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MESSA PER L’UNIONE INTERNAZIONALE DELLE SUPERIORE GENERALI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Martedì, 9 maggio 1989

 

1. “Non mi sono sottratto al compito di annunziarvi tutta la volontà di Dio” (At 20, 27).

Care superiore, lo Spirito del Signore vi faccia ripetere queste parole di Paolo, nel momento in cui siete venute a Roma da tutte le parti del mondo per approfondire insieme il tema del ministero delle vocazioni e per interrogarvi sul tipo di vita religiosa da voi auspicato per la Chiesa di oggi.

Avete riflettuto sulla delicata responsabilità di coloro che hanno il compito di riconoscere, incoraggiare e seguire le vocazioni che Dio concede ai diversi istituti, e sul modo di compiere il necessario discernimento per assicurare il futuro.

2. La vocazione alla vita consacrata è caratterizzata dall’invito ad essere discepoli del Signore in un modo molto particolare. La sua sorgente è nel Battesimo, di cui la consacrazione è una autentica espressione. Questa vocazione conduce al dono totale di sé per servire il Signore, attraverso la professione e la pratica dei consigli evangelici che impegnano per tutta la vita.

Gesù Cristo rivolge oggi il suo richiamo a seguirlo proprio come lo fece a Pietro e agli altri apostoli; egli chiama ciascuno e ciascuna per nome, nella conoscenza intima sperimentata da Natanaele quando Gesù gli disse di averlo visto sotto il fico (cf. Gv 1, 48). Gesù non abbandona colui che ha chiamato, ma lo accompagna e, con l’azione dello Spirito Santo, lo prepara alla missione cui lo ha destinato. Nella sequela di Cristo, il discepolo impara ad essere fedele al suo Maestro, ai suoi insegnamenti, al suo Vangelo; impara a nutrirsi della sua Parola per rendere testimonianza davanti a tutti i popoli “fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8).

Questa dinamica della vocazione costituisce il fondamento della vita dei discepoli, delle persone consacrate: è l’elemento primo della pastorale delle vocazioni che state studiando nel corso di queste giornate.

3. Nel tempo liturgico che stiamo vivendo, mentre la Chiesa ha appena celebrato l’Ascensione del Signore e si prepara a ricevere il dono dello Spirito, siamo invitati a riflettere sull’atteggiamento stesso di Gesù, prima di salire al Padre. Egli ha pregato per i suoi discepoli e li ha mandati: “Io prego per loro . . . Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola . . . Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 9. 11. 21).

Questa preghiera Gesù la fa ancora oggi per coloro che, accettando di seguirlo, gli consentono di continuare la sua missione in tutto il mondo.

4. Il fatto stesso di ritrovarvi qui insieme mostra che la testimonianza delle religiose oggi si estende davvero “fino agli estremi confini della terra”. Il tema del vostro incontro formula una importante domanda: “Ministero delle vocazioni . . . per quale tipo di vita religiosa?”. Voi sapete che la condizione dei discepoli, nella fedeltà alla loro specifica vocazione, viene vissuta in modi diversi a seconda dei cambiamenti delle epoche e delle culture; voi vi domandate dunque come raggiungere la certezza di aver preso la giusta direzione, dal momento che la vita sociale e la vita ecclesiale conoscono una continua evoluzione. In quale maniera vivere la fedeltà a Cristo, secondo i carismi propri delle vostre famiglie religiose, nella Chiesa e nel mondo contemporaneo?

È chiaro che voi siete riunite qui per interrogarvi sulla volontà di Dio. Questa volontà divina vi sarà manifestata dall’azione vivificante dello Spirito Santo, che opera incessantemente nella vita della Chiesa. In realtà è la Chiesa che riceve la missione di riconoscere e approvare il carisma specifico di ogni famiglia religiosa; e solo la Chiesa è mediatrice della consacrazione religiosa di ciascuna persona. La dimensione ecclesiale è assolutamente essenziale per una giusta comprensione della vita religiosa. Il valore della consacrazione dei religiosi e delle religiose, l’efficacia soprannaturale della loro attività apostolica dipendono sempre dalla loro comunione con la Chiesa; essa veglia con sollecitudine perché ciascuna persona chiamata alla sequela del Signore sia messa in condizioni che favoriscano la sua fedeltà all’impegno assunto e che la invitino a vivere la perfetta carità. Essa deve continuare a meditare il comandamento del suo Maestro: “Rimanete nel mio amore . . . Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 10. 13).

L’animazione della pastorale delle vocazioni è al centro delle preoccupazioni della Chiesa che domanda ai suoi membri di unirsi alla sua preghiera perché “il Padrone della messe mandi operai nella sua messe” (cf. Mt 9, 38). Essa si rivolge al Signore con fiducia nello spirito del Salmo di questa liturgia: “Pioggia abbondante riversavi, o Dio, rinvigorivi la tua eredità esausta, (Sal 68, 10).

5. Oggi la messe è abbondante; la Chiesa è in continua espansione, ma gli operai sono pochi, e non solo per far fronte ai bisogni crescenti dell’attività pastorale, ma soprattutto per le esigenze profonde del mondo moderno che, contrariamente a quello che può sembrare in superficie, attende la Parola di Dio ed è assetato della Parola che salva, illumina e conforta.

Lo Spirito Santo, in questi giorni in cui ci prepariamo alla sua venuta, sia dunque vostra guida per preparare il futuro delle giovani vocazioni! È lo Spirito che vi rende capaci di leggere i segni dei tempi; è da lui che vengono il dono dell’intelletto per discernere, il dono della saggezza per decidere, il dono della forza per agire. Lo Spirito, che anima e vivifica la sua Chiesa, vi accompagni e guidi nelle vostre riflessioni durante queste giornate e nell’attuazione dei vostri programmi nei vostri istituti! Portate dunque nella Chiesa il richiamo alla vita religiosa e il Signore non mancherà di rispondere alla vostra attesa.

Lasciate che lo Spirito agisca in voi, che siete le prime responsabili del ministero delle vocazioni! Incoraggiate e sostenete le vocazioni, a imitazione di Maria, che con la generosità del suo “fiat” e la sua totale apertura allo Spirito, ha contribuito alla realizzazione del disegno di salvezza per tutta l’umanità.

In questo mese dedicato a lei, la Madre di Dio vi assista tutte! La sua intercessione ottenga alla Chiesa le vocazioni alla consacrazione totale che permettano alla vita religiosa di continuare la sua testimonianza specifica della santità ricevuta da Dio come dono gratuito e di sviluppare una dedizione apostolica feconda e affascinante!

Riprendendo le parole di Paolo agli anziani di Efeso: “Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati” (At 20, 32).

 

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