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SINODO DEI VESCOVI

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA
A CONCLUSIONE DEL CONVEGNO DI STUDI SUL TEMA:
"L'IMMACOLATA, SEGNO DELLA BELLEZZA E DELL'AMORE DI DIO"

OMELIA DELL'ARCIVESCOVO NIKOLA ETEROVIC

Basilica di Santa Maria delle Grazie, Benevento
Solennità dell'Ascensione del Signore
Domenica, 23 maggio 2004

 

Eccellenze Reverendissime, diletti sacerdoti, religiosi e religiose, cari fratelli e sorelle,

Ci siamo riuniti in questa bellissima basilica di Santa Maria delle Grazie per celebrare insieme la solennità dell'Ascensione del nostro Signore Gesù Cristo. Al contempo, con questa Eucaristia, si conclude il Convegno di studi Signum magnum apparuit in caelum. L'Immacolata, segno della Bellezza e dell'Amore di Dio, organizzato dall'Istituto Diocesano per il Diaconato Permanente e dalle Famiglie francescane del Sannio e dell'Irpinia. Tale importante manifestazione è stata realizzata per commemorare due anniversari: il 150° della solenne definizione del dogma dell'Immacolata concezione di Maria e del 50° della proclamazione della Madonna delle Grazie a Regina del Sannio. Si tratta di due grandi doni della divina Provvidenza alla Chiesa universale e quella particolare di Benevento, per cui di tutto cuore rendiamo grazie a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

È giusto e doveroso ringraziare Dio Padre per tanti mirabili doni in favore di noi suoi figli. Eleviamo oggi la nostra lode a Lui, autore della creazione e fonte di ogni vita, per avere glorificato il Suo Figlio Unigenito Gesù Cristo. Sotto lo sguardo amoroso del Padre suo, il Signore Gesù ha vissuto il mistero pasquale. Dopo la morte e la risurrezione Dio Padre lo ha accolto col corpo trasfigurato nel Suo Regno. D'ora in poi l'Agnello immolato siede alla destra di Dio Padre con il potere di giudicare i vivi e i morti. Ringraziamo Dio, Padre di Gesù, per tale mirabile opera di glorificazione in favore del suo Figlio, a cui partecipiamo anche noi, in quanto, per il tramite del battesimo, siamo diventati figli del Figlio.

Nella solennità dell'Ascensione dobbiamo pure rendere grazie allo Spirito Santo, Signore e datore di vita. Egli accompagnava l'attività salvifica di Gesù durante tutto il suo pellegrinaggio terrestre. L'azione dello Spirito è particolarmente importante per la continuazione dell'opera di Gesù nel tempo della Chiesa, come ha promesso lo stesso Signore prima di ritornare al seno del Padre: "E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso" (Lc 24, 49). La discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli è essenziale perché continui a diffondersi la Buona Notizia nel mondo. Solamente con la forza dello Spirito i dodici sono stati in grado di essere testimoni del Signore risorto e di annunciare tale verità "fino agli estremi confini della terra" (At 1, 8).

Nell'odierna solennità dai nostri cuori, pieni di gaudio spirituale, si eleva un particolare ringraziamento a Gesù Cristo, nostro Dio e fratello. Egli ci ha rivelato il volto di Dio Padre. Quale più prezioso frutto della sua risurrezione ha inviato su di noi lo Spirito Santo. Oggi, poi, ricordiamo un altro evento a cui nella Sua infinita bontà il Signore Gesù ha voluto associarci. Egli ci fa capire che la sua ascensione è pure la nostra glorificazione. Ascendendo al cielo, Gesù Cristo ci ha aperto il cammino verso la nostra vera patria: essa è la comunione di Dio Uno e Trino, a cui partecipano tutti i santi. "Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, allo scopo di presentarsi ora al cospetto di Dio in nostro favore" (Eb 9, 24). Con il suo corpo glorioso il Signore Gesù ci insegna che anche noi, in quanto uniti a lui, raggiungeremo alla fine dei tempi la beata visione con tutto il nostro essere, non solo, dunque, con l'anima bensì anche col corpo, che nel giorno del giudizio sarà trasformato a immagine del corpo glorioso del nostro Signore Gesù Cristo.

Il Signore asceso al cielo è continuamente presente nella sua Chiesa. La sua glorificazione non è una fuga da noi, suoi discepoli. Al contrario, una volta glorificato, Gesù Cristo compie quella promessa, fatta solennemente prima della sua dipartita da questo mondo: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo" (Mt 28, 20). Asceso al cielo, nella condizione di risorto, il Signore Gesù oltrepassa i limiti dello spazio e del tempo. Rimanendo il fondamento saldo della sua Chiesa, egli diventa anche il più fedele compagno del nostro pellegrinaggio personale e comunitario su questa terra. Nel gesto di Gesù Cristo, che alzandosi verso l'alto benedice i suoi discepoli, percepiamo la sua vicinanza salvifica a tutti gli uomini di tutti i tempi. Tale verità è sorgente di gioia per tutta la Chiesa. Lo avevano già percepito gli apostoli. "Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia" (Lc 24, 53).

Alla luce dell'Ascensione di Gesù Cristo comprendiamo meglio anche la glorificazione della Beata Vergine Maria. Tutta la sua vita si è svolta alla presenza della Santissima Trinità. Dio Padre la scelse per diventare madre del Suo Figlio Unigenito. La collaborazione di Maria alla grazia di Dio nell'Incarnazione del Signore Gesù, sua opera massima, avvenne per opera dello Spirito Santo (cfr Lc 1, 35). La Bibbia ci fornisce varie descrizioni da cui è possibile evincere la relazione unica tra Maria e Gesù, sia nel loro rapporto irrepetibile di madre e figlio, sia in relazione-simbolo tra Maria-Chiesa e Gesù suo Sposo e Signore.

La Sacra Scrittura non ci parla della presenza di Maria al Monte degli Ulivi unitamente agli Undici al momento dell'Ascensione del Signore Gesù. Esiste, però, una pia tradizione, secondo cui è fortemente probabile che la Madre di Dio fosse presente alla dipartita del Suo Figlio da questo mondo, come ebbe a commentare il Servo di Dio Pio XII in un radiomessaggio del 1952. Tale tradizione senz'altro aveva per scopo di sottolineare lo stretto nesso tra la glorificazione di Gesù Cristo e quella della Beata Vergine Maria. Tutta la Tradizione della Chiesa rende testimonianza di tale verità in quanto la mariologia cattolica è intrinsecamente connessa con la cristologia, da cui riceve la propria fondazione ed illuminazione. Lo si percepisce bene tenendo presente i momenti particolari della vita della Beata Vergine Maria, specialmente la nascita di Gesù Cristo, per l'opera dello Spirito Santo e sua, la di lei Assunzione e anche Immacolata Concezione.

Situandosi in tale visione trinitaria e cristologica, i partecipanti al Convegno hanno illustrato l'importanza del dogma dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, che il beato Papa Pio IX proclamò l'8 dicembre del 1854. Essa è una verità che, sebbene in modo implicito, da sempre ha fatto parte del deposito della fede della Chiesa Cattolica e che è stata esplicitamente formulata 150 anni fa. I fedeli non hanno avuto alcuna difficoltà ad accettarla. Al contrario la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione fu recepita con grande gaudio in tutta la Chiesa. A distanza di un secolo e mezzo dobbiamo ringraziare Dio per tale riconoscimento della glorificazione di Maria e per numerosi frutti spirituali che esso suscitò nella Chiesa. È sufficiente pensare a tante Congregazioni religiose che nella loro denominazione si riferiscono al dogma dell'Immacolata Concezione. L'esperienza connessa con il santuario di Lourdes, poi, parla di per sé dell'importanza e dell'attualità di tale dogma, che riguarda in primo luogo il contenuto del deposito della fede cattolica ma che, in un secondo tempo, si traduce in numerose opere di adorazione, di lode a Dio e di iniziative in favore degli uomini, soprattutto di quelli più bisognosi dell'amore misericordioso dell'Unitrino.

In occasione di vari interventi i partecipanti al Convegno di Benevento hanno riflettuto sugli argomenti teologici, per cui la piena di grazia (cfr Lc 1, 28) doveva essere preservata dal peccato originale. Tale privilegio di Maria, nuova Eva, è esatto dalla maternità divina di Maria, proclamata nel Concilio di Efeso del 431. Inoltre l'Immacolata Concezione è postulata dalla missione di cooperatrice all'opera di redenzione del Suo Figlio Gesù.

Il Convegno non si è configurato solamente come giornate di riflessione speculativa e teologica. Essa, infatti, è stata accompagnata dalla preghiera. Inoltre sono stati presi in considerazione pure le espressioni artistiche del dogma e, in genere, della devozione mariana così cara al popolo cristiano. Del resto, in tale modo, i partecipanti hanno rispettato il tema del Convegno, incentrato sull'amore di Dio rivelato in Maria, divenuta in tal modo segno della Divina Bellezza nei nostri riguardi.

Il fondamento della bellezza di Maria si trova nella sua condizione di Immacolata ("Tota pulchra"). Durante la sua esistenza ella non ha mai conosciuto il peccato. La madre di Gesù, Maria Vergine, non è mai sottostata al disordine causato dal peccato nel creato, negazione della bellezza umana e soprannaturale. Il peccato è, dunque, causa di bruttezza e massima espressione di quella. Visto con gli occhi della fede, esso diventa pertanto non solamente violazione della bontà e negazione della verità ma anche rifiuto della bellezza.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo di cuore Dio Uno e Trino per averci chiamato a condividere la bellezza della vita divina, propria dei figli di Dio. E noi non solamente siamo chiamati tali, ma lo siamo veramente (cfr 1 Gv 3, 1). Ovviamente tale chiamata è esigente. Essa richiede da ogni battezzato l'impegno di una vita cristiana autentica. Chi è nato dallo Spirito, non può camminare sulle strade tenebrose e tortuose del peccato. Nel periodo di Pasqua la Chiesa ci esorta di sovente a meditare su Dio tramite la parola di san Paolo: "Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio, pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra" (Col 3, 1-2). In un altro passo l'Apostolo delle genti è ancora più concreto nell'incoraggiare i cristiani ad essere ciò che sono, adoperando il simbolo della purezza, il pane azzimo: "Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!" (1 Cor 5, 7).

Il Signore risorto ed asceso al cielo ci invita a vivere con coerenza la nostra vocazione cristiana e annunciare il Vangelo al mondo intero. Di fronte a tale esigente compito noi avvertiamo la nostra debolezza e, soprattutto, l'ostacolo dei nostri peccati. Nella Sua grande bontà, però, il Signore glorificato viene in nostro aiuto, offrendoci abbondanti mezzi - in particolare la vita sacramentale - per raggiungere la santità, meta nella nostra vita cristiana.

Egli stesso ci offre numerosi esempi di santità che dovrebbero servire da stimolo nel nostro pellegrinaggio terrestre, specialmente nei momenti di stanchezza, di dubbio, di sfiducia. Tra questi santi un posto del tutto particolare spetta alla Beata Vergine Maria. In lei Dio ha voluto realizzare un capolavoro, una persona umana esemplare, simbolo del Suo amore, riflesso della Sua divina bellezza. Tale realtà si percepisce in misura eccelsa nella persona di Gesù Cristo. Egli, però, è al contempo uomo e Dio. Pertanto potrebbe sembrare che esista un divario insormontabile tra Gesù, Verbo di Dio incarnato, e noi uomini. La figura della Beata Vergine Maria ci fa vedere che una creatura umana può raggiungere la bellezza della perfezione cristiana, aprendosi all'azione dello Spirito Santo e collaborando con la grazia di Dio. In Maria, pertanto, vediamo l'esempio di un'umanità nuova, redenta, che con la luce della sua bellezza, non contaminata dal peccato, illumina il nostro cammino di vita cristiana in mezzo a non pochi ostacoli e difficoltà.

A Lei, Immacolata, rivolgiamo la nostra fiduciosa preghiera affinché continuamente interceda per quanti sono qui riuniti, per la Chiesa che è in Benevento e per le Chiese particolari d'Italia. In questa solenne occasione allarghiamo la nostra supplica, includendovi tutti i cristiani, appartenenti ad altre Chiese e denominazione cristiane. A Lei, madre dell'umanità redenta, presentiamo pure le attese del mondo intero, affinché gli uomini di buona volontà, che con cuore sincero cercano Dio, possano trovare in lui il senso della loro vita. Preghiamo infine per le grandi necessità del mondo intero e specialmente per quelle nazioni che versano in situazioni di grande dolore a causa dell'odio, della violenza e della guerra. Per intercessione della Beata Vergine Maria, Dio conceda a tutti il dono della pace nel mutuo rispetto, perdono e nella ricerca di una vera giustizia.

Unendoci spiritualmente a Gesù asceso al cielo e grati per il dono di Maria, Madre della Speranza della Chiesa e del mondo redento, uniamo le nostre voci corali alla lode permanente degli angeli e dei santi e proclamiamo con le parole e con il gaudio del nostro cuore la perenne gloria di Dio Uno e Trino, invocando la venuta del Suo Regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di pace e di amore. Amen.

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