MESSAGGIO DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO PIETRO PAROLIN, A NOME DEL SANTO PADRE FRANCESCO,
IN OCCASIONE DEL XLV MEETING PER L'AMICIZIA FRA I POPOLI
[RIMINI, 20-25 AGOSTO 2024]
Dal Vaticano, 19 luglio 2024
Sua Eccellenza Reverendissima
Mons. NICOLÒ ANSELMI
Vescovo di Rimini
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Eccellenza Reverendissima,
in occasione del 45° Meeting per l’amicizia fra i popoli, il Santo Padre
desidera raggiungere i partecipanti con un messaggio augurale, salutando gli
organizzatori, i volontari e tutti coloro che prenderanno parte all’evento, il
cui titolo rappresenta un accorato appello alla responsabilità: «Se non siamo
alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?».
Proprio mentre attraversiamo tempi complessi, la ricerca di ciò che
costituisce il centro del mistero della vita e della realtà è di cruciale
importanza. La nostra epoca, infatti, è segnata da problematiche varie e
notevoli sfide, dinanzi alle quali riscontriamo talvolta un senso di impotenza,
un atteggiamento rinunciatario e passivo che possono condurre a “trascinare la
vita” e a lasciarsi travolgere dallo stordimento dell’effimero, fino a perdere
il significato dell’esistenza. In questo scenario, perciò, è quanto mai
pertinente la scelta di mettersi sulle tracce di ciò che è essenziale.
Papa Francesco incoraggia dunque il tentativo di cercare, con passione ed
entusiasmo, quanto fa emergere la bellezza della vita, affrontando la questione
posta da don Luigi Giussani quando con coraggio affermava: «Il cuore è roso
dalla sclerosi, vale a dire dalla perdita della passione e del gusto del vivere.
[…] La vecchiaia a vent’anni e anche prima, la vecchiaia a quindici anni, questa
è la caratteristica del mondo d’oggi» (Il senso religioso, Milano 2013,
116˗117).
Mentre soffiano i gelidi venti della guerra, aggiungendosi a ricorrenti
fenomeni di ingiustizia, violenza e disuguaglianza, nonché alla grave emergenza
climatica e ad una mutazione antropologica senza precedenti, è imprescindibile
fermarsi e chiedersi: c’è qualcosa per cui vale la pena vivere e sperare?
Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ci esorta a leggere anche
le resistenze, le fatiche e le cadute degli uomini e delle donne di oggi come un
appello a riflettere, perché il cuore si apra all’incontro con Dio e ciascuno
prenda coscienza di sé stesso, del prossimo e della realtà.
Il suo costante invito è a farsi mendicanti dell’essenziale, di ciò
che dà senso alla nostra vita, anzitutto spogliandoci di ciò che appesantisce il
quotidiano, sull’esempio di uno scalatore che, giunto all’attacco della parete
rocciosa, deve liberarsi del superfluo per poter salire più speditamente. Così
facendo, scopriamo che il valore dell’esistenza umana non consiste nelle cose,
nei successi ottenuti, nella corsa della competizione, ma anzitutto in quella
relazione d’amore che ci sostiene, radicando il nostro cammino nella fiducia e
nella speranza: è l’amicizia con Dio, che si riflette poi in tutte le altre
relazioni umane, a fondare la gioia che non verrà mai meno. Siamo amati, questa
è la verità essenziale, che lo stesso don Giussani annunciava ai giovani
universitari: «Siete amati. Questo è il messaggio che arriva nella vostra vita
[…]. Questo è Gesù Cristo nella storia dell’uomo, l’inizio continuo di questo
messaggio: “Siete amati!”. Cos’è la vita? Essere amati. E l’essere che abbiamo
addosso? Essere amati. E il destino? Essere amati» (Litterae Communionis
Tracce, 1996, n. 1).
Sulla stessa lunghezza d’onda, Papa Francesco ricorda che «ciò che per noi è
essenziale, più bello, più attraente e allo stesso tempo più necessario è la
fede in Cristo Gesù» (Discorso alla Plenaria del Dicastero per la Dottrina
della Fede, 26 gennaio 2024). Solo il Signore, infatti, salva la nostra
fragile umanità e, in mezzo alle avversità, ci fa sperimentare una letizia
altrimenti impossibile. Senza questo punto di ancoraggio, la barca della nostra
vita sarebbe in balìa delle onde e rischierebbe di affondare.
Ritornare all’essenziale che è Gesù non significa evadere dalla realtà ma, al
contrario, è la condizione per immergersi davvero nella storia, per affrontarla
senza fuggirne le sfide, per trovare il coraggio di rischiare e di amare anche
quando sembra che non ne valga la pena, per vivere nel mondo senza timore
alcuno. Come ebbe a scrivere l’allora Arcivescovo Montini: «Tu ci sei
necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi, per imparare l’amore vero e
camminare nella gioia e nella forza della tua carità, lungo il cammino della
nostra vita faticosa» (Omnia nobis est Christus. Lettera pastorale
all’arcidiocesi di Milano per la Quaresima 1955).
In questo spirito, dunque, il Santo Padre apprezza e condivide la finalità
del prossimo Meeting, perché puntare all’essenziale ci aiuta a prendere
in mano la nostra vita e a farne uno strumento di amore, di misericordia e di
compassione, diventando segno di benedizione per il prossimo. Di fronte alla
tentazione dello scoraggiamento, alla complessità della crisi attuale e, in
particolare, alla sfida di una pace che sembra impossibile, il Santo Padre
esorta tutti a diventare protagonisti responsabili del cambiamento, collaborando
attivamente alla missione della Chiesa, per dare vita insieme a luoghi in cui la
presenza di Cristo si possa vedere e toccare. Questo corale impegno può generare
un mondo nuovo, dove finalmente a trionfare sia l’Amore che in Cristo si è
manifestato a noi, e l’intero pianeta diventi tempio di fraternità.
Papa Francesco auspica che il ricco programma del Meeting, nella
molteplicità delle proposte e dei linguaggi, possa suscitare in molti il
desiderio di farsi cercatori dell’essenziale e far fiorire nei cuori la passione
per l’annuncio del Vangelo, fonte di liberazione da ogni schiavitù e forza che
risana e trasforma l’umanità. A tutti, organizzatori, volontari e partecipanti,
Egli invia di cuore la Sua benedizione, chiedendo per favore di pregare per lui.
Nell’unire anche i miei personali auguri, mi valgo della circostanza per
confermarmi con sensi di distinto ossequio
di Vostra Eccellenza Reverendissima
dev.mo
Pietro Cardinale Parolin
Segretario di Stato |