The Holy See
back up
Search
riga

DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA,
OSCAR LUIGI SCALFARO,
A SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II

Martedì, 20 ottobre 1998

 

Benvenuto, Santità, in questa dimora che i Suoi Predecessori fecero costruire cinque secoli fa per divenire sede dei Pontefici; la Cappella Paolina è testimone di pagine storiche di grande rilievo.

Poi le vicende della storia hanno portato mutamenti diversi ed anche contrasti, fino alla pacificazione tra la Chiesa e lo Stato italiano, prima Regno, oggi Repubblica sorta con la libertà e la democrazia tra speranze di patrioti e sacrifici di eroi.

Questa pacificazione ha trovato la sua giuridica proclamazione nella formula costituzionale: lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

Oggi questa sede è simbolo dell'unità del nostro Popolo.

Le giunga gradito, Santità, il saluto di tutto il Popolo Italiano; di coloro che vedono in Lei il Vicario di Cristo, di coloro che comunque si sentono coinvolti e destinatari del Suo Alto Magistero morale, del Suo messaggio a difesa dei diritti inviolabili della Persona Umana, a perseverante, instancabile annunzio di Pace.

E Le porto il saluto di chi vede in Vostra Santità l'uomo... l'uomo che lotta, fatica, soffre, testimonia con amore sempre e solo a difesa dell'uomo.

È la Sua, la voce dell'umanità ferita da violenze, da guerre, dal prevalere di dominio, da ingiustizie inumane, da gravi e dannosi errori, dal travolgere e infangare l'innocenza; voci che rivendicano libertà, reclamano diritti, chiedono giustizia, invocano Pace.

La Sua fede, il Suo amore, la Sua passione per i più deboli, non furono piegati da mano omicida, non si piegano oggi sotto il peso della fatica della lunga giornata.

Il Popolo Italiano, nei molteplici incontri con Vostra Santità, esprime il grazie ammirato, il grazie commosso.

Anche il Capo dello Stato dice grazie perché questo Suo Magistero, eroicamente vissuto, è richiamo ai doveri nel servizio dello Stato democratico, è esempio che tocca personalmente chiunque sia investito di responsabilità.

La laicità dello Stato, che è presupposto di libertà ed eguaglianza per ogni fede religiosa, non toglie, ma aumenta l'impegno di chi vive, o cerca di vivere, i valori cristiani e aumenta il richiamo all'umana coscienza per servire, nello Stato, chi più ha bisogno e ha diritto a giustizia, a solidarietà.

La Chiesa — esperta in umanità — è, per chi crede, Madre e Maestra dei valori essenziali per la vita dei singoli e dei popoli, e lo è specialmente per chi, eletto a supremo magistero, deve sentire il dovere di consumare la vita per il bene del proprio popolo.

Nella nostra diretta responsabilità è la scelta politica, è l'amministrare la cosa pubblica, è il quotidiano, delicato e non facile compito del discernere, del guidare, del governare, del decidere. Su questi temi tremendi in sé e per le conseguenze che determinano, la voce della Chiesa che prega, che conforta, che ne ricorda i valori fondamentali e immutabili, è lampada che dona luce forza al nostro cammino, ma non può togliere, né alleggerire il nostro carico.

Tante volte sentiamo la fatica della solitudine e della incomprensione nostro operare, ma sappiamo che questo è il nostro dovere, del quale mo e dobbiamo rispondere noi soli.

La lezione dell'Azione Cattolica, l'insegnamento dell'Università Cattolica Padre Gemelli sullo Stato casa di tutti, sul servizio da rendere, come di giustizia, alla collettività; i richiami, in quanto cattolici, all'ubbidienza Chiesa in tema di dottrina e di morale; l'esortazione a mai scaricare Chiesa responsabilità solo nostre, a mai servirsi della Chiesa nella nostra vita professionale, civica, politica, sono il ricco patrimonio che ci fu donato.

Tutto questo, deve, ogni giorno, diventare vita.

Grazie, Santità! Grazie per la testimonianza. Grazie per l'opera che compie per l'Italia, per l'amore che porta al Popolo. Grazie per l'opera immane che la Chiesa che è in Italia, da secoli e s compie per l'Italia, camminando al passo con la nostra gente, partecipando le conquiste, condividendo i travagli, le sofferenze, le sventure. L'Italia è seriamente e fortemente impegnata per essere sempre più li e portatrice di libertà. Per essere sempre più giusta e portatrice di giustizia.

Dalla «Rerum Novarum» alla «Centesimus Annus», quanta assonanza, con i grandi principi della nostra Carta Costituzionale che si fonda sulla dignità della Persona Umana; quanto spazio di incontro con chiunque creda davvero e con i fatti, a questi valori senza i quali non esiste umana civiltà.

Santità, benedica questa Italia che vuole essere sempre e solo portatrice Pace, e Le sia di conforto il sapere che il Popolo Italiano Le vuole bene.


*Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XXI, 2 p. 775-776.

L'Osservatore Romano 21.10.1998 p.1

 

top