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VIAGGIO APOSTOLICO IN MADAGASCAR, LA RÉUNION, ZAMBIA E MALAWI

SANTA MESSA PER I FEDELI DELLA DIOCESI DI NDOLA

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Aeroporto “Ndeke” di Kitwe (Zambia) - Mercoledì, 3 maggio 1989

 

“Il Signore è vicino!” (Fil 4, 5).  

Cari fratelli e sorelle in Cristo

1. Queste parole ci danno conforto e coraggio. Esse spiegano il nostro incontro oggi qui a Kitwe, nella “cintura del rame”. Il Signore stesso ci ha riuniti. Nel nome di colui che è il Pastore principale della Chiesa, io saluto ognuno di voi. Saluto gli altri concelebranti, i Vescovi delle vostre nove diocesi e, in particolare, il Vescovo De Jong di questa diocesi di Ndola. Saluto i sacerdoti, gli uomini e le donne religiosi, i seminaristi, i catechisti.

Saluto i dirigenti civili e i membri delle altre Chiese cristiane e le comunità ecclesiali presenti.

Oggi a Kitwe, Dio mi permette di proclamare l’amore di Cristo per il suo popolo, il suo amore per il giovane ed il vecchio, il ricco ed il povero, per il sano ed il sofferente, credenti e non-credenti, profughi. Rallegriamoci insieme nel messaggio dell’amore di Gesù per ognuno e tutti noi.

2. L’amore di Dio viene espresso dalle parole del profeta Ezechiele nella liturgia della Messa di oggi: “Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura” (Ez 34, 11). Il Dio di Israele si rivela al popolo del vecchio testamento come un pastore. Il pastore attento cerca le sue pecore e le protegge dall’essere disperse. Egli cerca i pascoli migliori per loro. Al momento opportuno le conduce a riposarsi. Egli vigila soprattutto sui membri smarriti, isolati, sofferenti o offesi del gregge.

Questa immagine ci è familiare. Infatti, Gesù dice di se stesso: “Io sono il Buon Pastore. Il Buon Pastore offre la vita per le pecore” (Gv 10, 11).

Gesù può dire queste parole di se stesso perché egli e il Padre condividono lo stesso amore per il genere umano. Come abbiamo ascoltato nel Vangelo di oggi, per la festa di san Filippo e san Giacomo, durante l’ultima Cena, avvicinandosi l’“ora” per Gesù di offrire la propria vita per i peccati del mondo, Filippo chiese: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14, 8-9).

3. Gesù chiama Dio suo Padre ed insegna ai suoi discepoli a chiamare Dio “nostro Padre”. Ma nel Cenacolo, Filippo e Giacomo e gli altri apostoli sentono qualcosa di più. Gesù dice: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. Spiegando questo concetto egli continua: “Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?”. Qui, la conversazione di Gesù con gli apostoli la notte precedente la sua Passione contiene una speciale rivelazione dell’unità di Dio nella Trinità delle Persone.

Il Figlio viene dal Padre. Come uomo, nato dalla Vergine Maria per mezzo dello Spirito Santo, il Figlio rimane sempre nel Padre e il Padre rimane in lui (cf. Gv 14,11). Avendo portato a termine la sua missione di Redenzione, Gesù ritorna al Padre. Perciò egli dice agli apostoli riuniti nel Cenacolo: “Io vado al Padre” (Gv 14, 12). Egli è venuto nel mondo dal Padre. Ora egli lascia il mondo e ritorna al Padre (cf. Gv 16, 28).

Quaranta giorni dopo la Pasqua la Chiesa celebra la solennità dell’Ascensione del Signore. La conversazione nel Cenacolo ci prepara a questo momento: quando Gesù ritorna al Padre.

4. Ma è sua intenzione condurre anche noi al nostro Padre celeste. Gesù dice di se stesso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14, 6). Il Figlio, che è una cosa sola con il Padre (cf. Gv 10, 30), diventa il nostro sentiero di salvezza. Egli è il Pastore. Il pastore conosce la via e conduce il gregge a ricchi pascoli, i ricchi prati dove le pecore troveranno il cibo. Per noi, esseri umani razionali, quel cibo è la verità che ci conduce alla vita. Gesù Cristo, la via, la verità e la vita.

Questo è il messaggio della liturgia di oggi riguardante Gesù Cristo. Filippo e Giacomo - in verità tutti i dodici apostoli - hanno ricevuto questo messaggio dal Cristo stesso. Questa è la fede della Chiesa; e la Chiesa dello Zambia, così come in ogni altro luogo, è stata costruita sulla verità di questo messaggio.

5. Mi rallegro che la mia visita in Zambia coincida con l’inizio delle celebrazioni per il centesimo anniversario della presenza della Chiesa cattolica in questa regione. È vero che i missionari portoghesi arrivarono qui per primi nel XVI e XVII secolo, ma fu solo nel tardo XIX secolo che fu dato inizio ad un’attività missionaria cattolica organizzata. Non possiamo dimenticare i primi gesuiti e i padri Bianchi che giunsero qui in quel tempo, come anche i francescani italiani e i cappuccini irlandesi che arrivarono più tardi. Per un’altra coincidenza fortunata, quest’anno segna anche il centesimo anniversario della nascita del Vescovo Francesco Mazzieri, lo zelante missionario conventuale che divenne il primo Vescovo di Ndola e che è seppellito qui.

Come il Vescovo Mazzieri, i primi sacerdoti e suore missionarie erano ispirati da un profondo amore di Dio e da un eroico zelo per il Vangelo. Essi lavorarono in condizioni difficili, in un nuovo ambiente, lontani dall’aiuto delle loro famiglie ed amici, ma l’amore di Cristo li aiutò ad andare avanti. Ciò che era più importante era imitare e pregare Cristo. Essi seminarono il seme della fede di cui voi siete i privilegiati per la vostra e per le generazioni future. La prima generazione di missionari trovò la forza nel sapere che Cristo, il Buon Pastore, avrebbe sempre vigilato sul suo gregge.

Come segno di ciò, alla conclusione della Messa, sono lieto di benedire le pietre delle fondamenta di sei nuove parrocchie per la diocesi di Ndola. Faccio questo in memoria del Vescovo Mazzieri e di tutti i missionari dello Zambia, ma anche come espressione di speranza per il futuro; un futuro di grandi promesse.

6. È giusto quindi che noi ci chiediamo cosa significa essere un cattolico nella “cintura del rame” e nello Zambia, oggi. Certamente, significa prendere parte attivamente alla vita della Chiesa. La famiglia della fede si è sviluppata fin da quei primi giorni e il messaggio del Vangelo ha messo le sue radici. L’avvicinarsi della celebrazione del centenario è un momento di grazia per la Chiesa nello Zambia, una Chiesa giovane con un grande potenziale. Il centenario è una preziosa opportunità per rinnovare ed approfondire il vostro rapporto con Cristo che è la pietra d’angolo e il Buon Pastore. Ogni parrocchia, ogni gruppo locale dovrebbe intensificare la preghiera per poter ottenere la forza e il coraggio per evangelizzare ed essere al servizio gli uni degli altri con amore fraterno.

Gesù ha detto: “Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Gv 14, 14). Per mezzo della solidarietà di una comunità ecclesiale ricolma di fede Cristo stende la sua mano al disoccupato, al malato, a tutti coloro che soffrono, e dice ad ognuno di voi: “io vi amo”. Nella seconda lettura della Messa di oggi, le parole di san Paolo ai Filippesi ci incoraggiano: “in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti” (Fil 4, 5-6). Le nostre richieste non sono sempre immediatamente esaudite, ma possiamo essere certi che “la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Fil 4, 7).

7. Il Signore è in verità molto vicino. Il Signore non ha mai abbandonato il suo popolo ma ha cercato di essere sempre più vicino ad esso. La storia dello Zambia dimostra tutto ciò: il Signore vi è stato sempre molto vicino nei vostri progressi verso l’indipendenza e l’unità come nazione. Egli è con voi quando andate alle miniere, egli è lì nell’abisso; egli è con voi quando vi riunite come membri di una famiglia o di un gruppo sociale. Egli è accanto a voi quando andate al lavoro nelle fabbriche, nella scuola, a casa o nei campi.

In modo speciale Cristo vi è vicino nei sacramenti. Vi ha reso figli di Dio nel Battesimo e vi ha confermato come suoi testimoni nella Cresima. Nell’Eucaristia, Cristo viene a voi come cibo per le vostre anime. Egli è l’Agnello di Dio che toglie i vostri peccati nel sacramento della Riconciliazione. Nel Matrimonio egli vi dà la grazia di cui avete bisogno per rimanere fedeli all’amore a cui vi impegnate sull’altare e per far crescere i vostri figli come figli del Padre. Nel sacramento dell’Ordine egli conferma i diaconi ed i sacerdoti nella loro speciale vocazione e dà loro la grazia necessaria per essere suoi ambasciatori e ministri tra il Popolo di Dio. Nell’Unzione degli Infermi egli cancella i peccati e porta sollievo e forza agli ammalati ed ai morenti, dando loro fiducia nella misericordia di Dio.

8. Cristo è molto vicino. Dico queste parole specialmente ai giovani riuniti in questa Messa. Il Signore è molto vicino a voi. Quando avete bisogno di lui egli viene a voi; egli vi innalzerà e vi porterà con sé sulle sue spalle poiché egli è il buon Pastore. Voi avete un detto che dice che gli alberi giovani, quando crescono, formano la foresta. Con Cristo come pietra angolare, voi sarete gli architetti, i costruttori dello Zambia del domani e della Chiesa del domani. Non abbiate paura di costruire le vostre vite sulla roccia che è Cristo stesso! Egli sarà la vostra gioia e la vostra pace.

9. Sì, miei cari amici: il Signore è molto vicino. Ma come potrà sapere questo il popolo che lo cerca? Saranno capaci di riconoscerlo nelle vostre vite? Questa sarà la prova! La gente capirà che Cristo, il Buon Pastore, è fra voi se voi vivrete in armonia, in giustizia e nella pace del Signore. Essi vedranno Cristo in voi se voi eserciterete la carità e la tolleranza particolarmente verso i bisognosi, gli stranieri, i profughi. Cristo ha bisogno della testimonianza del vostro amore se il messaggio del Vangelo deve mettere radici profonde e deve essere diffuso anche in Zambia.

A tutto il popolo dello Zambia, a tutte le famiglie e a tutti coloro che vivono in questa terra così ricca Cristo dice oggi e ogni giorno delle vostre vite: “La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini . . . Il Signore è vicino . . . e la pace di Dio . . . custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Fil 4, 4-5. 7). Amen.



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