Sabato, 30 giugno 2007
Cari Fratelli nell'Episcopato,
1. Con sommo piacere vi ricevo, Pastori della Chiesa di Dio peregrina a Porto Rico, venuti a Roma per la visita ad limina e per rafforzare i profondi vincoli che vi uniscono a questa Sede Apostolica. Attraverso ognuno di voi invio un cordiale saluto ed esprimo il mio affetto e la mia stima ai sacerdoti, alle comunità religiose e ai fedeli laici delle rispettive Chiese particolari.
Ringrazio Monsignor Octavio González Nieves, Arcivescovo di San Juan de Puerto Rico e Presidente della Conferenza Episcopale, per le cordiali parole che mi ha rivolto, a nome di tutti, esponendo le preoccupazioni e le speranze del vostro ministero pastorale, volto a guidare il Popolo di Dio lungo il cammino della salvezza, e proclamando con vigore la fede cattolica per una migliore formazione dei fedeli.
2. I resoconti quinquennali mostrano la preoccupazione per le sfide e le difficoltà che si devono affrontare in questo momento della Storia. In effetti, negli ultimi anni molte cose sono cambiate nell'ambito sociale, economico e anche religioso, portando a volte all'indifferenza religiosa e a un certo relativismo morale, che influiscono sulla pratica cristiana e che, indirettamente, condizionano anche le strutture della società stessa. Questa situazione religiosa vi interpella come Pastori e richiede che restiate uniti per rendere più palpabile la presenza del Signore fra gli uomini attraverso iniziative pastorali congiunte, che rispondano meglio alle nuove realtà.
È fondamentale preservare e accrescere il dono dell'unità che Gesù ha chiesto al Padre per i suoi discepoli (cfr Gv 17, 11). Nella stessa Diocesi siete chiamati a vivere e a rendere testimonianza dell'unità voluta da Cristo per la sua Chiesa. D'altra parte, le eventuali differenze di costumi e di tradizioni locali, lungi dal minacciare questa unità, contribuiscono ad arricchirla a partire dalla fede comune. E voi, come successori degli Apostoli, dovete sforzarvi di "conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace" (Ef 4, 3). Per questo desidero ricordare che tutti, in particolare i Vescovi e i sacerdoti, siete chiamati a una missione irrinunciabile e che vi coinvolge profondamente: fare sì che la Chiesa sia un luogo dove si insegni e si viva il mistero dell'amore divino, il che sarà possibile solo a partire da un'autentica spiritualità di comunione, che ha la sua espressione visibile nella reciproca collaborazione e nella vita fraterna.
3. Un settore che richiede in primo luogo la vostra attenzione pastorale è quello dei sacerdoti. Essi sono in prima linea nell'evangelizzazione e hanno bisogno in modo particolare della vostra sollecitudine e vicinanza pastorale. Il vostro rapporto con loro non deve essere solo istituzionale ma, in quanto veri figli, amici e fratelli vostri, deve essere animato soprattutto dalla carità (cfr 1 Pt 4, 8), come espressione della paternità episcopale, che deve manifestarsi in modo speciale verso i sacerdoti malati o di età avanzata, come anche verso quelli che si trovano in circostanze difficili.
I sacerdoti, da parte loro, devono ricordare che, prima di tutto, sono uomini di Dio e, per questo, devono aver cura della loro vita spirituale e della loro formazione permanente. Tutta la loro attività ministeriale "deve cominciare effettivamente con la preghiera", come dice San Alberto Magno (Commento della teologia mistica, n. 15). Ogni sacerdote troverà nell'incontro con Dio la forza per vivere con maggiore dono di sé e dedizione il suo ministero, dando esempio di disponibilità e di distacco dalle cose superflue.
4. Pensando ai futuri candidati al sacerdozio e alla vita consacrata, bisogna sottolineare l'importanza di pregare senza sosta il Padrone della Messe (cfr Mt 9, 38), affinché conceda alla Chiesa a Porto Rico numerose e sante vocazioni, soprattutto nella situazione attuale in cui i giovani incontrano spesso difficoltà a seguire la chiamata del Signore alla vita sacerdotale e consacrata. Per questo, occorre incrementare una pastorale vocazionale specifica, che spinga i responsabili della pastorale giovanile a essere mediatori audaci della chiamata del Signore. Soprattutto, non bisogna aver paura di proporla ai giovani, accompagnandoli poi assiduamente, sul piano umano e su quello spirituale, affinché discernano la loro opzione vocazionale.
Riguardo alla formazione dei candidati al sacerdozio, il Vescovo deve porre somma attenzione nello scegliere gli educatori più idonei e meglio preparati per questa missione. Tenendo conto delle circostanze concrete e del numero delle vocazioni a Porto Rico, si potrebbe prendere in considerazione la confluenza di sforzi e di risorse, di comune accordo e con spirito di unità nella pianificazione pastorale, al fine di ottenere risultati migliori e più soddisfacenti. Ciò permetterebbe una migliore selezione dei formatori e dei professori affinché aiutino i seminaristi a sviluppare "personalità mature ed equilibrate, ... forti nella vita spirituale e amanti della Chiesa" (Pastores gregis, n. 48). In questo delicato compito, tutti i sacerdoti devono sentirsi corresponsabili, promuovendo nuove vocazioni, soprattutto con il proprio esempio e senza smettere di assistere quelle sorte dalla propria comunità parrocchiale o da qualche movimento.
5. Sul piano sociale si sta diffondendo una mentalità ispirata a un laicismo che, in modo più o meno consapevole, sta gradualmente portando al disprezzo o all'ignoranza del sacro, relegando la fede alla sfera dell'ambito meramente privato. In tal senso, un corretto concetto della libertà religiosa non è compatibile con questa ideologia, che a volte si presenta con l'unica voce della razionalità.
Una sfida costante per voi è anche la famiglia, che si vede assediata da tante sfide del mondo moderno, quali il materialismo imperante, la ricerca del piacere immediato, la mancanza di stabilità e di fedeltà nella coppia, influenzata continuamente dai mezzi di comunicazione sociale. Quando il matrimonio non è stato costruito sulla salda roccia dell'amore autentico e del reciproco dono di sé, viene trascinato via facilmente dalla corrente divorzista, eludendo inoltre il valore della vita, soprattutto quella dei nascituri. Questo panorama mostra la necessità di intensificare, come già state facendo, una pastorale familiare incisiva, che aiuti i coniugi cristiani ad accettare i valori fondamentali del Sacramento ricevuto. In tal senso, fedeli agli insegnamenti di Cristo, attraverso il vostro magistero proclamate la verità della famiglia come Chiesa domestica e santuario della vita, dinanzi ad alcune tendenze che, nella società attuale, cercano di eclissare o confondere il valore unico e insostituibile del matrimonio fra uomo e donna.
6. Il menzionato indifferentismo religioso e la tentazione di un facile permissivismo morale, come anche l'ignoranza della tradizione cristiana con il suo ricco patrimonio spirituale, influenzano grandemente le nuove generazioni. I giovani hanno diritto, dall'inizio del loro processo formativo, a essere educati nella fede e nei sani costumi. Per questo l'educazione integrale dei più giovani non può prescindere dell'insegnamento religioso anche nella scuola. Una salda formazione religiosa sarà, quindi, una protezione efficace dinanzi all'avanzare delle sette e di altri gruppi religiosi dall'ampia diffusione attuale.
7. I fedeli cattolici, che sono chiamati a occuparsi delle realtà temporali per ordinarle secondo la volontà divina, devono essere testimoni coraggiosi della loro fede nei diversi ambiti della vita pubblica. La loro partecipazione alla vita ecclesiale è, inoltre, fondamentale e, a volte, senza la loro collaborazione il vostro apostolato di Pastori non giungerebbe a "tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra" (Lumen gentium, n. 33).
A tale proposito, desidero ricordare alcune significative parole del mio predecessore Giovanni Paolo II nel suo viaggio pastorale a Porto Rico: "Quando nell'esercizio del vostro ministero vi imbattete in questioni che riguardano opzioni concrete di carattere politico, non tralasciate di proclamare i principi morali che sono alla base di ogni campo dell'attività umana. Però lasciate che siano i laici, ben formati nella loro coscienza morale, a ordinare secondo il piano di Dio le cose temporali. Voi dovete essere creatori di comunione e di fraternità, mai di divisione in nome di opzioni che il popolo fedele può scegliere legittimamente nelle loro diverse espressioni" (Al clero di Porto Rico, n. 3, 12 ottobre 1984).
8. Alcuni settori della vostra società vivono nell'abbondanza mentre altri soffrono gravi carenze, che molte volte sconfinano nella povertà. In tal senso, è ben nota la generosità dei portoricani, che rispondono in modo solidale agli appelli di aiuto dinanzi alle tragedie nel mondo. A tale riguardo, è auspicabile che questa stessa generosità, coordinata dai servizi di Caritas Porto Rico, si manifesti anche in quelle circostanze in cui gruppi, persone o famiglie del luogo hanno bisogno di una vera assistenza.
9. Cari Fratelli, l'evangelizzazione e la pratica della fede a Porto Rico sono state sempre unite all'amore filiale per la Vergine Maria. Ciò è dimostrato dalle chiese, dai santuari e dai monumenti, e anche dalle pratiche di devozione e dalle feste popolari in onore della Madre di Dio. A Lei affido le vostre intenzioni e attività pastorali. Sotto la sua materna protezione pongo tutti i sacerdoti, le comunità religiose, come pure le famiglie, i giovani, i malati e soprattutto i più bisognosi. Portate a tutti il saluto e il grande affetto del Papa, insieme alla Benedizione Apostolica.
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