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INCONTRO DI ALTO LIVELLO SULLA RESISTENZA ANTIMICROBICA

INTERVENTO DEL SEGRETARIO DI STATO
CARDINALE PIETRO PAROLIN
ALLE NAZIONI UNITE

New York
Mercoledì, 21 settembre 2016

 

Assistenza sanitaria al servizio dei più deboli

 

Signor Presidente,

La Santa Sede condivide la profonda preoccupazione ripetutamente espressa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dagli enti di governo delle Agenzie specializzate competenti per quanto riguarda la prevalenza e l’impatto della resistenza antimicrobica in ogni parte del mondo.

Con decine di migliaia di centri sanitari e istituzioni di formazione medica in molte parti del mondo, la Chiesa cattolica è profondamente e largamente impegnata nell’assistenza sanitaria e nell’educazione sanitaria preventiva. Pertanto, la Santa Sede è profondamente consapevole della situazione catastrofica che si può creare se da parte della comunità internazionale non vengono adottate misure efficaci per controllare questa minaccia alla salute mondiale, e invita dunque a rafforzare la prevenzione e il controllo delle infezioni, includendo buoni servizi di sanità e d’igiene sia negli ambienti dell’assistenza sanitaria sia nelle comunità.

Gli esperti hanno evidenziato le cause interrelate di questa complessa sfida per la salute pubblica. Tra queste vi sono l’uso inappropriato di farmaci antimicrobici nei settori umano, animale, alimentare, agricolo e dell’acquacultura; la mancanza di accesso a servizi di assistenza sanitaria, tra cui i test diagnostici e di laboratorio; e la contaminazione del suolo, delle acque e dei raccolti con residui antimicrobici. A tale riguardo, Papa Francesco ha ammonito che «il livello di intervento umano, spesso al servizio della finanza e del consumismo, in realtà fa sì che la terra in cui viviamo diventi meno ricca e bella, sempre più limitata e grigia, mentre contemporaneamente lo sviluppo della tecnologia e delle offerte di consumo continua ad avanzare senza limiti» (Papa Francesco, Laudato si’, n. 34).

La Dichiarazione Politica giustamente sottolinea che la resistenza antimicrobica rende più difficile salvaguardare la salute e il benessere delle persone più esposte a infezioni mortali, specialmente le partorienti, i neonati, i pazienti con determinate malattie croniche e quanti si sottopongono a chemioterapia o a interventi chirurgici.

Sembra però che non si presti sufficiente attenzione a quanti sono socialmente ed economicamente svantaggiati, tra cui i poveri, gli emarginati e le popolazioni minoritarie, i rifugiati, i migranti e le persone internamente dislocate. La loro mancanza di accesso a un’assistenza sanitaria di qualità li spinge ad acquistare medicinali nei mercati informali, dove sono esposti alla vendita di prodotti falsi o contraffatti.

Signor Presidente,

La mia Delegazione spera vivamente che misure di salute pubblica, ricerca medica e sviluppo diagnostico possano fornire soluzioni accessibili ed eque che portino, come ha ribadito Papa Francesco, a «un vero servizio alla cura della casa comune e allo sviluppo integrale delle persone, soprattutto dei più abbandonati» (Papa Francesco, Discorso in occasione della visita all’Ufficio delle Nazioni Unite a Nairobi, Kenya, 26 novembre 2015).

A nome di queste centinaia di milioni di persone che non hanno accesso all’assistenza sanitaria e sono più suscettibili a malattie collegate alla resistenza antimicrobica, la Santa Sede chiede alla comunità internazionale di tenere maggiormente conto delle loro preoccupazioni e dei loro bisogni elementari, senza considerarle fardelli sostenuti solo per dovere o problemi sollevati come appendice (cfr. Papa Francesco, Laudato si’, n. 49). Non lasciare indietro nessuno significa dedicare maggiore attenzione a queste persone che vengono lasciate ancora più indietro.

Grazie, Signor Presidente.