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Dalla “Lettera ai fedeli” di San Francesco d’Assisi 

"Dobbiamo anche digiunare e astenerci dai vizi e dai peccati (Sir 3,22), e dal superfluo nel mangiare e nel bere ed essere cattolici. Dobbiamo anche visitare frequentemente le chiese e riverire i sacerdoti, non tanto per loro stessi, se sono peccatori, ma per il loro ufficio di ministri del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che essi consacrano sull’altare e ricevono e distribuiscono agli altri. E ricordiamoci bene tutti che nessuno può essere salvo se non per il sangue del Signore nostro Gesù Cristo e per il ministero della parola di Dio che i sacerdoti proclamano e annunciano e amministrano,ed essi soli debbono amministrare, non altri.

Specialmente poi i religiosi, i quali hanno rinunciato al mondo, sono tenuti a fare di più e a fare cose più grandi, senza però tralasciare queste (Lc 11,42). 

Dobbiamo avere in odio il nostro corpo con i suoi vizi e con i suoi peccati, poiché il Signore dice nel Vangelo: Tutti i vizi e tutti i peccati escono dal cuore (Mt 15,18.). Dobbiamo amare i nostri nemici e fare del bene a coloro che ci odiano (Lc 6,27). Dobbiamo osservare i precetti e i consigli del Signor nostro Gesù Cristo. Dobbiamo anche rinnegare noi stessi e porre i nostri corpi sotto il giogo della santa obbedienza così come ciascuno ha promesso al Signore. E nessuno sia tenuto dall’obbedienza ad obbedire ad alcuno là dove si commette peccato o delitto. 

E colui a cui è commessa l’obbedienza e chi è ritenuto maggiore, sia come il minore (Lc 22,26) e servo degli altri fratelli e usi e abbia nei confronti dei singoli fratelli quella misericordia che egli stesso vorrebbe fosse usata a lui in un caso simile. E per il peccato commesso dal fratello non si adiri contro di lui, ma con tutta pazienza e umiltà lo ammonisca e lo sostenga.

Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne (1Cor 1,26), ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri. E disprezziamo noi stessi, poiché tutti, per colpa nostra, siamo miseri, putridi, fetidi e vermi, così come dice il Signore per mezzo del suo profeta: Io sono un verme e non un uomo, sono l’obbrobrio degli uomini e lo spregio del popolo (Sal 21,6). Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio (1Pt 2,13). E su tutti coloro che faranno tali cose e persevereranno fino alla fine riposerà su di essi lo Spirito del Signore (Is 11,2), ed Egli ne farà la sua dimora,e saranno figli del Padre celestedi cui fanno le opere, e sono sposi; fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo (Cfr Gv 14,23; Mt 5,45). Siamo sposi, quando per lo Spirito Santo l’anima fedele si unisce a Gesù Cristo. Siamo fratelli suoi, quando facciamo la volontà del Padre suo che è in cielo (Mt 12,50). Siamo madri sue, quando lo portiamo nel cuore e nel nostro corpo con l’amore e con la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso sante opere che devono risplendere agli altri in esempio."

 

Preghiera

Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende. Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei l’Altissimo. Tu sei il Re onnipotente. Tu sei il Padre santo, Re del cielo e della terra. Tu sei trino e uno, Signore Iddio degli dèi. Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene, Signore Iddio vivo e vero. Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà. Tu sei pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei la pace. Tu sei gaudio e letizia. Tu sei la nostra speranza.Tu sei giustizia. Tu sei temperanza. Tu sei ogni nostra ricchezza.Tu sei bellezza. Tu sei mitezza. Tu sei il protettore. Tu sei il custode e il difensore nostro. Tu sei fortezza. Tu sei rifugio.Tu sei la nostra speranza. Tu sei la nostra fede. Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza. Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore. 

A cura della Pontificia Facoltà “San Bonaventura” (Seraphicum).

    

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