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SANTA MESSA PER I SEMINARISTI OLANDESI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Cappella Paolina, 15 aprile 1982 

 

Nella preghiera che nel Giovedì Santo ho mandato a tutti i sacerdoti. della Chiesa, ho scritto: “L’Eucaristia è soprattutto il dono fatto alla Chiesa. Indicibile dono. Anche il sacerdozio è un dono alla Chiesa, in considerazione dell’Eucaristia” (Giovanni Paolo II, Precatio, Feria V in Cena Domini, anno MCMLXXXII recurrente, universis Ecclesiae Sacerdotibus destinata, 8, die 25 mar. 1982: vide supra, p. 1068).

È buono e utile ricordarcene un momento all’inizio di questa speciale celebrazione eucaristica, questa celebrazione sacerdotale per eccellenza del sacerdozio della Chiesa nelle sue forme e gradi diversi: Papa, Vescovi, sacerdoti e futuri sacerdoti.

Dio ci ha tanto amati da dare il suo Figlio unigenito (cf. Gv 3, 16), e questo ci ha tanto amati che umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce (cf. Fil 2, 8) e ci liberò dai peccati con il suo sangue (cf. Ap 1, 5). Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (cf. 1 Gv 4, 10).

La redenzione, il perdono dei peccati, è dono dell’amore e della misericordia infinita di Dio per noi e pertanto anche il sacramento del sacrificio redentore della croce, l’Eucaristia, e il sacramento del ministero dell’Eucaristia, il sacerdozio, sono dono del divino amore senza limiti. Dono alla Chiesa, ai fedeli, ma in specie evidentemente dono ai ministri stessi, ai sacerdoti. Dobbiamo dunque vedere la vocazione sacerdotale prima di tutto come un dono indicibile di Dio, a cui dobbiamo essere aperti con grande umiltà e gratitudine. Un dono del tutto immeritato che riceviamo a favore della Chiesa, in considerazione soprattutto dell’Eucaristia, e che dobbiamo dunque esercitare come un servizio autentico e umile alla Chiesa, ai fedeli.

Voglio invitarvi a pregare Dio con fervore in questa Celebrazione eucaristica, affinché lui ci dia la grazia di considerare e di vivere sempre il sacerdozio come un dono indicibile di Dio e come un vero servizio ai fedeli. Per poterlo fare con sincerità e fruttuosamente, convertiamoci a Dio e domandiamo il perdono dei nostri peccati.

 

 

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