ampiezza degli orizzonti normativi, impegno ininterrotto, scelte coraggiose.

Il Governo italiano desidera, quindi, rinnovare il più vivo apprezzamento, già espresso in Senato in occasione del voto sull'Accordo del 18 febbraio, per l'opera svolta con alta competenza dalla Commissione paritetica, nel rispetto dei tempi assegnati, e dare atto, in particolare, dell'atteggiamento di responsabilità, leale e costruttivo, dimostrato dagli illustri membri che, in rappresentanza delle due Parti, hanno fatto parte della Commissione stessa.

Con le norme formulate ai sensi dell'art. 7 n. 6 dell'Accordo del 18 febbraio ed oggi qui approvate dalle Alte Parti si operano, nell'ordinamento dello Stato e in quello della Chiesa, ed in piena consapevolezza, scelte profondamente innovatrici che possono attuare una svolta significativa e incisiva in uno dei settori più delicati dell'intero assetto delle relazioni tra Stato e Chiesa.

Ci sono stati di guida i principi della Costituzione della Repubblica Italiana e del Concilio Ecumenico Vaticano II richiamati nel preambolo dell'Accordo di modificazioni del Concordato che così si completa, segnando la felice chiusura di un lungo e difficile capitolo dei rapporti tra Stato e Chiesa nel rispetto della pluralità delle idee e delle concezioni della vita.

Si volta definitivamente pagina con un atto responsabile, richiesto dai tempi ma voluto consapevolmente da tutti coloro a cui sta a cuore un futuro positivo e costruttivo, ricco di comuni obiettivi per la formazione umana e il bene della nazione.

E’ un avvenimento storicamente importante per la società italiana, che tocca la sfera individuale del cittadino e si colloca nel dialogo tra Chiesa e mondo, rifondato su basi rinnovate, dal Concilio Vaticano II.


*L’Attività della Santa Sede 1984, p. 875-876.

 

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