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Saluto di SER Mons. Nikola Eterović
Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi

Beirut, 16 settembre 2012

 

Tu sei il Cristo” (Mc 8, 29). Illuminato dallo Spirito Santo, l’Apostolo Pietro professò la messianicità di Gesù a Cesarea di Filippo, luogo non molto distante dal Libano, “paese biblico” descritto nelle Sacre Scritture e lodato, in particolare, per i suoi cedri, piantati dal Signore (cfr Sal 104, 16). Qui tutto ci parla dell’Onnipotente: la terra, il cielo, la vegetazione, i fiumi, i deserti. Qui anche i toponimi e le denominazioni geografiche fanno ricordare che ci troviamo in Terra Santa, ove Dio ha manifestato la sua gloria, rivelando in Gesù Cristo, Suo Figlio Unigenito, il mistero nascosto da secoli (cfr Col 1, 26). Sono però soprattutto i credenti nel Dio unico e autore di tutte le cose che possono lodare Dio con libertà e gratitudine, coscienti di essere stati creati da Lui. A tale lode corale si è unito in questi giorni il Santo Padre Benedetto XVI, 264° successore dell’apostolo Pietro. Egli continua la missione che il Signore Gesù ha affidato all’Apostolo Pietro e a nome dei Dodici e di tutta la Chiesa proclama: “Tu sei il Cristo”. Ha fatto tale confessione di fede nel corso della solenne concelebrazione eucaristica nel Beirut City Center Waterfront, durante la sua quarta Visita Apostolica in Terra Santa, preceduta dai Viaggi in Turchia (2006), in Giordania, Gerusalemme, Israele e nei Territori Palestinesi (2009), e a Cipro (2010).

Beatissimo Padre, grazie di cuore per aver scelto questo Paese generoso ed ospitale, per rendere pubblica l’Esortazione Apostolica Postsinodale Ecclesia in Medio Oriente, frutto maturo dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. Il contenuto dei lavori sinodali e del Documento firmato da Lei venerdì scorso ad Harissa, è ben indicato dall’icona biblica dell’Assise sinodale: “la moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola” (At 4, 32). L’Ecclesia in Medio Oriente ribadisce che la vita cristiana nell’unità e nella comunione è la testimonianza più eloquente che i cristiani possono offrire in Medio Oriente a livello personale, famigliare e sociale. Dalla comunione ecclesiale nasce il desiderio di impegnarsi ancora di più nel dialogo ecumenico con le Chiese e comunità ecclesiali cristiane, presenti in Medio Oriente. Esso, poi, si rivolge in modo particolare agli Ebrei con i quali i cristiani condividono gran parte dei libri sacri, quelli che nell’economia biblica complessiva sono denominati dai cristiani “Antico Testamento”. L’auspicio di dialogo si allarga anche agli appartenenti ad altre religioni non cristiane, soprattutto ai musulmani che sono maggioritari in buona parte dei Paesi del Medio Oriente. I cristiani non chiedono privilegi, ma vogliono essere cittadini con uguali diritti e doveri rispetto agli altri abitanti dei rispettivi Stati, disposti ad offrire il proprio contributo nella costruzione di un mondo migliore, più pacificato e più giusto. Non c’è dubbio che l’applicazione dell’Ecclesia in Medio Oriente impegnerà tutta la Chiesa Cattolica in questa regione a rendere maggiormente dinamica l’evangelizzazione – dedicandosi anche alla nuova evangelizzazione – e sostenendo la promozione umana, soprattutto nel campo dell’educazione e della sanità.

Beatissimo Padre, in qualità di Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi ho l’onore di invitare Vostra Santità a consegnare l’Esortazione Apostolica Postsinodale Ecclesia in Medio Oriente ai Patriarchi, Capi delle sei Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, al Patriarca Latino che è pure Presidente della Conferenza dei Vescovi Latini delle Regioni Arabe (C.E.L.R.A.), ai rappresentanti delle Conferenze Episcopali dell’Iran e della Turchia, come pure ad alcuni membri del Popolo di Dio che pellegrina in questa terra benedetta del Libano, implorando la Benedizione di Dio affinché l’applicazione di tale importante Documento apporti abbondanti frutti per tutti gli abitanti del Medio Oriente.

 

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