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GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 5 novembre 2003

 

Salmo 140, 1-9 - Preghiera nel pericolo
(Lettura: Sal 140, 1-4.8-9)

1. Nelle precedenti catechesi abbiamo dato uno sguardo d’insieme alla struttura e al valore della Liturgia dei Vespri, la grande preghiera ecclesiale della sera. Ora ci inoltriamo al suo interno. Sarà come compiere un pellegrinaggio in quella sorta di «terra santa» costituita da Salmi e da Cantici. Sosteremo di volta in volta davanti ad ognuna di quelle orazioni poetiche, che Dio ha suggellato con la sua ispirazione. Sono le invocazioni che il Signore stesso desidera che gli vengano rivolte. Egli, perciò, ama ascoltarle, sentendo vibrare in esse il cuore dei suoi amati figli.

Inizieremo col Salmo 140, che apre i Vespri domenicali della prima delle quattro settimane in cui, dopo il Concilio, è stata articolata la preghiera serale della Chiesa.

2. «Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera». Il v. 2 di questo Salmo può essere considerato il segno distintivo dell’intero canto e l’evidente giustificazione del fatto che esso sia stato collocato all’interno della Liturgia dei Vespri. L’idea espressa riflette lo spirito della teologia profetica che unisce intimamente il culto alla vita, la preghiera all’esistenza.

La stessa orazione fatta con cuore puro e sincero diventa un sacrificio offerto a Dio. Tutto l’essere della persona che prega diventa un atto sacrificale, preludendo così a quanto suggerirà san Paolo allorché inviterà i cristiani a offrire i loro corpi come sacrificio vivente, santo, gradito a Dio: è questo il sacrificio spirituale che Egli accetta (cfr Rm 12,1).

Le mani alzate nella preghiera sono un ponte di comunicazione con Dio, come lo è il fumo che sale come soave odore dalla vittima durante il rito sacrificale vespertino.

3. Il Salmo prosegue secondo la tonalità di una supplica, a noi trasmessa da un testo che nell’originale ebraico presenta non poche difficoltà e oscurità interpretative (soprattutto nei vv. 4-7).

Il senso generale può, comunque, essere identificato e trasformato in meditazione e orazione. Innanzitutto l’orante supplica il Signore perché impedisca che le sue labbra (cfr v. 3) e i sentimenti del suo cuore siano attratti e irretiti dal male e lo inducano a compiere «azioni inique» (cfr v. 4). Parole e opere sono, infatti, l’espressione della scelta morale della persona. È facile che il male eserciti tanta attrazione da spingere anche il fedele a gustare «i cibi deliziosi» che i peccatori possono offrire, assidendosi alla loro mensa, cioè partecipando alle loro azioni perverse.

Il Salmo acquista quasi il sapore di un esame di coscienza, cui segue l’impegno di scegliere sempre le vie di Dio.

4. A questo punto, però, l’orante ha un sussulto che lo fa uscire in una appassionata dichiarazione di rifiuto di ogni complicità con l’empio: egli non vuole per niente essere ospite dell’empio, né permettere che l’olio profumato riservato ai commensali di riguardo (cfr Sal 22,5) attesti una sua connivenza con chi opera il male (cfr Sal 140,5). Per esprimere con maggiore veemenza la sua radicale dissociazione dal malvagio, il Salmista proclama poi nei suoi confronti una condanna sdegnata, espressa col colorito ricorso a immagini di veemente giudizio.

Si tratta di una delle tipiche imprecazioni del Salterio (cfr Sal 57 e 108), che hanno lo scopo di affermare in modo plastico e persino pittoresco l’ostilità al male, la scelta del bene e la certezza che Dio interviene nella storia col suo giudizio di severa condanna dell’ingiustizia (cfr vv. 6-7).

5. Il Salmo si chiude con un’ultima invocazione fiduciosa (cfr vv. 8-9): è un canto di fede, di gratitudine e di gioia, nella certezza che il fedele non sarà coinvolto nell’odio che i perversi gli riservano e non cadrà nella trappola che gli tendono, dopo aver notato la sua decisa scelta del bene. Il giusto potrà, così, superare indenne ogni inganno, come si dice in un altro Salmo: «Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati» (Sal 123,7).

Concludiamo la nostra lettura del Salmo 140 ritornando all’immagine di partenza, quella della preghiera serale come sacrificio gradito a Dio. Un grande maestro spirituale vissuto tra il IV e il V secolo, Giovanni Cassiano, che provenendo dall’Oriente trascorse nella Gallia meridionale l’ultima parte della sua vita, rileggeva quelle parole in chiave cristologica: «In esse, infatti, si può comprendere più spiritualmente un’allusione al sacrificio della sera, compiuto dal Signore e Salvatore durante la sua ultima cena e consegnato agli apostoli, allorché egli sanciva l’inizio dei santi misteri della Chiesa, oppure (si può cogliere un’allusione) a quello stesso sacrificio che egli, il giorno seguente, offrì alla sera, in se stesso, con l’elevazione delle proprie mani, sacrificio che si protrarrà fino alla fine dei secoli per la salvezza del mondo intero» (Le istituzioni cenobitiche, Abbazia di Praglia, Padova 1989, p. 92).


Saluti:

I extend a special greeting to the group from the Pontifical Irish College accompanied by Cardinal Connell and other Irish Bishops. I welcome all the English-speaking visitors here today including groups from England, Scotland, Ireland, Norway, Sweden, Denmark and the United States. Upon all of you I invoke the grace and peace of our Lord and Saviour Jesus Christ.

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin, en particulier les membres du Mouvement mondial des Travailleurs chrétiens et les pèlerins du diocèse de Coutances. Que votre pèlerinage sur les tombes des Apôtres vous renouvelle dans le désir de la sainteté !

Herzlich grüße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Besonders heiße ich die Teilnehmer der Leserreise des Osservatore Romano und das Berufskolleg St. Michael willkommen. Heiligt euer Leben durch das Gebet! Gott schenke euch seinen Frieden!

Saúdo os peregrinos de língua portuguesa que porventura aqui se encontrem. Desejo a todos felicidades, paz e graça no Senhor e vos convido a rezarem pelo papa e pelas suas intenções. Com uma propiciadora Bênção Apostólica.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los Cofrades del Santísimo Cristo de la Humildad, de Jaén, y de la Santísima Virgen del Rocío, de Murcia. Invito a todos a ofrecer a Dios con corazón puro cada jornada de vuestra vida.

Gracias por vuestra atención.

Saluto in lingua croata:

Srdačno pozdravljam upravu, igrače i navijače Hajduka iz Splita te na sve zazivam Božji blagoslov.

Hvaljen Isus i Marija!

Traduzione italiana del saluto in lingua croata:

Saluto cordialmente i dirigenti, i calciatori ed i tifosi della «Hajduk» di Split, invocando su tutti la benedizione di Dio.

Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto in lingua ungherese:

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen is azokat, akik Somlóvásárhelyrôl érkeztek. Isten hozott Benneteket!

Ma van Szent Imrének, a magyar ifjúság védôszentjének ünnepe.

Az ô közbenjárását kérve, szívesen adom apostoli áldásomat.

Dicsértessék a Jézus Krisztus!

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese:

Un saluto cordiale rivolgo ai pellegrini ungheresi, specialmente quelli che sono arrivati da Somlóvásárhely.

Oggi celebrate la memoria di Sant’Emerico, patrono della gioventù ungherese. Chiedendo la sua intercessione vi imparto volentieri la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua polacca:

Dzisiaj rozważaliśmy Psalm 140, który odmawiany jest w nieszporach niedzieli pierwszego tygodnia. Natchniony autor prosi w nim Boga o ducha modlitwy. Mówi: "niech moja modlitwa będzie stale przed Tobą jak kadzidło; wzniesienie rąk moich - jak ofiara wieczorna (Ps 141/140/, 2). Z kolei wyraża pragnienie, aby dzięki modlitwie został uchroniony od zła i nieprawości.

Niech ten sam duch - duch modlitwy i sprawiedliwości zawsze kształtuje nasze życie.

Serdecznie pozdrawiam pielgrzymów języka polskiego. W sposób szczególny witam pielgrzymów z Gdańska z arcybiskupem Tadeuszem Gocłowskim, z Gniezna z arcybiskupem Henrykiem Muszyńskim oraz z Tarnowa z biskupem Wiktorem Skworcem. Witam zarząd, członków i przyjaciół Fundacji Jana Pawła II. Pozdrawiam delegację z Grudziądza oraz bernardynów z Kalwarii i z Krakowa. Myślą obejmuję wszystkich tu obecnych i z serca błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:

Oggi abbiamo riflettuto sul Salmo 140, che viene recitato nei Vespri della domenica della prima settimana. In esso l’autore ispirato chiede a Dio lo spirito di preghiera. Dice: "Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera" (Sal 140, 2). In seguito esprime il desiderio che grazie alla preghiera sia preservato dal male e dalle azioni inique.

Questo spirito, spirito di preghiera e di giustizia, ispiri sempre la nostra vita.

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua polacca. In modo particolare do il benvenuto ai pellegrini provenienti da Danzica con l’arcivescovo Tadeusz Gocłowski, da Gniezno con l’arcivescovo Henryk Muszyński e da Tarnów con il vescovo Wiktor Skworc. Profitto della circostanza per porgere distinti ossequi e il benvenuto anche al consiglio, ai membri e agli amici della Fondazione Giovanni Paolo II. Saluto inoltre la delegazione di Grudziądz e i Padri Francescani Bernardini di Kalwaria e di Krakow. Rivolgo un pensiero cordiale a tutti i presenti e li benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!

***

Saluto con affetto i missionari e le missionarie che partecipano al corso di formazione organizzato dalla Università Pontificia Salesiana.

Con tutti i pellegrini di lingua italiana, saluto i nuovi Diaconi dell’Arcidiocesi di Milano, i numerosi fedeli della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, guidati dal Vescovo Mons. Vincenzo Paglia, come pure il folto gruppo della Parrocchia di San Nicola Vescovo in San Salvo, accompagnati dall’Arcivescovo di Chieti-Vasto Mons. Edoardo Menichelli.

Saluto inoltre gli Allievi Ufficiali dell’Accademia Militare, i dirigenti delle Associazioni italiane dei cardiopatici e l’Associazione Italiana Amici del Presepio.

Ai giovani, ai malati e agli sposi novelli auguro di sentire sempre viva la presenza di Cristo, per seguirlo con gioia sulla via della santità.

     



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