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ORDINAZIONI SACERDOTALI NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica,. 21 giugno 1987

 

1. “Chiunque dunque mi riconoscerà davanti agli uomini” (Mt 10, 32).

Cari figli e fratelli! Voi che oggi ricevete l’ordinazione sacerdotale siete chiamati, in modo particolare, con la potenza di queste parole di Cristo.

Siete chiamati per riconoscerlo dinanzi agli uomini con tutta la vostra umanità, con tutto il vostro “io” umano.

Se a ciò sono chiamati tutti i cristiani, voi lo siete in modo speciale. Se di ciascun battezzato, l’antico scrittore dice “Christianus - alter Christus”, di voi in modo del tutto particolare, si deve dire: “sacerdos alter Christus”.

Potrebbe essere diversamente se ciascuno di voi ha il diritto e il dovere di agire “in persona Christi”? Se da oggi, giorno della vostra ordinazione, ognuno deve servirsi della propria parola, della propria voce, della propria volontà per compiere, in modo sacramentale, il sacrificio di Cristo?

2. Considerate ciò ancora una volta, prima di accostarvi per l’ordinazione.

Dite a Dio con le parole di Geremia nell’odierna I Lettura:

“Signore . . ., che scruti il cuore e la mente . . . a te ho affidato la mia causa” (Ger 20, 12).

Che questo importante e decisivo momento della vostra vita sia il momento di una particolare apertura dinanzi a Dio, in cui l’intero uomo interiore dice a lui: “Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; volgiti a me nella tua grande tenerezza. Ma io innalzo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza” (Sal 69, 17.14).

Si! Questo giorno sia un tempo di grazia che si estende in tutta la vita sacerdotale di ciascuno di voi. Che il “Signore stia al vostro fianco come un prode valoroso” (Ger 20, 11), dinanzi al quale tutta la debolezza umana, la limitatezza, la peccaminosità, possano essere trasformate nella santità, nell’umiltà, nell’amore, nella potenza dello spirito.

3. Ecco torniamo al Cenacolo. Là infatti ha preso inizio il sacerdozio della Nuova alleanza, collegato col sacrificio di Cristo e radicato nel suo sacerdozio.

Nel Cenacolo anche il Cristo parla dello Spirito di verità: “egli mi renderà testimonianza . . .” dice agli apostoli: “e anche voi mi renderete testimonianza” (cf. Gv 15, 26-27).

Siete chiamati ad essere testimoni di Cristo. La testimonianza degli Apostoli deve prolungarsi, deve attualizzarsi attraverso la testimonianza di ciascuno di voi.

Perciò anche la Chiesa implora a gran voce nel giorno dell’ordinazione:

“Veni, Creator Spiritus . . .”!

Vieni, Spirito Creatore!

E ciascuno di voi si prostrerà qui, dinanzi all’altare, perché in questo gesto di umiltà - quasi di interiore “spoliazione” - si apra lo spazio per la potenza vivifica dello Spirito Santo.

Perché possa creare in ciascuno di voi uno spirito nuovo ed un cuore nuovo.

Perché possa accendere lo zelo di cui parla il salmista: “Mi divora lo zelo per la tua casa” (Sal 69, 10).

Il sacerdote contemporaneo, il sacerdote della fine del secondo Millennio deve entrare molto profondamente nel “mondo contemporaneo”. Perciò è pure necessaria una più profonda radicazione nella potenza dello spirito di Verità.

La vita che si apre dinanzi a voi e il ministero che state per iniziare, prendono luce e forza, in modo particolare dalla eloquenza di queste parole del Salvatore: “Chiunque dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10, 32).

La Chiesa prega affinché la eloquenza di queste parole del Salvatore si compia su ciascuno di voi.

4. “Non li temete” (Non temete gli uomini) (cf. Mt 10, 26).

La verità del Vangelo “ditela nella luce” (Mt 10, 27).

Il messaggio di Cristo crocifisso e risorto “predicatelo sui tetti” (Mt 10, 28).

“E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima” (Mt 10, 28).

Il Signore sia con voi con ciascuno di voi sempre e dappertutto; vi guidi nella potenza del suo spirito! “Perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16).

Così sia!

 

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