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L'anima e il corpo, nella loro stretta unità, sono in rapporto a Dio

"La carne è il cardine della salvezza. Infatti se l'anima diventa tutta di Dio è la carne che glielo rende possibile! La carne vien battezzata, perché l'anima venga mondata; la carne viene unta, perché l'anima sia consacrata; la carne viene segnata della croce, perché l'anima ne sia difesa; la carne viene coperta dall'imposizione delle mani, perché l'anima sia illuminata dallo Spirito; la carne si nutre del corpo e del sangue di Cristo, perché l'anima si sazi di Dio. Non saranno separate perciò nella ricompensa, dato che son state unite nelle opere.

Anche i sacrifici grati a Dio, le mortificazioni, cioè, i digiuni, i pasti consumati tardi e senza cibi liquidi, la trascuratezza esteriore dei penitenti, vien tutto compiuto dalla carne e a sue spese. Cosi l'osservanza della verginità e della castità vedovile, come l'unione coniugale apparente e con nascosta continenza (nozze di Giuseppe), sono sacrifici a Dio, consumati nella carne. Or su: che ne pensi di lei quando, per la fedeltà al nome cristiano, viene esposta al pubblico e deve combattere contro l'odio delle folle? Quando è macerata nelle carceri, in quell'orrenda privazione della luce, nella carenza di tutto il necessario, nello squallore, nella sporcizia, nell'obbrobrio; neppure libera di dormire, legata anche nel riposo e lancinata dallo stesso giaciglio? Dilaniata poi, alla luce, con ogni genere di tormenti, quando infine in pieno sole viene esposta al supplizio, vien costretta a dare il contraccambio a Cristo morendo per lui, e spesso sulla stessa croce o con altre pene ancor più atroci? O beatissima e gloriosissima carne, che può contraccambiare a Cristo per un debito cosí grande, tanto da dover essere a lui obbligata solo di averla fatta cessare di essere in debito; e ciò più nei vincoli che in libertà!

Perciò, per riassumere: quella che Dio ha strutturato con le sue mani facendone una propria immagine, quella che ha vivificato col suo spirito a somiglianza della sua vita, che ha preposto a tutta l'opera della sua creazione per abitarla, farla fruttificare e dominare; che ha rivestito con i suoi sacramenti e i suoi precetti; della quale ama la purezza, della quale approva la mortificazione, della quale apprezza le sofferenze: questa dunque non dovrebbe risorgere, che tanto appartiene a Dio? Non sia mai! La cura del suo pensiero, il vaso del suo soffio, la regina della sua creazione, l'erede della sua bontà, la sacerdotessa della sua religione, la combattente per la sua testimonianza, la sorella del suo Cristo! Sappiamo che Dio è buono e abbiamo appreso da Cristo che egli solo è ottimo; egli ci comanda l'amore al prossimo, dopo che a lui; egli farà certo ciò che lui stesso ha comandato: amerà la carne che in tanti modi gli è prossima, anche se è debole, perché la virtù si perfeziona nella debolezza (2 Cor. 12, 9); anche se inferma, perché i malati hanno bisogno del medico (Lc. 5, 31); anche se meschina, perché le nostre membra, meno oneste, le circondiamo di maggior onore (1 Cor. 12, 23); anche se perduta, perché io sono venuto a salvare ciò che era andato perduto (Lc. 19, 10); anche se peccatrice, perché preferisco la salvezza del peccatore che la sua morte (Ez. 18, 23); anche se dannata, perché io sono colui che colpisce e risana (Deut. 32, 39). Perché rivolgi i tuoi rimproveri alla carne, per ciò che aspetta Dio, per ciò che in lui spera, che da lui viene onorato e a cui egli soccorre? Oserei anzi dire che se ciò non fosse accaduto alla carne, la grazia, la misericordia, ogni influenza benefica di Dio sarebbero state vane."

Tertulliano, La risurrezione della carne, 8 – 9

 

Preghiera:

O Dio, il tuo divino Figlio, che si fece carne nel purissimo seno della Vergine Maria, volle sperimentare tutte le debolezze della condizione umana eccetto il peccato. Concedici la grazia di seguire il Suo esempio, per risorgere anche noi alla vita eterna per mezzo della Sua Passione, Croce e Risurrezione. Te lo chiediamo per mezzo dello stesso Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

  

A cura dell'Ateneo Pontificio "Regina Apostolorum"

  

 

 

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