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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI SANTA MARIA ASSUNTA E SAN GIUSEPPE

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 16 gennaio 19914

 

Abbiamo ascoltato la Parola di Dio, il Vangelo, la lettura del Vecchio Testamento, come anche la Lettera di San Paolo.

Sentendo queste parole rivelate non si può non rimanere impressionati. C’è tanta suggestività nella vocazione di Samuele, in queste parole che Dio ripete al ragazzo ebreo: “Samuele, Samuele”.

Ma poi lo stesso fenomeno, lo stesso miracolo si ripete con Pietro, si ripete con Andrea suo fratello, con i figli di Zebedeo: il miracolo della vocazione.

Noi abbiamo oggi meditato su ciò che è la vocazione, non solamente una vocazione apostolica, una vocazione sacerdotale, una vocazione religiosa, ma su che cosa è la vocazione cristiana, la vocazione di essere cristiani, di essere parrocchiani in questa parrocchia romana dedicata all’Assunta e a San Giuseppe. In questa parrocchia fondata qui, a Primavalle, nella periferia di Roma, attraverso il ministero della missione dei Figli del Beato Giovanni Calabria e con l’aiuto delle figlie della Beata Orsola Ledòchowska.

Che cosa vuol dire essere parrocchiani, essere cristiani in questa comunità?

Per dare una risposta a questa domanda che è fondamentale, noi dobbiamo rileggere più volte i testi liturgici di oggi. Dobbiamo rileggere profondamente il testo di San Paolo: testo stupendo, in cui Paolo parla a ciascuno di noi. Ciascuno di noi, come uomo, come donna, è un corpo, ma questo corpo è abitato dallo Spirito Santo. Ecco il punto da dove viene la nostra vocazione cristiana: dal mistero della inabitazione della Santissima Trinità, dell’opera divina dello Spirito Santo che sta sempre agendo dentro i nostri cuori, e ci ricorda la nostra dignità di uomo, di donna, di sposo, di sposa, di madre, di padre, di figlio, di figlia, di giovane e di anziano. Tutto si conclude con il mistero dello Spirito Santo che abita in noi e ci fa crescere in Dio.

La nostra vocazione non è solamente quella terrena. Nel mistero della Chiesa, nel mistero di questa parrocchia, sentiamo la vocazione superiore ad essere cittadini di una città che non passa, una città che rimane per sempre. Insomma, siamo un po’ concittadini di Cristo, qui in Roma, città apostolica dove sono venuti San Pietro e San Paolo e vi hanno dato la vita. Noi siamo davvero concittadini degli Apostoli e siamo così, come romani, anche concittadini di Cristo perché Cristo è divenuto cittadino di Roma, di Betlemme, di Nazaret, di Gerusalemme, di tutto il mondo; è divenuto cittadino delle varie località dove vanno i figli di Don Calabria, e le figlie di Orsola Ledòchowska.

Egli è cittadino, dovunque ci sono persone e dove opera lo Spirito Santo, anche a loro insaputa, portandole verso il mistero di Dio. Cristo è presente dappertutto; è cittadino e dà vita al mistero del suo Corpo, la Chiesa. Ci spiega così perché questo Corpo, perché i nostri corpi sono abitati dallo Spirito Santo.

Carissimi, queste verità ve le comunico in modo molto breve; un po’ fuori testo, e lo faccio perché mi commuovono molto le letture liturgiche di oggi.

Vorrei, nello stesso tempo, salutare i miei più stretti collaboratori: il Cardinale Vicario di Roma, il Vescovo del settore, Mons. Nosiglia. Vorrei salutare tutti i parrocchiani, il vostro parroco e i suoi collaboratori, le suore, e tutti quelli che hanno vari compiti e cercano di realizzare la propria vocazione in diversi movimenti. Non sono pochi. Mi hanno lasciato anche il registro di tutte queste comunità, di tutte queste particolari vocazioni nei movimenti, nelle associazioni, nei gruppi. Saluto tutti e vi auguro di essere fedeli alla vostra vocazione specifica.

La Chiesa è ricca e ci dà le ricchezze. Abbiamo sentito come hanno cantato all’inizio questi ragazzi: “Noi non abbiamo molte ricchezze da dare”. Così diceva Pietro, così dice Pietro anche oggi. È la Parola di Dio che ci fa ricchi; fa ricchi noi tutti, fa ricchi voi, carissimi ammalati, sofferenti ed abbandonati. Tutti.

Questo quartiere è stato sempre un quartiere con vari problemi, non molto privilegiato umanamente, economicamente, non troppo lussuoso, ma ci sono altre ricchezze e queste ricchezze vi fanno concittadini di Cristo, concittadini di Dio, come insegna San Paolo, perché siete ricchi dello Spirito Santo. Auguro a voi e alle vostre famiglie che Maria e Giuseppe, i due patroni della vostra comunità, siano sempre presenti in queste famiglie di Primavalle, che siano sempre presenti durante l’Anno della Famiglia appena iniziato e che deve svilupparsi con frutti spirituali per tutta la Chiesa.

Sia lodato Gesù Cristo!

 

© Copyright 1994 - Libreria Editrice Vaticana

 



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